L'articolo di Repubblica a cura di V.Vannuccini avente come oggetto l'impiccagione di Reyhaneh nasconde, a mio avviso, un baco : cauta la testimonianza della ribellione delle donne iraniane per l'assassinio di una ragazza innocente ( aberrante essere accusata di omicidio quando ci si è difese da un tentativo di stupro), cauta anche la condanna per le donne sfregiate dall'acido perché non vestite correttamente, ma cauto anche tra le righe una sorta di dubbio che ci siano tentativi di ostacolare la marcia moderata di Rohani. Confondendo come sempre la forma con la sostanza: Rohani non è un moderato, la condanna di Reyhaneh non l'ha mai messa in discussione perché è l'applicazione della LEGGE, gli attacchi con l'acido sono reati , ci sono altri modi per convincere le donne a sottostare alle regole e sono tutti ampiamente applicati con, diciamo, fermezza. E' l'Occidente che vuole vedere in Rohani una svolta del regime, ma la svolta è solo frutto della miopia, e dell'ipocrisia della politica e dei media. E bene ha fatto P. Battista a ricordare sul Corriere il romanzo Leggere Lolita a Teheran, come antidoto alla brutalità del regime, l'ho letto credo dieci anni fa, e da allora non è cambiato nulla.
Annalisa Rossi
La cautela, quando si parla di violazioni di fondamentali diritti umani, va abbandonata. Putroppo a molti conviene, oggi, mostrarsi aperti con il crudele regime iraniano in funzione anti-Isis, e dimenticando come al solito le esigenze difensive di Israele, che un Iran dotato di armi nucleari metterebbe in pericolo.
IC redazione