I terroristi non restano impuniti
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra, i funerali dei due terroristi di Hamas che nel giugno scorso hanno assassinato i tre ragazzi ebrei
Cari amici,
senza dubbio avete saputo di due episodi accaduti ieri in Israele. Il primo è l'abbattimento di un aereo siriano che era entrato nello spazio aereo israeliano sulle alture del Golan, forse per bombardare i ribelli che sono numerosi su quel confine. E' un incidente significativo, che dà un segnale molto preciso alla Siria: Israele non si è fatto coinvolgere nel sanguinosissimo conflitto in corso in Siria, non ha cercato di approfittare dello scontro fra forze che sono tutte nemiche. Ma non permetterà a nessuno stato o movimento terrorista di violare la sua sovranità o di mettere a rischio i suoi cittadini. Se qualcuno supera i confini, Israele si difende.
Il secondo episodio riguarda i rapitori assassini dei tre studenti dell'estate scorsa. Dopo aver rivelato la rete di complicità e di finanziamenti che aveva reso possibile il crimine, e dopo aver arrestato l'organizzatore, uomo di collegamento con Hamas, le forze armate israeliane hanno individuato gli esecutori del rapimento e dell'omicidio e hanno cercato di catturarli. Hanno incontrato resistenza e nello scontro i due assassini sono stati uccisi. Il tutto è avvenuto a Hebron, a pochi chilometri dal teatro del delitto, dove evidentemente i due si sono fermati per questi mesi, il che dimostra una rete di complicità estesa fino all'Autorità Palestinese che controlla la città e alle sue forze “di sicurezza”. Difficile pensare che non sapessero. Anche al funerale, del resto, la folla presente e i simboli esibiti mostrano che i criminali non erano affatto isolati (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/185458).
Non sono così morale o così ipocrita da dire che non ho avuto piacere nel sapere che gli assassini erano stati eliminati. Io non sono favorevole alla pena di morte, ma qui non vi è stata un'esecuzione, ma un combattimento, come spesso accade quando la polizia israeliana cerca di catturare terroristi, e certo non può permettersi di aspettare in un ambiente ostile e molto pericoloso com'è Hebron. Che poi i due non possano essere oggetto di riscatto e dunque pretesto per nuovi rapimenti, è certamente un aspetto positivo. Vi è anche da tenere presente che pure questo episodio contribuisce alla deterrenza israeliana, a far sapere a tutti i potenziali terroristi che essi non resteranno impuniti. E' fondamentale, per il mantenimento della pace in qualunque situazione, che tutti sappiano che la violenza non resti impunita.
E' un ragionamento molto semplice che capivano anche i cowboys del Far West (o che almeno è la base di tanti film western): se la violenza non è punita, se ognuno può fare quel che gli va senza temere di essere chiamato a rispondere dei suoi atti, la convivenza civile si distrugge e prevalgono i più violenti. Un ragionamento che però non passa nella mente degli estremisti, anche dei pacifisti e dei progressisti. Vale la pena di leggere che cosa ha dichiarato il ministro degli esteri della pacifica Danimarca, tal Martin Lidegaard, esponente di un partito che in danese si chiama “Det Radikale Venstre”, letteralmente “la sinistra radicale”, anche se viene pudicamente tradotto di solito “Parito social liberale danese). Se non è zuppa, è pan bagnato, sono gli equivalenti dei nostri rifondaroli, grillini, neocomunisti. Bene, Lidegaard ha dichiarato che se Israele non fa concessioni nella trattativa con Hamas (cioè non accetto le sue condizioni che servono al riarmo e a una nuova guerra, come l'apertura di un porto commerciale e di un aeroporto, la liberazione dei terroristi ecc.), bisogna boicottarlo (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/185444#.VCJ0tfl_tQd): non solo deve farlo la Danimarca, che come lui stesso ammette non potrebbe fare gravi danni, ma l'intera Europa. Non ci riuscirà, è chiaro. Ma questo vi dice che cos'è l'ideologia dell'estrema sinistra non solo in Italia ma dappertutto: anarchica, intollerante delle regole, disposta a tutto pur di eliminare gli ebrei e Israele.
Ugo Volli
PS: Questa sera inizia Rosh Hashanà, il capodanno ebraico. Dal punto di vista religioso non è un giorno di festa, ma piuttosto l'inizio di un periodo di riflessione ed espiazione, che culminerà fra dieci giorni col digiuno di Yom Kippur: l'occasione che l'ebraismo dà per riflettere sui propri errori, sulle ingiustizie commesse, su come migliorare la propria vita, per chiedere scusa a chi si sia offeso – una pratica che certamente fa bene ai laici oltre che a chi è osservante e ai fedeli di ogni religione. Auguro a tutti i miei lettori di attraversare questo tempo cruciale con consapevolezza e pienezza d'animo e di ottenere quello che nella metafora religiosa si usa definire una “buona iscrizione” nel “libro della vita”, che si può leggere come una accettazione del valore di ciò che si è e ciò che si fa, da parte del divino, ma anche da parte di se stessi e degli altri. Un anno buono e dolce per tutti voi, per il popolo di Israele e per l'umanità, dunque, shanà tovà umetukà. Ne abbiamo bisogno, perché i tempi sono difficili. E buona iscrizione nel libro della vita, kehtivah tovah