Libia: Egitto contro gli islamisti, la guerra si estende Cronaca del Foglio
Testata: Il Foglio Data: 17 ottobre 2014 Pagina: 4 Autore: la redazione Titolo: «Fallita l'operazione del generale Haftar, ora l'Egitto guida la guerra in Libia»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 17/10/2014, a pag. 4, l'articolo "Fallita l'operazione del generale Haftar, ora l'Egitto guida la guerra in Libia".
Khalifa Haftar Abdel Fattah Al Sisi
Abdullah Al Thani
Roma. Il mese scorso a Bengasi, in Libia, i miliziani islamisti si tuffavano in piscina dal balcone di uno degli edifici annessi all'ambasciata americana della città, evacuata mesi prima. Dieci giorni dopo il Parlamento appena eletto e il governo del premier Abdullah al Thani, con Tripoli e Bengasi in mano alle milizie, erano costretti a rifugiarsi nella città costiera di Tobruk, vicino al confine con l'Egitto, e a riunirsi su un traghetto per automobili ancorato al porto e battente bandiera greca. Nel frattempo il generale freelance Khalifa Haftar, ex gheddafiano pentito, vedeva barcollare la sua "Operazione dignità", un'iniziativa personale volta a riprendere il controllo di Bengasi grazie a settori dell'esercito libico a lui fedeli. Oggi il Parlamento è ancora confinato sul traghetto greco, ma l'iniziativa militare contro le milizie di Bengasi, riunite sotto il nome di Consiglio della shura dei rivoluzionari di Bengasi e controllate dal gruppo Ansar al Sharia, è ricominciato con un nuovo protagonista, i caccia da combattimento dell'esercito egiziano. Mercoledì, hanno detto ad Associated Press due funzionari del governo del Cairo che hanno voluto mantenere l'anonimato, aerei da guerra egiziani hanno bombardato posizioni appartenenti alle milizie nella città di Bengasi. L'operazione, hanno detto, è stata richiesta dal governo di Tobruk e i bombardamenti dureranno dai tre ai sei mesi. Alcuni capi islamisti, sentiti sempre da Ap, hanno confermato gli strike egiziani ("Ci bombardano giorno e notte"), ma il governo del Cairo ha smentito le operazioni. A complicare la questione ci sono alcuni rappresentanti del governo libico che dicono che sì, aerei egiziani hanno bombardato Bengasi, ma i piloti erano libici. Gli aerei, dicono, sono stati "affittati". I bombardamenti sono iniziati in concomitanza con una rinnovata operazione di terra, ma non è chiaro chi ne abbia il comando. A sentire i funzionari egiziani, l'iniziativa militare è in mano al governo di Tobruk. L'Egitto tratta direttamente con il nuovo capo di stato maggiore dell'esercito libico, il colonnello Abdusalem al Obaidi, che nelle ultime settimane ha fatto numerosi viaggi al Cairo. Anche il premier al Thani, che ha dichiarato che le truppe a Bengasi sono tutte sotto il comando del governo, è stato al Cairo la settimana scorsa, e il ministro della Difesa egiziano gli ha garantito "tutto il supporto" necessario per "combattere il terrorismo". Ma mercoledì, poco prima dell'inizio dell'operazione, si è fatto vivo anche il generale Haftar, che con un messaggio televisivo ha annunciato una nuova fase dell'Operazione dignità per riprendere Bengasi, e molti, tra questi il New York Times, hanno ritenuto che la nuova iniziativa militare sia in realtà soprattutto opera sua. Ieri, dopo 24 ore di scontri, le milizie islamiche mantenevano le loro posizioni. Le vittime da entrambe le parti erano oltre 25. L'estate scorsa il governo americano ha accusato l'Egitto e gli Emirati arabi di aver compiuto un bombardamento contro le milizie islamiste a Tripoli. Il Cairo smentì, e il caso non ebbe seguito. Ma una campagna aerea egiziana che dura dai tre ai sei mesi sarebbe un'altra cosa, e scatenerebbe le ire delle potenze regionali (Turchia e Qatar con le milizie, Egitto, Arabia Saudita ed Emirati con il governo) che in Libia combattono una guerra per procura.
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