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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Stampa Rassegna Stampa
01.10.2014 I raid non bastano: il Califfo avanza ancora
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 01 ottobre 2014
Pagina: 11
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Bombe inefficaci: i ribelli islamici verso Baghdad»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/10/2014, a pag. 11, con il titolo "Bombe inefficaci: i ribelli islamici verso Baghdad", la cronaca di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari


Le milizie dell'Isis avanzano in Iraq

Le milizie jihadiste del «Califfo Ibrahim» sono arrivate a 40 km da Baghdad ma devono difendersi da un attacco a sorpresa dei peshmerga curdi nella regione di Kirkuk e Mosul.
Divise in piccoli gruppi per evitare i raid aerei americani ma molto aggressive nei confronti delle truppe irachene, le unità dello Stato Islamico (Isis) sono entrate nella città di Amariya al-Falluja ovvero a ridosso delle periferie occidentali della capitale. Ingenti quantitativi di truppe governative, sostenute dai raid della coalizione, sono riusciti a tamponare il vulnus nelle difese della capitale e - secondo fonti locali riportate dalla «Bbc» - vi sarebbe nella città una situazione di «stallo» fra le forze rivali. Analoga la situazione sulla strada che da Fallujah, controllata da Isis, porta ad Amariya al-Falluja. Le artigliere di Isis hanno però colpito postazioni irachene ad appena 15 km dal centro della capitale e ciò lascia intendere la volontà del «Califfo» Abu Bakr al-Baghdadi, di accelerare le operazioni su questo fronte in sintonia con quanto sta facendo anche nel Nord-Est della Siria, attorno a Kobani, a ridosso dei confini con la Turchia.
I raid aerei della coalizione internazionale sono oramai 4100 dall’inizio delle operazioni da parte degli americani, l’8 agosto, ma non sembrano essere riuscite a fiaccare le capacità militari di Isis. Da ieri a partecipare agli attacchi in Iraq sono anche i Tornado britannici. Il motivo della scarsa efficacia dei raid, spiegano fonti militari da Londra, ha a che vedere con la carenza di obiettivi, in quanto Isis ha imparato velocemente a togliere i drappi neri dalle proprie unità, rendendole difficili da distinguere dalle altre milizie sul terreno. I jet alleati devono così effettuare numerose missioni di ricognizione per identificare obiettivi che poi, al momento dell’attacco, a volte svaniscono.
Nel tentativo di frenare le avanzate di Isis tanto in Iraq che in Siria a prendere l’iniziativa sono i peshmerga del Kurdistan, che hanno lanciato ieri un’offensiva in tre direzioni: verso Basheer nei pressi di Kirkuk, Zumar vicino alla diga di Mosul, e Rabia al confine siriano attraverso cui passano gran parte dei rifornimenti interni allo Stato Islamico. L’operazione curda punta a inserire un cuneo fra le unità di Isis in Iraq ed in Siria, obbligandole a combattere in difesa. Halgord Hekmat, portavoce peshmerga, afferma che «gli abbiamo strappato 30 posizioni» e Isis sarebbe stata «presa di sorpresa» dall’offensiva che si giova della copertura aerea della coalizione. I combattimenti a Rabia sono intensi e, secondo fonti locali riportate dalla «Bbc», i peshmerga avrebbero il controllo di gran parte dell’abitato anche se la situazione resta molto fluida.

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