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La storia di un budino a destra una confezione Cari amici, una delle cose più tristi per chi cerca di difendere Israele contro la grande maggioranza dei media e dei politici che lo osteggiano non solo nel Terzo Mondo e nei paesi arabi è dover constatare che c'è in Israele e nel mondo ebraico una minoranza, piccola ma ostinata e priva di scrupoli che lavora esattamente nel senso opposto, per diffamare e possibilmente danneggiare Israele in ogni modo possibile, senza riguardi per la verità o per il buon senso. In testa a tutti, quello che si presenta come il “più autorevole” giornale israeliano, Haaretz, che ha editorialisti che spiegano come i palestinesi fanno bene a cercare di ammazzare i “coloni” e si augurano la sconfitta dell'esercito israeliano. E' una speciale tragedia del popolo ebraico di aver generato nemici dal suo seno anche nei momenti in cui era necessaria la massima unità: i Trotski e i commissari del popolo ebrei che fecero il possibile per distruggere l'ebraismo russo ben prima del nazismo, gli Otto Weininger che si fecero ammirare da Hitler, le Weil che in piena Shoà studiavano come eliminare l'ebraismo dalla Francia, il New York Times che fece il possibile per ignorare il carattere specificamente antiebraico delle stragi naziste, le Arendt che giustificarono gli assassini nazisti incolpando i dirigenti ebraici, le lobby che si batterono contro il riconoscimento di Israele, quelle che sostennero in ogni occasione il terrorismo palestinese. Certo, vi sono delle differenze, non bisogna confondere i “diversamente sionisti” di sinistra che fanno i consiglieri strategici più o meno occulti dell'Autorità Palestinese con gli ultrortodossi Naturei Karta che appoggiano Hamas e l'Iran, i giornalisti che ostentano “neutralità” coi comici che guadagnano il pane facendo la caricatura dei rabbini e ostentando amicizia con i terroristi. Ma se non è zuppa è pan bagnato; resta la tragedia dei nemici in famiglia, naturalmente apprezzati e onorati e amplificati dalla stampa europea e dai “progressisti” in genere. Ma oltre alla tragedia c'è la commedia. La disoccupazione è nettamente inferiore all'Europa, ai limiti fisiologici, la ricchezza diffusa è superiore a quella media europea (http://www.timesofisrael.com/israelis-as-rich-as-most-europeans-report/ ). Ma il gruppo (anonimo) del Milky è stato rilanciato da Haaretz, ha convocato una manifestazione a Tel Aviv, andata naturalmente semideserta (http://www.jpost.com/Israel-News/Record-low-emigration-numbers-supported-by-underwhelming-Milky-Protest-attendance-378897 ), è stato ripreso dai giornali di mezzo mondo (http://80.241.231.25/ucei/Viewer.aspx?Mode=S&ID=2014101728613233 , http://80.241.231.25/ucei/Viewer.aspx?Mode=S&ID=2014101728606383 ), sotto il concetto “i giovani israeliani, disperati dal futuro in Israele scelgono Berlino”, Berlino, la capitale di Hitler, il luogo che racchiude tanto dolore e tanti fantasmi ebraici, sarebbe meglio di Tel Aviv per gli ebrei. C'è un piccolo problema: non è vero. L'emigrazione da Israele è ai minimi storici (http://www.timesofisrael.com/israeli-emigration-rates-at-all-time-low/ ), anzi vi è un consistente saldo attivo fra immigrazione, emigrazione, ritorno di israeliani che sono andati a trascorrere un periodo all'estero, per esempio per ragioni di studio o di lavoro (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/186240#.VEYLlvmsVQd ). E allora? Perché raccontare queste storie? Perché un giornale che si pretende autorevole come Haaretz, non ospita solo le sparate di Amira Hass e di Gideon Levy (odio vero da tragedia) ma anche questa buffonata del budino al cioccolato, che non ha nessuna base fattuale? Ve lo immaginate che cosa si dovrebbe fare in Italia, con la crisi economica, la disoccupazione giovanile, l'aumento delle tasse che viviamo e l'emigrazione vera dei giovani migliori, che tutti quelli che vivono in università conoscono bene? Altro che Milky... E però non si parla di questo a proposito dell'Italia o dell'Europa, ma di Israele. La ragione è una sola, “la calunnia è un venticello”, che diventa “un colpo di cannone”, come dice Don Basilio nel “Barbiere”. O in termini goebbelsiani, una bugia ripetuta abbastanza e senza vergogna viene percepita come vera. Ugo Volli |
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