L'inadeguatezza della politica estera americana si manifesta tale in maniera ancora piů vistosa quando la vediamo applicata a Israele in relazione con il terrorismo globale islamico. Pubblichiamo l'intervento di Fiamma Nirenstein da Gerusalemme, come sempre chiaro, lucido, coraggioso.
Che hanno per sorridere ? Fiamma Nirenstein
Non c’č spiegazione né scusa per quello che Kerry ha detto sul legame fra il conflitto israelo-palestinese, e anzi, la sua causalitŕ, e l’orribile, crudele svolta dell’islamismo con le decapitazioni dell’ISIS. Č chiaro anche a un asino: se mai ci fosse, il nesso risiede nel desiderio arabo dominante di spazzare via anche Israele, considerato un Paese occidentale e quindi infedele, e il disegno di uno Stato Islamico onnicomprensivo e onnipotente. Eventualmente Kerry avrebbe dovuto invitare i palestinesi ad abbandonare i loro sogni imperialistici e dominatori. Ma Kerry non ha mai capito niente di Medio Oriente e di Islam, ha pensato con Obama che la Fratellanza Musulmana fosse un’organizzazione moderata da sostenere, con lui immagina che compiacere il mondo islamico fosse la chiave del progresso e della pace mentre i morti aumentavano a centinaia di migliaia in scontri tribali, intra-religiosi, č passato sopra agli orrori di Assad e dei suoi avversari, salvo ora a costituire una fragile coalizione internazionale. Il suo eterno colpevolizzare Israele č un regalo agli assassini, ed č un anello di congiunzione con la tradizione antisemita di colpevolizzare gli ebrei. Adesso manca solo che, come con la peste nera, vengano accusati di propagare Ebola. Ha fatto contenti gli antisemiti antisraeliani di tutto il mondo. Un geniale link da contrapporre all’asineria colpevole di Kerry č quello fatto da Angelo Panebianco su Il Corriere della Sera fra il falso progressismo e la strana “distrazione” di quelli che vanno in piazza contro Israele e si ritrovano a gridare “morte agli ebrei”. E’ successo in tutta Europa, e sembra che tale distrazione abbia raggiunto anche Kerry.