Ma vi sono dei cristiani davvero arabi?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
La mappa mostra l'espansione araba tra 622 e 750 d.C.
Cari amici,
uno di voi mi ha scritto meravigliandosi della mia cartolina di ieri, in cui vi raccontavo del riconoscimento israeliano di una cittadinanza aramea per quelli che si usano chiamare arabi cristiani, dicendomi che lui aveva sempre saputo che gli arabi cristiani invece ci fossero. Penso che sia il caso di approfondire un po'. L'Islam nasce nella penisola arabica, che in buona parte è desertica e spopolata. Maometto conquista la Mecca con circa 10 mila seguaci nel 622 e muore dieci anni dopo, avendo preso buona parte della penisola arabica, dove vivono alcune centinaia di migliaia di persone, in parte anche cristiani ed ebrei. Nel giro di una decina d'anni le forze islamiche conquistano quel che oggi sono Israele, Siria e Libano (http://en.wikipedia.org/wiki/Muslim_conquest_of_the_Levant), l'Armenia che copriva buona parte dell'attuale Turchia (http://en.wikipedia.org/wiki/Arab_conquest_of_Armenia), l'Egitto (http://en.wikipedia.org/wiki/Muslim_conquest_of_Egypt). In altri dieci anni tutta la Mesopotamia e la Persia, il Nord Africa (http://en.wikipedia.org/wiki/Muslim_conquest_of_the_Maghreb) e Cipro; nel giro di un secolo arrivano a concludere la conquista della Spagna spiengendosi fino alla Francia del Nord (http://en.wikipedia.org/wiki/Muslim_conquest_of_the_Maghreb) e al Caucaso fino in Georgia. Seguiranno presto l'Italia meridionale e i grandi territori dell'Asia, fino in India. Un'espansione straordinaria, senza pari nella storia, a parte forte l'effimera impresa di Alessandro Magno.
Ma in tutti questi territori non abitavano arabi. Gli arabi si trovavano solo negli immediati dintorni della penisola arabica, erano poche centinaia di migliaia, al massimo qualche milione di beduini. I conquistati erano Armeni, Greci, Turchi, Persiani, Vandali, Latini, Assiri, Persiani, vari popoli africani; se ci concentriamo sui territori del Medio Oriente erano ebrei, popolazioni di lingua aramaica, siriaci, babilonesi. Gli arabi erano una ristrettissima minoranza, molto meno del dieci per cento, che non poterono moltiplicarsi più di tanto e non solo governarono tutto questo mondo in maniera imperialistica e coloniale, ma riuscirono ad assimilarlo, imponendo alle popolazioni che non opposero una decisa resistenza la loro lingua e la loro cultura, oltre alla religione. Resistettero e conservarono la loro identità i persiani, che però accettarono la religione e così i turchi (che allora erano ancora bande di nomadi dell'Asia) e i berberi; dall'altro rifiutarono la religione ma arabizzarono lingua e costumi i copti, gli assiri e anche gli ebrei. Per molti secoli gli arabi furono minoranza nei paesi che oggi pensiamo come loro. Ai tempi delle Crociate, mezzo millennio dopo Maometto, erano ancora minoranza nell'antica Giudea che oggi vogliono chiamare Palestina.
Ma la pressione fu feroce: ne vediamo gli esempi anche oggi, quando il primo risultato delle guerre civili in Siria e Iraq è la distruzione delle comunità locali non musulmane. Un secolo fa in Turchia c'erano molti milioni di cristiani greci, armeni e di altre etnie; i cristiani erano una forte minoranza in Siria e maggioranza in Libano fino a qualche decennio fa, per non parlare dei copti in Egitto. In un luogo altamente simbolico come Betlemme, sotto il governo della “moderata” Autorità Palestinese, i cristiani sono passati in qualche decennio da maggioranza a meno del 10% della popolazione.
Bisogna capire che queste popolazioni cristiane che l'Islam ha smantellato e continua a distruggere sono in buona parte gli abitanti originari dei luoghi: l'immigrazione è combattuta ferocemente, come è accaduto agli ebrei prima dello Stato di Israele; le conversioni dall'Islam ad altre religioni sono proibite e punite con la morte; i matrimoni misti possono avvenire solo se l'uomo musulmano si prende una donna cristiana e la converte. Chi ha resistito in un'altra religione è lì da sempre e ha rifiutato di piegarsi alle angherie, alla disparità giuridica ed economica, alle stragi vere e proprie. Anche se per cercare di sopravvivere ha preso lingua e costumi arabi, le sue origini sono senza dubbio precedenti all'invasione: non sono arabi proprio perché non sono musulmani, sono egiziani (i Copti) , Assiri, Aramei, Armeni, Siriaci, ecc. Residui di antiche e nobilissime culture sottomesse e distrutte da uno degli imperialismi più violenti che ci sia stato nella storia. Gli arabi si atteggiano oggi a vittime del colonialismo occidentale; ma la loro oppressione coloniale di mezzo mondo è stato molto più lungo, feroce e oppressivo di quello occidentale, paragonabile forse con la grande spinta degli Han che hanno sottomesso numerose popolazioni trasformandole in quella che è l'attuale Cina (e ancora li vediamo all'opera per esempio in Tibet), o con l'Impero romano che in un certo senso latinizzò il Mediterraneo occidentale fino a tutta la Francia, la Spagna e il Portogallo, ma anche l'attuale Maghreb.
Per queste ragioni è giusto riconoscere come fa Israele nelle minoranze religiose, anche se arabizzate nei costumi, dei popoli; ed è soprattutto interessante che esse stesse si riconoscano come tali, contestando implicitamente il feroce imperialismo di cui sono (ancora) vittime.
Ugo Volli