Riprendiamo da IO-CORRIERE della SERA di oggi, 11/10/2014, a pag. 36, con il titolo "Chiantishire ? No, vigne della Palestina " la breve di Valentina Ravizza, una notizia chiaramente non attendibile. Il luogo distante 15 Km da Gerusalemme, Battir, è situato - stante a quanto scrive la cronista- nei territori contesi, quindi non è per niente vero che si possa definire Palestina. A differenza di Betlemme, che invece trovandosi nell'area A, è sotto la completa amministrazione dell'Anp.
Israele poi, non distrugge mai nè vigneti nè uliveti, questa è prassi tipicamnete araba, come dimostrano le serre distrutte a Gaza dopo la consegna della Striscia. Ravizza confonde Roma con Toma, la sua è disinformazione. Indegna. Il ìretrogusto' lo prova chi legge il suo pezzo.


Valentina Ravizza
Un susseguirsi di terrazzamenti verdi con orti, uliveti e vigneti, interrotti solo dallo scorrere dell'acqua lungo millenari acquedotti. Non è il Chianti, ma il villaggio di Battir, terra palestinese di oli e vini (a mezz'ora da Gerusalemme) tanto buoni da essere tra i patrimoni dell'Unesco. Un successo dal retrogusto amaro, però, perché si rischia che il sito scompaia. Israele si prepara, infatti, a espropriare 400 ettari di campi e abitazioni nell'area di Betlemme, che dista 15 chilometri, per trasformarli in insediamenti di coloni. Basterà un eco-museo (finanziato, tra gli altri, da enti locali italiani) a proteggere queste colline.
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