“New Horizon”, seconda Internazionale antisemita a Teheran
Segnalazione di Alessio Marchi
Claudio Moffa Roberto Quaglia Claudio Mutti Maurizio Blonddet
I principali massmedia italiani hanno sempre dedicato un’attenzione scarsa e superficiale all’Iran degli ayatollah, minimizzando sempre il pericolo che costituisce, da quando poi è scoppiata la guerra civile in Siria e sono comparsi i tagliatori di teste jihadisti dell’Isis, l’Iran è praticamente sparito dai riflettori dell’informazione, eppure la teocrazia sciita è sempre più aggressiva e pericolosa. La costruzione della bomba nucleare prosegue indefessamente in modo spedito e con sempre meno ostacoli, il sostegno offerto alle organizzazioni terroristiche come Hezbollah e Hamas è sempre più grande, e i mullah – a partire dalla Guida Suprema Alì Khamenei – continuano ad esortare tutti i musulmani all’odio antisionista/antisemita e ad invocare la distruzione dello Stato di Israele “vero nemico dell’Islam”.
L’Iran inoltre rimane – nella sostanziale indifferenza di quasi tutti i paesi del mondo - il principale promotore globale di antisemitismo e negazionismo; finanzia gruppi e pensatori estremisti, televisioni e spazi web, e promuove conferenze accademiche. L’antisemitismo per molti anni ha tentato di darsi una prospettiva internazionale ed è proprio l’Iran degli ayatollah che gliel’ha garantita. Ad esempio, a Teheran dal 29 settembre al 1 ottobre, in occasione del 13° “International Resistence Film Festival”, si è tenuta la seconda conferenza “New Horizon”. Secondo gli organizzatori l’evento doveva includere “decine di pensatori, filosofi, attivisti e politici di élite provenienti da tutto il mondo” che avrebbero “discusso e smascherato il dominio dei sionisti sull’industria cinematografica e l’influenza della lobby sionista in America.” Come nella precedente edizione, “New Horizon” si è dimostrato un palcoscenico privilegiato per un gruppo eterogeneo di attivisti anti-israeliani, anti-sionisti, antisemiti, teorici della cospirazione ebraica mondiale e negatori della Shoah. La conferenza è stata aperta da Mohsen Ghomi, consigliere personale della Guida Suprema Alì Khamenei, che l’ha presentata come “la più grande minaccia per i sionisti” sottolineando che “i funzionari americani sono tutti pupazzi nelle mani della lobby sionista”.
Tra i 31 partecipanti, oltre a cospirativisti antisemiti come l’americano Wayne Madsen, il brasiliano Pepe Escobar o il francese Thierry Meyssan, a gestori di siti web brutalmente antisemiti come lo svedese-marocchino Ahmed Rami di Radio Islam, è intervenuta anche l’attivista “pacifista e anti-israeliana” americana Medea Benjamin, cofondatrice della nota NGO “pacifista” e femminista CODEPINK.
Dopo la delegazione americana e francese, è stata l’Italia a inviare il maggior numero di “esperti”, ben quattro: Roberto Quaglia, Claudio Mutti, Claudio Moffa e Maurizio Blondet. Quaglia è un noto e pluripremiato scrittore di fantascienza, ex consigliere comunale di Genova, ha scritto un volume sugli attentati dell’11 settembre molto apprezzato in ambito cospirativista. Il “nazi-islamico” Claudio “Omar Amin” Mutti è uno dei più attivi polemisti antisemiti italiani, nel 1976 ha curato per le edizioni di AR di Padova un’edizione commentata dei Protocolli dei savi di Sion, ha scritto e tradotto decine di libri antisemiti, spesso editi dalla sua casa editrice Edizioni all’Insegna del Veltro. Attualmente dirige il quadrimestrale di geopolitica “Rivista Eurasia”, ed organizza conferenze accademiche sui temi a lui “cari”. Mutti, di fede sciita, è molto vicino a Roberto Hamza Piccardo dell’UCOII ed ai suoi ambienti. Claudio Moffa, docente ordinario all’Università di Teramo da decenni è attestato su posizioni antisioniste/antisemite e negazioniste, tra le sue numerose attività per la “libertà di pensiero”, ha organizzato master universitari di impronta negazionista e cospirativista, ed ha anche invitato in Italia il negazionista francese Robert Faurisson. Moffa rifiuta l’accusa di sostenere tesi antisioniste/antisemite e negazioniste, e denuncia spesso giornalisti e studiosi che gli muovono questi rilievi. Il giornalista Maurizio Blondet, noto come il re dei cospirativisti-antisemiti italiani, dirige il sito EffeDiEffe della omonima casa editrice, dove tutti giorni pubblica articoli contro i “giudei-sionisti” che accusa di ogni nefandezza: omicidio rituale, traffico di organi, complotti volti al dominio del mondo, etc. Blondet ha pubblicato sul suo sito un resoconto a tinte rosa della conferenza di Teheran (“Da Teheran, con ottimismo. Metafisico”) dove descrive i relatori di “New Horizon” come : ”bella gente onesta, seria e veritiera; ho visto tanta bella gente a Teheran” e gli iraniani : ”non nego che nella mia simpatia per loro c’entra qualcosa del loro aspetto, il tralucere della razza indo-europea… musulmani di razza ariana”. La seconda edizione di questa sorta di Internazionale dell’antisemitismo – malgrado la presenza di una folta delegazione italiana - non ha suscitato nessun interesse da parte dei massmedia italiani, degli intellettuali e dei politici che, sempre pronti ad indirizzare interrogazioni parlamentari anche sui rigori concessi durante le partite del campionato di calcio, in questo caso hanno dimostrato il consueto disinteresse che continuano a mostrare verso l’islamismo radicale e le sue componenti antisemitiche.