Farian Sabahi, una carriera pro-regime degli ayatollah
Commento di Deborah Fait
Farian Sabahi
Donne in Iran
Farian Sabahi, docente universitaria, giornalista specializzata in storia dei paesi islamici, soprattutto Iran, suo paese d’origine, dove però non torna nonostante ne parli, con espressione e voce angelica, come di una specie di Eden. Sì, ammette, l’Iran è un’oligarchia ma tuttosommato è un gran bel paese dove le donne si occupano di un’infinità di cose, mica solo di fornelli: https://www.youtube.com/watch?v=y55zmdep1bs.
C’è da chiedersi come mai lei continui a vivere in Italia. Beh, si può capire tanta ammirazione, è il suo paese e chi non ama la propria patria, senza contare che parlarne male può essere pericoloso... ti piomba sulla testa una di quelle fatwe da costringere il malcapitato o la malcapitata a nascondersi vita natural durante. Ne sa qualcosa Salman Rushdie condannato a morte in contumacia dall’Ayatollah Khomeini, che vive negli USA sempre sotto scorta e guardandosi alle spalle dal 1989 dopo l’uscita del suo “Versetti satanici”, considerato irriverente nei confronti di Maometto.
Farian Sabahi, in un articolo su Panorama, ci informa che in Iran ci sarà un nuovo codice penale che, meraviglia delle meraviglie, non prevederà la lapidazione per le adultere e le impiccagioni per i minori e ne scrive con una tale serenità e superficialità , come se parlasse di quote rosa o di una legge sulla riforma scolastica. Siate felici dunque donne iraniane, non morirete più colpite a sassate da masnade di uomini inferociti, sarete impiccate e via. Di cosa vi lamentate, dunque! La Sabahi è felice di questa conquista, siatelo anche voi! E che dire dei ragazzini che invece non saranno più nemmeno impiccati, loro! Sotto i 18 anni se la caveranno con qualche frustata e il carcere. Non è stupendo? La Sabahi scrive, con una faccia tosta incredibile, di dare una “valutazione postiva” al supposto, futuro, aleatorio, nuovo codice penale. Avrebbe potuto dare un giudizio negativo? Ma lo sa quello che scrive? Un giudizio positivo perché, forse, saranno eliminate le lapidazioni delle donne e le impiccagioni per i ragazzini? Voleva darlo negativo? La conclusione dell’articolo è di un cinismo spaventoso. Scrive la Sabahi: ”Se di riforma penale si tratta, il significato è duplice: la società civile è riuscita a raggiungere un traguardo importante e, in seconda battuta, il leader supremo, che controlla il Consiglio dei guardiani, ha voluto dire agli iraniani, che il 2 marzo andranno alle urne, che l’Iran non è un Paese statico e trasmettere un messaggio di speranza”.
Un traguardo importante, dunque, come se impiccare le donne adultere anzichè lapidarle fosse una grande conquista civile! Capperi! Sabahi, sei davvero un mito! E che dire di: “L’Iran non è un paese statico che trasmette un messaggio di speranza”: http://archivio.panorama.it/mondo/il-mio-iran/Iran-fuori-legge-la-lapidazione-delle-adultere-e-l-impiccagione-dei-minori-L-ANALISI
Ma di cosa sta parlando! Reyhaneh Jabbari è stata impiccata all’alba del 25 ottobre, aveva 26 anni. Nonostante gli appelli provenienti da tutto il mondo, anche dal Vaticano, il tribunale islamico non si è lasciato convincere... altro che riforma del codice penale di cui cinguetta, beata, la Sabahi... mica l’hanno lapidata dopotutto, no assolutamente, non era un’adultera, era una ragazza stuprata a 18 anni che aveva ammazzato il suo stupratore quindi ha avuto l’onore di morire con una corda intorno al collo mica inginocchiata per terra, come un insetto, ad aspettare la pietra in testa che porrà fine al dolore.
Iran, il dolce paese... che non è statico sulle proprie posizioni e che trasmette messaggi di speranza... ha arrestato una giovane britannica che voleva assistere a Teheran a una partita di volley maschile Iran – Italia. Sempre in quel Paese che trasmette messaggi di speranza, a Isfahan, bellissima città a 460 km da Teheran, sono state sfregiate coll’acido alcune ragazze, si dice malcoperte dal velo, una è morta ma mica volevano ucciderle, era solo un avvertimento, un messaggio, all’iraniana, di avanzamento sociale!
Intervistata al giornale radio da Gabriella Lepre, infine, la Sabahi non può non prendere atto di quello che definisce un "giro di vite" in Iran - un modo molto, molto tenue per indicare le orrende violazioni dei diritti umani di cui il regime iraniano si continua a macchiare: http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/audio/ContentItem-5069fa8b-c6e5-40f1-9853-8dec56cc8ce8-audio.html?pos=1
Stiamo attenti, in Italia la Sabahi è una delle figure che cercano di propinare un'immagine pulita della dittatura degli ayatollah!
Deborah Fait