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Ugo Volli
Cartoline
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Che schifo 01/10/2014
 Che schifo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Amira Hass

Cari amici,

ogni tanto capita anche a noi. Siamo così immersi in un mondo cinico e bugiardo, così assuefatti a doverci difendere all'antisemitismo, che ci dimentichiamo di indignarci, diamo per scontate cose inaccettabili, non diciamo il fatto loro ai porci razzisti più schifosi quando ce li troviamo davanti. Non parlo per scherzo. E' successo a me, due o tre giorni fa, in una cartolina, quella su Amira Hass e sulla flottiglia (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=55446). Ed è successo a voi, che non mi avete rimproverato.

Mi riferisco proprio alla storia della Hass, che – vi ricorderete – è stata buttata fuori dall'università di Birzait vicino a Ramallah, in quanto ebrea. A me è sembrato un caso interessante di fallimento della strategia di seduzione dei propri nemici che è al cuore del Selbshass, l'odio di sé che caratterizza le numerose persone di origine ebraica (non oso chiamarli ebrei) che manifestano odio per Israele e cercano di danneggiarlo per quel che possono. Una bella lezione, lo scrissi ancora e lo penso ancora, per i Chomski, i Pappé, le Butler, i Falck e i loro patetici imitatori italiani, che non nomino.

Ma c'è un altro lato della medaglia, che non ho considerato ed è ancora più importante. Mettiamola così: immaginate la squadra di calcio di una qualunque città italiana o europea che interrompe una partita perché i suoi giocatori si sono accorti che fra gli avversari c'è un - poniamo – induista, o un avventista del settimo giorno. Un paio di loro lo avvicinano e lo invitano a uscire dal campo per evitare guai. Il malcapitato obbedisce, si becca anche un po' di insulti fuori dallo stadio e tutto procede come niente. Secondo voi che succede il giorno dopo? Giustamente la squadra viene espulsa dal campionato e i due bravi sono squalificati a vita e magari l'arbitro che non ha reagito viene espulso anche lui. Oppure immaginate che io mi accorga che a una mia lezione c'è un giainista, uno zoroastriano, un buddista tibetano e dica: no, a lui non insegno, sapete, io devo sentirmi libero dalla presenza di questa religione qui. Secondo voi che cosa succede? Io scommetto che il mio rettore mi convoca un bel consiglio di disciplina con le conseguenze immaginabili. E magari qualcuno mi denuncia. Giustamente. Abbiamo un articolo della Costituzione per garantire che non ci siano discriminazione di religione, razza ecc. Chi ne fa ci fa orrore e anche quelli che nel loro cuore odiano i “negri” e i “giudei” - ce n'è, eccome - è costretto a trattenersi dal rifiuto generale. Nessuno inviterebbe il capo del Ku Klux Klan o del partito razzista a fare propaganda; al massimo lo fanno di notte, strisciando lungo i muri, come accade a certe bande fasciste a Roma.

Bene, chiaritici così le idee, torniamo a Birzeit. Nelle cronache della cacciata della Hass viene fuori come giustificazione che questi non fanno entrare ebrei nel campus da decenni. Non israeliani, ebrei. E nessuno gli dice niente, come nessuno a Ramallah ha protestato a favore della loro indefettibile avvocata (per non dire di peggio), la Hass così fiera della sua moralità antisraeliana. E perché avrebbero dovuto dire qualcosa all'università, visto che Abbas, il puffo furioso che governa senza elezioni l'Autorità palestinese, ha spesso dichiarato di non volere neanche un ebreo sul suo territorio e che perfino se ci fossero delle forze internazionali di interposizione (ne facciamo volentieri a meno) non dovrebbe farne parte nemmeno un ebreo? Nessuna meraviglia che questo signore si sia laureato con una tesi negazionista della Shoà in un'università moscovita (ai tempi del comunismo, beninteso). E del resto, perché non dovrebbe farlo, visto che gli ebrei sono persone non grate in buona parte dei paesi arabi, non solo i loro cittadini di origini ebraiche, ma anche i turisti, se sanno che sono ebrei (non è successo solo in Arabia Saudita, ma perfino in Tunisia)? E anche sulle loro linee aeree, che si stanno comprando quelle italiane, vedremo con che risultato...

E già che ci siamo, che direste se ci fosse un posto in Italia, chessò, Assisi, Loreto, San Giovanni Rotondo, perfino il Vaticano, in cui fosse proibito l'ingresso ai non cattolici? Farebbe scandalo, no? Ma provate ad andare alla Mecca, se volete fare una bella esperienza di discriminazione, rifiuto, se non di peggio... E naturalmente avete mai visto i fior di democratici, i comitati dei diritti umani, il virtuoso Obama, i catoni della democrazia israeliana, gli ipocriti di Jstreet e dintorni, alzare il loro prezioso ditino per queste cose? Ma figuriamoci. Poverini, sono musulmani, non sarai mica islamofobo?

Insomma, diciamocelo, i palestinesi sono razzisti. Per davvero, non come l' ”occupazione” che lamentano nei loro discorsi di stile staliniano. Razzisti che discriminano la gente per razze e religioni. Razzisti che vogliono tornare ad essere i padroni e signori e non sopportano che i loro antichi servi si siano ribellati e abbiano costruito uno Stato. Quelli di Birzeit: razzisti antisemiti. Abbas: razzista negazionista. I palestinisti di tutte le varietà, Hamas, Fatah, FLPL, Autorità Palestinese: neonazisti razzisti. E quelli di sinistra che li appoggiano sono come i comunisti dopo l'accordo Molotov-Ribbentrop, che in nome di Stalin spiegavano che Hitler non era tanto male. Che schifo.


Ugo Volli

PS: Venerdì sera inizia Yom Kippur, il giorno dell'Espiazione, la più solenne ricorrenza del calendario ebraico. A tutti i lettori ebrei, auguro un digiuno facile ma ricco di consapevolezza e una buona sanzione del loro esame di coscienza: gmar chatimà tovà.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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