Cari amici buongiorno,
Moni Ovadia sbarca a Lugano e terrà uno spettacolo di cabaret Yddish mercoledì 8. All'occasione rilascia un' intervista al Corriere del Ticino, vado a leggerla per trovare le sue sparate antisraeliane.Vi segnalo il link che riporto qui di seguito la parte insopportabile: http://www.cdt.ch/cultura-e-spettacoli/notizie/116265/moni-ovadia-lo-yiddish-idioma-dell-esilio.html
Eccola, io non commento, lascio a voi.
Un cordiale shalom
Avram Chai - Zurigo
D: Anche oggi essere ebrei è difficile.
R: «Lo è sempre stato, ma prima lo era a causa degli antisemiti, oggi lo è a causa degli ebrei stessi. Da quando c'è stata questa deriva nazionalista con la nascita dello Stato di Israele, il grande spirito dell'ebraismo è vertiginosamente decaduto. Non parlo di decadenza morale, non do giudizi di questo tipo: è tecnicamente decaduto. Moltissimi ebrei, che hanno sostituito la Torah col Governo di Israele, ragionano come i peggiori nazionalisti. E questo è paradossale, perché i nazionalisti sono sempre stati antisemiti, visto che l'ebreo aveva l'identità molteplice».
D: Una posizione netta come la sua deve causarle diversi problemi.
R: «Ricevo fiumi di insulti e maledizioni. Si tratta di gente che non accetta il dialogo e non argomenta mai. Avrei tutti i titoli per dirigere un teatro o un Festival, queste cose invece vengono affidate a persone meno qualificate: la mia presa di posizione non è l'unica ragione, ma è sicuramente una delle ragioni forti».
Moni Ovadia - lo diciamo senza acrimonia - ha costruito una brillante carriera sull'ostilità manifesta verso Israele, tanto diffusa in molti ambienti della sinistra italiana ed europea. Quel che è più grave è che, in questo modo, favorisce il consolidarsi dell'antisemitismo. Quale miglior argomento per l'antisemita poter citare un noto esponente dell'ebraismo italiano che spara a zero contro Israele, "dimostrando" così che antisemitismo e antisionismno siano concetti ben distinti - quando invece non è così?
Pazienza poi se Moni Ovadia parla esclusivamente a titolo personale e se non fa più parte di alcuna comunità ebraica in Italia. Se ne lamenta, ma di "ebrei di corte" come lui, uno ne fa davvero a meno.
IC redazione