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Scontro di civiltà ? sììììììì 26/09/2014

Il fondamentalismo è un’epidemia ormai dilagante e contagia anche gli Occidentali ormai privi di valori tradizionali. Il dibattito sul multiculturalismo, sul meticciato di civiltà rischia di divenire una pericolosa masturbazione intellettuale, una visione onirica fuori dal reale, una subdola forma di vigliaccheria. Per dialogare occorre conoscere se stessi e l'interlocutore e solo chi conosce può valutare, altrimenti si rischiano clamorose incomprensioni. Chi sogna il meticciato di civiltà come un processo innocuo, tranquillo e indolore non fa i conti con la storia. Ogni crisi di civiltà è stata traumatica, violenta e sanguinosa; quella attuale non fa eccezione. L'Occidente che vuole il dialogo deve essere consapevole della propria natura, della propria immagine. Oggi un'analisi impietosa di esso lo mostra senza solidi principi religiosi, rammollito dal proprio benessere. Dove non ci sono principi, dove mancano valori solidi di riferimento manca la forza morale. Inoltre, l'Occidente si è fatto un'immagine di comodo della controparte islamica, pensa che l'”altro” ragioni come noi, abbia le medesime categorie mentali, la stessa struttura di ragionamento. Non è così. L'Islàm è statico, non è passato per l'umanesimo, non ha scisso il temporale dallo spirituale, non conosce libertà di pensiero. Il suo obiettivo è l'islamizzazione globale, l'unica via di salvezza per l'umanità. La sua stella polare è il Corano, un libro sigillato, non interpretabile, di cui va fatta solo una lettura letterale. Il mondo islamico è difficilmente permeabile e diffidente nei confronti di tutto ciò che viene dall'Occidente. Non si può negare che abbia pure delle buone ragioni, dal momento che l'Occidente mostra impudicamente i suoi aspetti peggiori. Il rifugio nell'integralismo religioso è una forma di difesa contro le aggressioni della società occidentale che ha perso la bussola, ha rinunciato ad ispirarsi a quella piattaforma di valori che a lungo ha costituito il suo punto di forza, che le ha permesso di raggiungere vertici di civiltà insuperati. Per la preservazione di quei valori si sono combattuti aspri conflitti contro chi voleva scardinare le basi della nostra società. Per questo l'Islàm ritiene l'Europa una terra atea e perciò bisognosa di urgente islamizzazione. Gli incroci tra culture sono un punto di forza, una garanzia di evoluzione e di maturazione, ma quando si inserisce il veleno del fondamentalismo religioso, sia esso indù, islamico, cristiano, ebraico o di qualsiasi altra matrice, tutto crolla, nessuna integrazione è possibile. Oggi, manipoli sempre più numerosi di giovani e ferventi radicali, sotto la guida di imàm cinici e senza scrupoli, tentano di assumere, con successo, la leadership della comunità dei “veri credenti”, enfatizzando aspetti aberranti, feroci e minacciosi contenuti nel Corano e negli hadìth, i racconti della vita di Maometto, asservendoli ad una ideologia delirante. Essi si sono arrogati il ruolo di protagonisti della riscossa dell'Islàm sull'Occidente e sembrano prevalere sulla maggioranza disorientata, timorosa e silenziosa. È sconcertante, ma si deve riconoscere che il fondamentalismo e l'integralismo non infrangono la fede islamica, non contraddicono il Corano che, anzi, è citato a memoria per giustificare scelte per noi inconcepibili. Inutile illudersi che un Islàm “moderato” sconfessi e prenda le distanze da quella che oggi è ancora una minoranza chiassosa. Non può farlo, perché si tratta di fratelli di fede che non sono al di fuori della sharia, la legge divina che governa tanto la sfera materiale quanto quella spirituale in modo inscindibile. Occorre farla finita con il buonismo, che non è sinonimo di bontà. Si deve rigettare l'ipocrisia, fuggire dai bizantinismi e dai facili e ingannevoli embrassons-nous. Si deve conoscere l'”altro” per quello che è, con le sue doti e con i suoi difetti, senza enfatizzarne la diversità ma pure senza ignorarla. Altrimenti, si rischia di perdere di vista e di tradire la dimensione universale di principi sui quali non può esserci compromesso. Occorre essere schietti, aperti e disponibili, ma anche intransigenti sui valori fondamentali ed irrinunciabili che costituiscono una conquista di civiltà, vigilanti nei confronti di chi usa i nostri principi e le nostre istituzioni per imporre le proprie idee.

Maurizio Del Maschio

Non si può negare che gli immigrati dai paesi musulmani in Occidente portino con sé tutto il bagaglio della propria cultura, caratterizzato da elementi in forte contrasto con diritti umani che consideriamo universali e irrinunciabili. Non si limitano, inoltre, a importarli, ma perlopiù li vorrebbero imporre anche qui in Europa. Per questo l'immigrazione dai paesi islamici presenta problematiche peculiari, che non sono presenti nell'immigrazione da altre regioni del mondo. E per questo l'integrazione degli immigrati musulmani non si realizza quasi mai. Di conseguenza l'Occidente è sempre più pieno di persone che lo rifiutano in toto, come modello di vita, pur vivendo in esso e traendo da esso grandi benefici.
"Scontro di civiltà" è l'espressione giusta per definire tutto ciò.

IC redazione


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