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La Stampa Rassegna Stampa
02.11.2014 L'arcivescovo Nosiglia va a Gaza e dintorni. E' in pessima compagnia
La politica ostile del Vaticano a Israele non cambia. Cronaca di Maria Teresa Martinengo

Testata: La Stampa
Data: 02 novembre 2014
Pagina: 42
Autore: Maria Teresa Martinengo
Titolo: «Nosiglia va a Gaza in missione di pace con la presidenza Cei»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/11/2014, a pag. 42, con il titolo " Nosiglia va a Gaza in missione di pace con la presidenza Cei ", la cronaca di Maria Teresa Martinengo.

Maria Teresa Martinengo

milizie di Hamas a Gaza   Cesare Nosiglia


i cristiani scappano da questi due, non da Israele,qualcuno lo dirà a Nosiglia ?


Cesare Nosiglia è l'arcivescovo di Torino, il fatto che partecipi a un viaggio in "Terra Santa" organizzato dalla CEI, suscita il nostro interesse, vista la cronaca uscita sul quotidiano torinese. Alcune osservazioni:

1. L'aspetto che più colpisce - tanto da essere nel titolo - è la visita a Gaza. Come mai non è andato a luglio/agosto ?  Sarebbe stato il momento migliore per vedere da vicino, e con i propri occhi, quale era la politica di Hamas, l'uso cinico e criminale dei civili, le postazioni dei missili dislocate nelle scuole, ospedali, abitazioni private.
2. avrebbe potuto vedere quale funzione avevano i tunnel, sempre che l'avesse chiesto
3. Condivisibile la preoccupazione di Mons. Galantino a fine articolo, ma non crede che la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente sia un fatto esclusivamente di pertinenza arabo-musulamana ? a Gaza non ce n'è quasi più nessuno, e anche dai Territori palestinesi, che Nosiglia visiterà, la situazione non è migliore. Si accontenterà di quello che gli verrà detto e mostrato ? Perchè non chiede un incontro a Nazareth con Padre Nadaf ?
4. In quanto alla rappresentaza diplomatica vaticana residente anche e soprattutto in Israele, perchè Nosiglia non si informa sulla loro reale funzione ? Non sa che tutto il loro impegno è rivolto contro Israele ?
5. Solidarietà, comunione e pace - citate nell'articolo - le potrà trovare in Israele, sempre che abbia la volontà di cercare informazioni reali sulla condizione dei cristiani.
6. Le auguriamo buon viaggio, anche se siamo più che convinti che la politica del Vaticano, per cambiare, dovrebbe essere rivoltata come un guanto, cosa che neppure Papa Francesco ha dimostrato di voler fare.

Ecco l'articolo:

Monsignor Cesare Nosiglia ha celebrato la messa nella ricorrenza dei defunti, ieri, al cimitero Parco, ricordando alla folla radunata davanti alla grande croce di ferro che «i ricordi e i valori che ci lasciano i nostri cari sono una ricchezza indelebile. Anche come impegno di vita». E che «santi sono tutti coloro che faticano su questa terra, credendo e alimentando la speranza che Dio premierà le loro fatiche». Oggi pomeriggio, diversamente dagli altri anni, l’arcivescovo non sarà al Monumentale. Al suo posto, a presiedere lamessa nel giorno di tutti i santi, ci sarà l’arcivescovo emerito, cardinale Severino Poletto. Nel pomeriggio, infatti, Nosiglia partirà per Roma e da lì per Israele: su invito del patriarca latino di Gerusalemme, i membri della presidenza Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, i tre vice-presidenti, Gualtiero Bassetti, Nosiglia e Angelo Spinillo, e il segretario generale Nunzio Galantino, fino a martedì sera saranno in Terrasanta. Domani andranno a Gaza, dove visiteranno i quartieri distrutti, l’ospedale giordano e la scuola del Patriarcato Latino. Incontreranno il vescovo ortodosso Alexios, celebreranno e si intratterranno con le famiglie della parrocchia della Sacra Famiglia. Martedì si sposteranno a Sderot, nel distretto sud di Israele, distante un chilometro dalla Striscia, e spesso fatta oggetto di lanci di razzi. «I cristiani laggiù sono un po’ tra due fuochi - ha detto ieriNosiglia- andiamo per vedere la situazione, parlare con i palestinesi, fare qualche incontro anche con gli israeliani. Saremo a disposizione del patriarca, che ha fortemente voluto questo segno di solidarietà, comunione e pace. La Conferenza Episcopale Italiana ha sempre sostenuto le chiese cristiane in Palestina. Poi, la Cei è Italia e in Italia c’è il Papa...». Monsignor Galantino, che a metà ottobre ha visitato i profughi nel Kurdistan iracheno, daRoma ha spiegato che «la visita simuove nell’orizzonte delle attenzioni manifestate dall’episcopato italiano per il Medio Oriente: all’impegno solidale per la pace e la convivenza tra i popoli, si unisce volontà di esprimere nei fatti la nostra vicinanza ai cristiani costretti dai conflitti e dalla persecuzione a lasciare le loro case: un esodo che impoverisce tutti, facendo venirmeno la presenza della Chiesa proprio nella terra da cui il Vangelo si è irradiato».

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