Pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice sulla morte di Vittorio Dan Segre:
Gentilissima Redazione,
apprendo ora con dolore la notizia della morte di Vittorio Dan Segre. Per me era R.A. Segre del "Giornale", la mia prima guida, sin da quando avevo undici anni, alla conoscenza dello Stato di Israele e del Risorgimento ebraico. Una volta, rispose con una lettera manoscritta, che conservo con gratitudine, ad una mia lettera al "Giornale" in cui chiedevo chiarimenti su un suo articolo: uno dei pochissimi che io ricordi che desse per note conoscenze piuttosto specialistiche. Ho avuto il privilegio di incontrarlo due volte, in occasione della presentazione di un suo libro e ad un convegno su scienza, arte e tecnologia di Israele. Aveva, a ottant'anni circa, lo sguardo di un giovane e infondeva fiducia nel futuro (non solo per Israele): una fiducia, credo, connessa alla sua frase (la disse in una di quelle due occasioni, la ripetè anni dopo in un'intervista) che "anche gli agnelli diventano leoni" quando è questione di vita o di morte e parente del "Se lo vorrete, non sarà un sogno".
Riposi in pace!
Annalisa Ferramosca