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Ugo Volli
Cartoline
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Speriamo che perda 03/11/2014
Speriamo che perda
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: a proposito di coraggio, Netanyahu e Obama da giovani

 Cari amici,

Forse lo avete letto qualche giorno fa la notizia sulla “Stampa”, o sul “Giornale”, o per meglio dire negli articoli di Maurizio Molinari e Fiamma Nirenstein, che sono quasi gli unici giornalisti italiani che si sforzano di dare un'informazione completa sul Medio Oriente - o cui è comunque consentito farlo. Trovate le informazioni cui mi riferisco riportate da Informazione Corretta qui (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=55835). Il fatto è questo: dall'amministrazione Obama - se capisco qualcosa direttamente dal presidente degli Stati Uniti e comunque con il suo avvallo - è partito un attacco contro il primo ministro israeliano Netanyahu, contro il suo governo, in realtà contro la politica di sicurezza che Israele ha sempre seguito, salve qualche momento di inebriamento e pensiero desiderante, di durezza assolutamente inedita. Per renderlo pubblico ha scelto un “giornalista” che si è dato da tempo il compito di fare il portavoce di Obama e dei democratici: Jeffrey Goldberg.

Nel suo articolo (http://www.theatlantic.com/international/archive/2014/10/the-crisis-in-us-israel-relations-is-officially-here/382031/) si legge questa frase: “Nel corso degli anni, funzionari dell'amministrazione Obama mi hanno descritto Netanyahu come recalcitrante, miope, reazionario, ottuso, furioso, pomposo e 'affetto da sindrome di Asperger' (sono citazioni, tengo una lista aperta di questi epiteti). Ma non l'avevo mai sentito descrivere come cacca di pollo [chickenshit]”. Il che invece è accaduto questa volta, dice Goldberg, che inizia il suo articolo dicendo che un “alto funzionario dell'amministrazione Obama” gli è apparso tanto frustrato dal leader israeliano da dire “il problema con Bibi è che lui è una merda di pollo”. Ripeto, sono convinto che nessun altro che non fosse Obama stesso si sarebbe permesso una definizione del genere e che Goldberg, così tifoso dei democratici, si sarebbe guardato bene dal pubblicare l'epiteto “poco professionale e dannoso”, come dopo i fatti l'hanno definito al Dipartimento di Stato, se non fosse stato autorizzato dal presidente in persona. E' del resto evidente ed è stato spesso ripetuto, che proprio Obama odia Netanyahu, sia per un certo antisemitismo che lo ha sempre caratterizzato almeno fin dalla sua formazione islamica in Kenya e dalla frequentazione del pastore antisemita Jeremy Wright, che è stato a lungo il suo direttore spirituale. Le ragioni di quest'odio, se vi interessa, le trovate ben spiegate qui: http://www.frontpagemag.com/2014/dgreenfield/why-obama-hates-netanyahu/#.VFKfuPeY_hk.twitter.

Che la fonte sia Obama, e che le smentite deboli (“non è questa la nostra politica”, ha detto il Dipartimento di Stato, ma che politica?), lo si deduce anche da questa intervista di Goldberg al Jerusalem Post, dove vengono esplicitamente citate le opinioni del presidente. Non sapremo mai la verità. Ma vale la pena di fermarsi un attimo a considerare gli insulti citati da Goldberg, perché sono del tutto inediti nella politica internazionale. Dire di un avversario politico che è affetto dal morbo di Asperger è una cosa degna della peggior politica italiana, dallo “psiconano” (qui siamo alla doppietta: melius abundare…) di Grillo ai “minorati” di Monti, passando dai “cerebrolesi” di Travaglio ai “disabili” di Albertini, fino al “mongoloide” di Zaja. (http://invisibili.corriere.it/2013/03/27/da-monti-a-grillo-il-partito-trasversale-la-disabilita-diventa-insulto/). In America, dove prendono più sul serio di noi il politically correct, la cosa ha fatto scandalo (http://www.jewishjournal.com/jews_and_special_needs/item/who_you_calling_aspergery), con richiesta di spiegazioni da parte dell'associazione dei familiari di questo tipo di malati, affetti da una forma di disabilità grave simile all'autismo (http://en.wikipedia.org/wiki/Asperger_syndrome). Tant'è vero che la Casa Bianca ha ritenuto di doversi scusare: badate non con Netanyahu, ma con l'associazione dei malati di Asperger (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/186842#.VFZtrvmG9Qc , http://forward.com/articles/208248/white-house-addresses-asperger-y-comment-about-ben/).

L'altro insulto che ha molto colpito, in quanto pittoresco e non professionale è “chickenshit”, cacca di pollo, che nell'americano colloquiale contemporaneo vuol dire vigliacco (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/israels-twofold-problem-who-cussed-bibi-and-how-to-say-chicken-in-hebrew/2014/10/29/). Che un imboscato come Obama, che ha evitato qualunque coinvolgimento nella difesa del suo Paese (negli Usa dopo il Vietnam non c'è il servizio militare obbligatorio, ma la maggior parte dei presidenti americani hanno comunque un'esperienza di servizio) possa dare del vigliacco a Netanyahu, che ha fatto parte delle unità di élite dell'esercito israeliano, e fra l'altro ha perso un fratello nell'impresa di Entebbe, cui ha partecipato, è certamente paradossale. Ma la cosa più strana è che Obama, o chi per lui, dà del vigliacco a Netanyahu per non aver bombardato al momento buono i siti nucleari dell'Iran, cosa che lui stesso ha cercato in tutti i modi di impedire, negando fra l'altro la copertura, o almeno il silenzio radar necessari per un'impresa a così lunga distanza.

In realtà, come ha detto lo stesso Netanyahu intervenendo alla Knesset dopo gli insulti, Obama non ce l'ha solo o tanto con Netanyahu in persona, ma con Israele che resiste ai suoi inviti al suicidio (pardon, alla sua coraggiosa politica di riforma del Medio Oriente, http://www.theblaze.com/stories/2014/10/29/netanyahu-responds-to-senior-obama-official-calling-him-a-chickenst/; http://blog.eretzyisrael.org/post/101275132260/netanyahu-hits-back-at-the-chickensh-t-comments) ed è anche capace di mobilitare parti importanti della società e del sistema politico americano in difesa del solo Paese libero che ci sia fra l'Europa e l'India. Questo appoggio della società americana e questa resistenza di Israele a farsi travolgere dall'ostilità di Obama è la ragione dell'odio, degli insulti, di un comportamento inedito nella politica internazionale, almeno da quando Stalin chiamava “lacchè” (dell'imperialismo, dell'America, del capitalismo) i politici che gli erano nemici (http://www.washingtonexaminer.com/obamas-assault-on-israel-is-a-moral-outrage/article/2555454).

Obama è un estremista di sinistra anche in questo aspetto puramente verbale, avrebbe fatto la sua figura nei partiti comunisti della II internazionale ed è incompatibile con un quadro politico evoluto. Dovremo reggerlo ancora per due anni, che saranno certamente difficilissimi, perché l'ateo diventato Papa, il nemico dell'Occidente diventato presidente degli Stati Uniti non avrà più esami davanti e dunque sarà senza freni. L'ultimo esame è quello di domani, le elezioni di midterm. Possiamo solo sperare che una sonora sconfitta gli tolga il controllo del Congresso, diminuendo molto la sua libertà di fare danni.


Ugo Volli


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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