Dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/10/2014, riprendiamo, a pag. 16, con il titolo "Ricostruire Gaza: la partita del Qatar primo donatore", la cronaca di Davide Frattini.
L'Italia ha offerto 19 milioni di euro per la "ricostruzione" di Gaza, che verrà comunque gestita da Hamas, che non ha nessun interesse a favorire il benessere degli abitanti della Striscia, ma soltanto a proseguire la guerra senza quartiere contro Israele. Ricordiamoci come sono stati utilizzati fino ad oggi gli aiuti da sempre offerti molto generosamente a Gaza: per la costruzione non di scuole, ma di tunnel della morte; non di abitazioni, ma di bunker per i leaders di Hamas, non di ospedali, ma di infrastrutture del terrore da cui colpire Israele.
Sarebbe meglio utilizzare questi 19 milioni per rimettere in sesto Genova dopo l'alluvione che l'ha colpita nei giorni scorsi, invece che offrirli su un piatto d'argento ai terroristi di Hamas.
Invitiamo i nostri lettori a scrivere al più presto a Matteo Renzi, per chiedergli di bloccare questo folle sperpero di denaro pubblico, a questa e-mail, specificando 'alla attenzione di Matteo Renzi'
segreteriadelportavoce@governo.it
Ecco come viene usato il cemento che entra nella Striscia: nella costruzione dei tunnel del terrore
Ecco l'articolo:
Davide Frattini Abdel Fattah al Sisi Federica Mogherini
I soldi promessi e le promesse mancate. I donatori arrivati al Cairo offrono quasi cinque miliardi e mezzo di dollari (4,4 miliardi di euro) per la ricostruzione di Gaza. I sessanta giorni di guerra tra Hamas e Israele hanno devastato la Striscia, le elargizioni garantite alla conferenza in Egitto superano la cifra sperata e indicata (4 miliardi) dal presidente palestinese Abu Mazen. Che però non sembra trovare un accordo con i fondamentalisti, l'unità nazionale resta traballante anche dopo che il nuovo governo si è per la prima volta riunito a Gaza.
Oggi la sua Guardia avrebbe dovuto dispiegarsi ai valichi con Israele, una condizione posta dal premier Benjamin Netanyahu per concedere il passaggio dei materiali più importanti: gli israeliani temono che Hamas possa utilizzarli per ricostruire l'arsenale. I leader fondamentalisti negano di aver ceduto il controllo alla frontiera, «tutto resta come prima». Anche a Rafah, il punto di passaggio con l'Egitto, che non è stato menzionato al Cairo. Eppure il presidente Abdel Fatah Al Sissi ne aveva assicurato la riapertura.
John Kerry, il segretario di Stato americano, ha lanciato un appello perché riprendano i negoziati di pace. «Il cessate il fuoco e i finanziamenti non bastano». Adesso gli Stati Uniti e l'Europa (450 milioni di euro offerti, l'Italia quasi 19) devono monitorare le spese, verificare come vengano usati i fondi. L'intelligence israeliana cercherà di seguire dove andrà a finire il miliardo di dollari assicurato dal Qatar, il piccolo emirato che è diventato lo sponsor principale di Hamas.+
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