Gentilissima Redazione,
dopo aver letto l'articolo di Io Donna e la lettera della signora Mara del 18 ottobre, ho fatto una rapida ricerca sul sito ufficiale dell'UNESCO e su quelli del Jerusalem Post e di ynet-news. Ho scoperto che il villaggio di Battir (antica Beitar) è stato inserito quest'anno dall'UNESCO nell'elenco dei siti in pericolo (con l'indicazione della 'Palestina' come Paese in cui è incluso, trattandosi di area al di là della linea armistiziale del 1949: l'UNESCO ha, evidentemente, già deciso a chi attribuire i Territori contesi).
Oggetto da proteggere non sono semplici uliveti o vigneti, bensì un antichissimo sistema di terrazzamenti e sistemi di irrigazione da sorgenti sotterranee risalenti almeno all'età romana, che si estende su un'intera vallata se non più di una (non ho avuto il tempo di approfondire). Da quelle parti dovrebbe passare la barriera difensiva che Israele ha iniziato a costruire una decina di anni fa per prevenire gli attentati terroristici e non ha ancora completata. Vi è stata discussione, anche in seno alle competenti autorità israeliane, in ordine al tracciato della barriera difensiva in tale zona ed alla sua compatibilità con la preservazione del sito di Battir: preservazione che sta a cuore ad Israele non meno che all'UNESCO (io sospetto di più, trattandosi di Eretz Israel).
La notizia più recente che ho potuto trovare risale al 20 settembre 2014, quando il Governo israeliano, dopo una discussione del Consiglio dei ministri, ha deciso di rinviare ogni decisione sulla conferma o modifica del tracciato della barriera difensiva. Tracciato che, per quanto ho potuto capire, lascerebbe, se non modificato, vari centri abitati israeliani del Gush Etzion (quelli intorno a Gerusalemme) al di là della barriera difensiva, sicchè anche i loro abitanti hanno mosso obiezioni per evidenti ragioni di sicurezza.
Cordialmente,
Annalisa Ferramosca
Grazie per le sue preziose informazioni, che ci confermano:
1. quanto il pezzo del settimanale femminile fosse superficiale
2. Quanto l'Unesco, di fronte alla scelta tra archeologia e vite umane da salvare, scelga la prima, soprattutto se le vite da salvare sono israeliane.
3. Quanto il governo di Israele debba essere attento nel preservare l'identità dei propri cittadini.
grazie ancora,
IC redazione