Olanda: ai musulmani 'moderati' è caduta la maschera
Analisi di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
L’Olanda è uno specchio attraverso il quale si possono vedere le diverse facce, in genere poco conosciute, delle comunità musulmane in Europa. Quanto è accaduto nella passata estate ne ha portato alla luce i diversi aspetti.
Il primo è stata la dimostrazione di come l’islamo-nazismo olandese abbia iniziato apertamente ad appoggiare, con diverse manifestazioni pubbliche, Isis e Hamas. Questi raduni, in gran parte, venivano però spacciati falsamente come “pro-Gaza” o “anti-Israele”. Ma i musulmani non sono i soli a partecipare a questi raduni dell’odio, anche fra gli organizzatori vi sono partiti politici, come i “Green Left” e il Partito socialista.
C’è un altro aspetto, meno visibile, rappresentato da coloro che venivano creduti moderati, senza un passato di estremismo islamico, e che ora rivelano la loro vera natura. Agli inizi questi raduni erano giudicati dei fatti isolati, ma quando il loro sostegno è diventato evidente, soprattutto da parte della comunità musulmana, divenne chiaro che il problema dei ‘falsi moderati’ era più serio di quanto era stato valutato.
L’attenzione dei media fu attratta da un tweet di Yasmina Haifi, una candidata del Partito Laburista nelle elezioni parlamentari del 2012, inclusa però in una posizione di lista che ne escludeva l’elezione. Il 13 agosta aveva twittato “Isis non ha nulla a che vedere con l’islam.. è un complotto dei sionisti che vogliono diffamare l’islam”. La sua intenzione era non solo ripulire l’immagine del movimento islamo-nazista più estremo al mondo, ma introduceva e diffondeva la teoria della cospirazione da parte degli ebrei, che lei definiva ‘sionisti’.
L’Olanda, come molti paesi europei, è un terreno fertile per le teorie cospirative attribuite a ebrei e Israele. 5 milioni di olandesi maggiorenni ritiene che Israele “sta sterminando i palestinesi”, come ha rivelato un recente sondaggio. Il tweet di Haifi ha destato molta attenzione per il fatto che lavorava in qualità di ‘project manager’alla NCTV, l’organizzazione anti-terrorismo più importante del governo olandese.
Quando è stata sospesa dal suo incarico, venne creato a suo sostegno un sito web, colmo di commenti in linea con le sue tesi, ad esempio uno di Nizar Mourabit, uno pseudonimo, nel quale sosteneva che l’Isis non rappresenta l’islam e i musulmani laici, pur negando che l’Isis fosse una “cospirazione sionista”. Il commento è stato rimosso, con questa spiegazione: “ questo sito è a sostegno di Haifi, così come per chi crede che ci sia una relazione tra sionismo e Isis”.
NRC, un quotidiano olandese, intervistò il moderatore del sito, Ismail Selvi, che in passato era stato espulso dalla Accademia Militare olandese, il quale affermò che riteneva opportuno concedere a Haifi uno spazio alle sue assurde fantasie. Questo sito ha ospitato 6.800 sostenitori.
Haifi lasciò poi il partito laburista, anche perché temeva di venire espulsa. Un’altra cosiddetta musulmana moderata a cui cadde la maschera è Fatima Elatik, del Partito Laburista, dove aveva avuto l’incarico di trovare finanziamenti per il restauro del cimitero ebraico di Amsterdam. La scorsa estate ha attivamente partecipato a una manifestazione pro-Hmas, una di quelle che venivano presentate come anti-Israele. Fu vista abbracciare un amico che vestiva una t-shirt con la scritta “ Palestina libera, Stop al genocidio”. Elatik era sostenuta da SMN, una organizzazione marocchina che rappresenta gli immigrati dal Marocco. SMN considerava scandaloso che Esther Voet, la presidente della lobby pro-Israele CIDI, avesse criticato Elatik. L'SMN la considerava una alleata degli ebrei nella battaglia contro l’anti-semitismo. Questo solo perché aveva aiutato la comunità Ebraica a rimettere in ordine il vecchio cimitero,doveva esssere considerato un contrappeso alla partecipazione di Elatik alla manifestazione che sosteneva la propaganda genocida di Hamas.
Pur ottenendo meno attenzione, ma sempre rilevante, è stata una intervista pubblicata sul quotidano olandese Parool, con Tofik Dibi, ex parlamentare del “Green Left Party”, dove Dibi confermò di essere diventato un estremista.
Non fece cenno però al fatto che Hamas proponesse lo sterminio degli ebrei e che il blocco di Gaza fosse il risultato degli attacchi di Hamas a Israele e non viceversa. Dibi scrisse poi che il comportamento del governo israeliano doveva essere giudicato nella stessa misura di quello dell’Isis.
Questo genere di affermazioni è possibile perché la stampa olandese raramente, se non mai, cita l’uguaglianza dell’ideologia di Isis con quella di Hamas. Quando Dibi era ancora deputato, propose che gli ebrei avrebbero dovuto studiare la Nakba, mentre i musulmani avrebbero dovuto studiare la Shoah. Dibi dimenticò, non a caso, che la Nakba non solo non era avvenuta in Olanda, ma che era stata il risultato del fallimento dei palestinesi e dei loro alleati arabi nell’aver mancato di realizzare lo sterminio di massa di tutti gli ebrei che vivevano in Israele.
Per finire, una figura marginale, quella di Chahid Soliman, che nel passato rappresentava il “Green Party Left” nella città di Oosterhout. Nello scorso agosto scrisse su Facebook quanto segue: “ Per essere chiari, Isis, Boko Haram e Netanyahu sono per me equivalenti. Fermate il commercio delle armi via l’aeroporto di Amsterdam, l’Olanda non deve essere complice di Gazacaust”. Aggiunse poi :” Solidarietà con Yasmina Haifi. Isis non ha nulla a che fare con l’islam. E’ un complotto dei sionisti per diffamare l’islam”. Soliman scrisse poi ancora su Facebook: “ Auschwitz era piena di milionari, peccato che Hitler non abbia finito il suo lavoro” “ aspettiamo il suo ritorno”.
Questa ultima affermazione è stata rimossa qualche giorno dopo.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.
Il prossimo libro di Manfred Gerstenfeld sarà The War of a Million Cuts, e analizzerà come Israele e gli ebrei vengono delegittimati e come combattere questa battaglia.
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