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La Stampa Rassegna Stampa
31.10.2014 Gerusalemme: il quartiere di Silwan fucina di violenze
Lizzie Doron intervistata da Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 31 ottobre 2014
Pagina: 13
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «'Governo miope, gli arabi non sono cittadini a metà'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 31/10/2014, a pag. 13, con il titolo " 'Governo miope, gli arabi non sono cittadini a metà' ", l'intervista di Maurizio Molinari alla scrittrice israeliana Lizzie Doron.


Maurizio Molinari      Lizzie Doron


Silwan, il quartiere di Gerusalemme spesso teatro di violenze palestinesi contro ebrei

Lizzie Doron è la scrittrice israeliana che ha vissuto a lungo nel quartiere di Silwan per raccontarne gli abitanti arabi.
Che atmosfera si respira a Gerusalemme Est?

«Si vive in un limbo. Gli abitanti arabi sono una via di mezzo fra i palestinesi e gli israeliani. Hanno le carte di identità israeliane ma non possono avere il passaporto. Hanno pensioni, servizi sociali e sanità come tutti gli altri israeliani ma vivono in quartieri dove elettricità e luce sono garantite assai meno».
È questa la genesi delle proteste a cui assistiamo?
«La genesi è nel non aver voluto affrontare e risolvere i problemi dell’occupazione, che non è una questione concernente soprattutto la terra quanto invece le persone. Il problema, e la rabbia, nasce dalla situazione di incertezza che permea ogni attimo della vita degli abitanti di Silwan come dei altri quartieri arabi di Gerusalemme. Israele sta pagando il prezzo di aver chiuso gli occhi davanti a questa situazione, considerando i residenti arabi di Gerusalemme israeliani solamente a metà».
Cosa le dicono i suoi amici di Silwan in questi giorni?
«Sono stata a Gerusalemme per incontrarne alcuni, ci siamo dati appuntamento nella lobby di un hotel del centro. Sono arrivati e vedevo che erano in imbarazzo. Gli ho chiesto se temevano di causarmi problemi per il fatto di essere arabi e la risposta è stata: “La maggioranza dei dipendenti di questo hotel è di Silwan come noi e non vogliamo che in un momento come questo ci vedano seduti sui divani a prendere il caffè con israeliani”».

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