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Informazione Corretta Rassegna Stampa
27.10.2014 IC7 - Il commento di Andrea Jarach
Dal 19 al 25 ottobre 2014

Testata: Informazione Corretta
Data: 27 ottobre 2014
Pagina: 1
Autore: Andrea Jarach
Titolo: «IC7 - Il commento di Andrea Jarach»

Il commento di Andrea Jarach
Dal 19 al 25 ottobre 2014

Se non io per me chi per me


Peshmerga curdi presso Kobane

Non sappiamo ancora come finirà la battaglia di Kobane, la città kurda al nord della Siria sotto assedio da parte di ISIS. Ma indipendentemente dall'esito finale di questa battaglia abbiamo potuto comprendere molte cose che riportate alla situazione di Israele ci devono far pensare.
Innanzitutto la totale impotenza delle organizzazioni internazionali, a partire dall'ONU. Ma molto più preoccupante è stata la quasi inefficacia dell'intervento difensivo delle potenze mondiali e dei loro arsenali di guerra.
Per settimane la battaglia infuriava senza alcun supporto ai kurdi. Molto, molto inquietante osservare i carri armati turchi (nostri alleati nella NATO) stazionare in attesa che l'opera di pulizia etnica fosse svolta da ISIS contro i comuni nemici kurdi. In fondo ISIS si avvale di qualche migliaio di militari più o meno improvvisati, di qualche carro armato senza particolari pezzi di ricambio, di camionette armate di cannoncini e mitragliatrici. E di una grande fanatica determinazione. Gli eserciti attivi nel contrasto, a parole, hanno missili, aviazione, elicotteri da attacco, e ogni attrezzatura possibile oltre a migliaia di militari stanziati nell'area. Risulta dunque difficile credere che ci sia stato un reale impegno nel supporto ai kurdi per la difesa di Kobane e soprattutto della popolazione civile minacciata di stragi come già avvenuto in altre parti della Siria e dell'Iraq.
Dopo Srebrenica e i suoi morti nel centro dell'Europa sotto gli occhi (chiusi) delle truppe ONU, dopo gli eventi di Kobane e le migliaia di altri episodi nel mondo dove il sopruso e la forza dei fanatici si fanno gioco delle ragioni altrui non resta che concludere che il diritto internazionale non abbia alcun mordente e potere di fronte alla violenza selvaggia e alla determinazione degli aggressori. Nessuno ci vuole mettere davvero del suo senza un tornaconto. Ecco perché gli appelli a Israele perché abbassi la guardia e conceda al nemico storico territori strategici sono incitamenti alla autodistruzione di questo Paese ma ancor di più incentivi a chi non ha assolutamente rinunciato al sogno di sterminare il popolo ebraico. Se Israele non avesse Iron Dome oggi piangeremmo centinaia di morti e se non avesse la sua aviazione sarebbe finito nel 1967. Se non avesse armi deterrenti e sottomarini lanciamissili avremmo certamente oggi qualcuno che rimpiangendo la sparizione di Israele se la caverebbe con una autocritica di fronte a una tragedia umanitaria in Medio Oriente.
Per fortuna Israele ha imparato la lezione della storia e non fa più conto sui buoni sentimenti o sulle parole delle organizzazioni internazionali o degli alleati.
Una situazione difficile ma non ci sono alternative. Abbassare la guardia non è possibile. Tutto questo fino a che un nuovo assetto del Medio Oriente non prenderà consistenza e i fanatici non verranno messi a tacere.

 

Andrea Jarach


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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