Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/10/2014, due corrispondenze di Maurizio Molinari a pag.12/13.
Maurizio Molinari
Ecco gli articoli, preceduti da un nostro commento.
Svastiche con la stella di David sulla spianata delle moschee
Nessun stupore, se Abu Mazen chiama gli ebrei 'mandrie di bestiame', la stella di David equiparata alla svastica è la naturale conseguenza.
Abu Mazen accusa Israele di «dissacrare» la Spianata delle Moschee nella città vecchia di Gerusalemme e sul selciato che la ricopre compaiono per la prima volta graffiti che equiparano la svastica nazista alla stella di David, simbolo dello Stato ebraico. La scoperta delle scritte, con vernice blu, è avvenuta in tre luoghi del «Harem al-Sharif» - come i musulmani chiamano il terzo luogo più sacro dell'Islam - sul quale sorgono le moschee di Omar e di Al Aqsa. Micky Rosenfeld, portavoce della polizia, ha annunciato l'apertura di un'inchiesta contro il gesto di matrice razzista che evoca scritte simili comparse in città europee per insultare gli ebrei. Il ritrovamento segue di 48 ore il discorso pronunciato a Ramallah da Abu Mazen, presidente palestinese, nel quale ha invocato la «necessità di difendere il nostro santuario dalla dissacrazione compiuta dai coloni ebrei» da lui paragonati a «mandrie di bestiame». «Difendere Al Aqsa significa difendere Gerusalemme - ha aggiunto il leader dell'Anp - il gioiello della corona, capitale eterna dello Stato palestinese, senza il quale non ci sarà il nostro Stato». I toni accesi di Abu Mazen hanno coinciso con una manifestazione organizzata a Gaza da Hamas per «difendere Al Aqsa dalle minacce israeliane» mentre Khaled Meshaal, leader di Hamas in esilio, si è spinto fino ad accusare il governo di Netanyahu di volersi «impossessare di Al Aqsa». La scelta di Autorita nazionale palestinese (Anp) e Hamas di aprire un fronte di attrito contro Israele sulla Spianata delle Moschee - che si trova sul Monte Moriah dove la Bibbia vuole che avvenne il sacrificio di Isacco e dove sorgeva il Tempio di Salomone distrutto dai romani nell'anno 70 - è evidenziata da settimane di scontri fra manifestanti e polizia, culminati mercoledì scorso in una battaglia che ha visto i palestinesi innalzare barricate e lanciare bottiglie incendiarie. Abu Mazen si è spinto fino a minacciare Israele di «azioni legali internazionali». All'origine dell'attuale contenzioso c'è il fatto che, da oltre un anno, piccoli gruppi di ebrei osservanti salgono due volte la settimana sull'Har Ha-Bait - il Monte del Tempio, luogo più sacro dell'ebraismo - protetti dagli agenti. Gli accordi fra Israele e Giordania che regolano lo status della Spianata dall'indomani della Guerra dei Sei Giorni del 1967 impediscono agli ebrei di pregarvi e per non violare tali intese gli ortodossi sostano solo su corridoi laterali senza praticare funzioni religiose. Ma il Waqf, l'Autorità musulmana che gestisce la Spianata, non gradisce le visite di ebrei ortodossi e Abu Mazen ha scelto di fare propria tale opposizione, suscitando le ire del ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman che lo accusa di «antisemitismo» per «aver affermato che gli ebrei in quanto tali non possono pregare in un'area di Gerusalemme». La tensione ha spinto il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, a parlare di «ripetute provocazioni che infiammano gli animi e devono cessare subito».
"Ha legami con Hezbollah", Israele contro la squadra araba
Azmi Bishara Solo pallone ?
Che il calcio si presti a iniziative politiche non è una novità. Più che logica quindi la reazione di Israele - reazione politica - di fronte alla collaborazione di una squadra araba con un ricercato dalla giustizia israeliana, rifugiatosi in Qatar sotto l'ala protettiva dei capi della Striscia. Va bene prendere a calci il pallone, ma ignorare che Hezbollah è una entità terrorista che si prefigge la distruzione di Israele non è cosa buona nemmeno per una squadra di calcio araba.
II Bnei Sakhnin è una squadra araba che milita nella Premier League del campionato di calcio israeliano ed ora è nella tempesta per una cerimonia dal sapore politico celebrata prima del match di sabato contro l'Hapoel Tel Aviv. Giocatori, dirigenti e presidente del Bnei Sakhnin hanno infatti reso omaggio ad un misterioso «finanziatore del Qatar» che ha versato 2 milioni di dollari nelle casse del club e il riconoscimento è stato consegnato nelle mani di un rappresentante del partito arabo Balad che, accettandolo, ha fatto il nome di Azmi Bishara. E stato proprio questo nome ad innescare il putiferio perché Bishara, fondatore di Balad e più volte deputato alla Knesset (il Parlamento israeliano), nel 2007 fuggì dallo Stato ebraico inseguito da un'indagine della polizia che lo accusava di aver «spiato per conto di Hezbollah» durante il conflitto avvenuto nel Libano del Sud l'anno precedente. Da allora Bishara vive in Qatar, dove dirige un centro studi vicino alla famiglia reale, che è poi uno dei maggiori finanziatori di Hamas. Da qui la reazione del ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, che ha proposto la sospensione di Bnei Sakhnin dal campionato di calcio «per aver pubblicamente ammesso legami con una spia del nemico»
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