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Informazione Corretta Rassegna Stampa
03.11.2014 IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 26 ottobre al 1 novembre 2014

Testata: Informazione Corretta
Data: 03 novembre 2014
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti»

IC 7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 26 ottobre al 1 novembre 2014


Natan Sharansky

L’Agenzia Ebraica, meglio nota come Sochnut, ha festeggiato questa settimana i suoi primi 85 anni di vita. Nell’accavallarsi dei fatti che riguardano Israele e Gerusalemme mi sembra interessante raccontare questo avvenimento di cui in Italia non si è parlato.
E’ un traguardo che l’esecutivo mondiale ha voluto celebrare a Ashkelon con un intensissimo programma. Nella giornata di apertura dei lavori Rachel Fraenkel, la mamma di Naftali, uno dei tre giovani studenti rapiti e assassinati nel giugno scorso vicino Hebron, ha rivolto ai partecipanti un discorso dal profondo significato etico e morale: non parole di odio ma frasi colme di gratitudine per l’infinito l’affetto e per la partecipazione corale che il popolo d’Israele e tutti gli amici veri della Diaspora le hanno dimostrato in questi mesi.
Natan Sharansky, presidente mondiale dell’ Agenzia Ebraica, ha consegnato giovedì alle popolazioni del Sud d’Israele 50 milioni di Shekel, equivalenti a 13,22 milioni di dollari, provenienti da donazioni della Federazione Nord Americana del Keren Hayesod. L’intero importo è destinato a sostenere la ripresa delle attività produttive e dei progetti culturali delle aree più vicine a Gaza. 1330 studenti universitari residenti nella zona di Ashkelon hanno ricevuto una borsa di studio che prevede la copertura delle loro spese di vitto e alloggio. Rifugi antimissile mobili verranno potenziati e permetteranno ai bambini di percorrere al riparo nuovi tragitti da casa a scuola. Terminate le festività ebraiche sono partiti da Israele oltre 3000 shlichim, inviati, il cui incarico è avviare, sostenere e potenziare le attività di Sochnut ovunque nel mondo. Dall’India arrivano i primi selfie di Elad e Sivan, impegnati nella diffusione del progetto TEN. A Roma, si insedierà la prossima settimana Tamar, a Milano aprirà uno sportello all’interno della scuola ebraica, destinato specificamente ai liceali che intendono proseguire gli studi in università israeliane, a Torino, Genova e Livorno la collaborazione con le locali comunità ebraiche è stata rinnovata.
In Ucraina ha ripreso vigore il programma Na’aleh, acronimo ebraico per immigrazione giovanile in anticipo sui genitori. Fondato nel 1992 dal Ministero dell’Educazione e della Cultura israeliano su richiesta dei genitori che cercavano un modo per mandare i figli in Israele in una cornice educativa controllata e protetta, il progetto è il trampolino ideale per permettere ai giovani di lasciare il loro paese e continuare gli studi in Israele. Il programma di 2-3 anni garantisce ai partecipanti di completare le superiori in Israele con un diploma di maturità israeliano utile per l’iscrizione all’università. L’obiettivo è di far arrivare in Israele anche i genitori e altri membri della famiglia. Non è facile per degli adolescenti lasciare la famiglia e gli amici, arrivare in un paese nuovo di cui non conoscono la lingua e la cultura. I candidati vengono prima scelti dall’Agenzia Ebraica, devono poi superare un rigoroso processo di selezione. Na’aleh è presente in gran parte delle istituzioni educative d’Israele, inclusi i villaggi giovanili e i collegi. Durante il primo anno di studi gli studenti Na’aleh costituiscono una classe speciale, sostenuta da una squadra di educatori e consulenti e da una “madre della casa” che parla russo (o quanto meno lo parla almeno uno dei componenti della squadra di sostegno), inoltre, un terapista è sempre a disposizione per offrire agli studenti sostegno sociale e psicologico se e quando necessario. Dal secondo anno di studi gli adolescenti vengono integrati o in toto o in parte nelle classi regolari frequentate dai loro coetanei israeliani.
Mentre un crescente antisemitismo assume nuove forme, come il terrorismo e la delegittimazione, il significato e la centralità dello Stato di Israele per il popolo ebraico risultano sempre più evidenti. Ma l’importanza di Israele non si limita alla questione della sicurezza: lo Stato ebraico è il bene più prezioso dell’ebraismo anche dal punto di vista culturale; ecco perché l’Agenzia Ebraica continua a investire energie e risorse per permettere ad un paese dinamico di esistere e guidare il popolo ebraico nel XXI secolo. L’Agenzia Ebraica, sognata dai nostri nonni, coltivata dai nostri padri è oggi attiva più che mai, con l’impegno nostro e delle giovani generazioni, insieme, con Israele, per la vita.


Claudia De Benedetti, Presidente Agenzia Ebraica - Sochnut Italia


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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