Gentilissima Redazione, vorrei segnalare che più ampie notizie sulla condanna a morte di Asia Bibi - contadina cristiana, madre di quattro o cinque figli, in carcere dal 2009 - e sulla mostruosa legge pakistana sulla 'blasfemia' in forza della quale è stata pronunciata la sentenza si possono trovare su "Avvenire" (cartaceo e sul web), che ne ha seguito passo passo la vicenda sin dall'inizio, lanciando anche un pubblico appello (che anch'io sottoscrissi) per la sua liberazione e la libertà di coscienza e religione. Uno degli aspetti più ripugnanti - e significativi - del caso specifico (denunce, condanne e linciaggi per 'blasfemia' in Pakistan ormai non si contano più) è che la lite cui il trafiletto della "Stampa" accenna ebbe origine dal fatto che Asia Bibi bevve da un pozzo e fu accusata dalle compagne di lavoro musulmane (cui forse ebbe la malaugurata idea di offrire da bere) di aver 'contaminato' l'acqua o il pozzo stesso, in quanto gli 'infedeli' sono 'impuri'. 'Impuri': ci rendiamo conto della mostruosità dell'idea? Che non è limitata al Pakistan, visto che giorni fa ho letto, non ricordo più dove, di una giovane nordafricana (tunisina?) che, accompagnando a scuola il figlio della sorella, in una città italiana o comunque europea, si fermava sul marciapiede opposto (lasciando che il bambino attraversi da solo la strada!) per evitare di avvicinarsi agli 'impuri' 'infedeli'.
La vita di Asia Bibi è appesa ad un filo. Posso solo pregare che la Corte Suprema rovesci la sentenza della Corte di Appello, ma i giudici pakistani sono soggetti a tremende minacce da parte dei sostenitori della legge sulla 'blasfemia' ed i politici che si sono battuti per la sua abrogazione sono stati assassinati. Se avete notizia di qualche nuova iniziativa in difesa della libertà umana, sarò lieta di aderire.
Cordialmente,
Annalisa Ferramosca
Bene ha fatto Avvenire a dare risalto alla vicneda di Asia Bibi. Quello che noi critichiamo di Avvenire, come anche altri giornali cattolici, è il giudizio benevolo sull'islam, come se il terrorismo islamico si rifacesse ad un altro testo e non al Corano. Il direttore di Avvenire, Tarquinio, proprio stamattina, nella trasmissione "Prima Pagina" di Rai3, commentando la visita della Presidenza della Camera Boldrini alla moschea di Roma, ha elogiato l'islam quale 'religione di pace', ha proprio detto così. Ignorando in questo modo tutti quei musulmani per bene che si battono non contro un uso illecito dell'islam, ma contro il fondamentalismo che ne è parte integrante. La Chiesa cattolica è sulle stesse posizioni, come, purtroppo, gran parte dell'Occidente. Sicuramente per paura, ma non è così che vincono le guerre.
Non raccogliamo firme nè facciamo petizioni, preferiamo chiedere ai nostri lettori di scrivere ai media le loro opinioni.
un saluto cordiale, IC redazione