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Shalom Rassegna Stampa
15.09.2014 Guerra a Gaza: ovvero, il trionfo della disinformazione
Commento di Angelo Pezzana

Testata: Shalom
Data: 15 settembre 2014
Pagina: 22
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Guerra a Gaza: ovvero, il trionfo della disinformazione»

Riprendiamo da SHALOM n° 9, di settembre 2014, con il titolo "Guerra a Gaza: ovvero, il trionfo della disinformazione", il commento di Angelo Pezzana.


Angelo Pezzana


La minaccia dei missili di Hamas su quasi tutta Israele: una situazione non tollerabile

A due mesi e più dall’Operazione “Tsuk Eitan”, o Margine di Sicurezza, abbiamo assistito, sui nostri media al solito carosello di appiattimenti sulle posizioni palestiniste più estreme, quelle di Hamas, in una guerra in cui anche un digiuno di storia mediorientale avrebbe capito chi a buona ragione si difendeva e chi invece attaccava. Non sto quindi a riassumere gli avvenimenti ai quali ho assistito essendo stato in Israele mentre accadevano. I lettori di Shalom li conoscono bene. Mi interessa invece capire come sia stato possibile leggere analisi, commenti e cronache partoriti dai tasti di giornalisti già ben conosciuti come nemici dello Stato ebraico, ma non fino a questi livelli. Era già difficile accettare l’equidistanza tra la democrazia israeliana e l’autoritario regime di Abu Mazen, ma in nome di un improbabile ravvedimento ce l’abbiamo sempre messa tutta per non togliergli quel minimo di credito indispensabile per averlo come partner nei cosiddetti colloqui da pace, ma mai avremmo immaginato di assistere alla più farabutta comprensione verso un movimento che persino la schieratissima Unione Europea e il più che sbilanciato Onu avevano classificato come terrorista. Eppure è quanto è avvenuto, anche se il biglietto da visita di questi signori e signore iniziava sempre con una condanna dell’anti-semitismo, come se fosse ancora una moneta spendibile. Purtroppo dobbiamo ammetterlo, spendibile lo è ancora, di questo dobbiamo prendere atto. Israele può essere cancellato dalla faccia della terra, l’importante è inventare colpe che lo inchiodino sul banco degli accusati, menzogne dopo menzogne, basta ripeterle, ripeterle, come diceva Goebbels, uno che se ne intendeva, diventeranno verità.


Hamas si difende con scudi umani e bersaglia i civili israeliani; Israele cerca di eliminare i terroristi con la maggiore precisione possibile.

Ma c’è una novità, infilatasi in mezzo a “Tsuk Eitan”, che avrebbe dovuto far crollare il castello di bugie diffuse a piene pagine dai nostri media (non da tutti, s’intende, ci sono giornalisti ai quali stringere la mano per la correttezza dei loro servizi, ma la maggioranza, Tv e giornali, anche online, è rimasta quella di sempre, anzi, peggiorata). La novità è l’arrivo del califfato sulla scena mondiale del terrorismo, con stragi di cristiani che avrebbero dovuto far ricredere quanti l’avevano finora ignorato o sottovalutato. Quando nel lontano 1985 Bat Ye’or iniziò a scrivere con profonda conoscenza quella che era l’essenza stessa dell’islam, di tutto l’islam, facendoci conoscere parole quali eurabia, dhimmitudine, califfato, i cosiddetti esperti nostrani, tutti, fecero finta di niente, l’ignorarono, niente recensioni, anche se i suoi libri più importanti sono usciti in italiano. Ci sarà stata sicuramente dell’invidia, ma non solo, le idee di Bat Ye’or non vennero giudicate credibili, per cui i suoi libri non meritavano neppure di essere criticati. Andavano ignorati e basta. Eppure contenevano, raccontata nei particolari, l’avanzata del califfato, e con esso il destino dell’Europa prossima alla islamizzazione. Tutto si sta puntualmente verificando, adesso gli esperti del giorno dopo tessono inutili analisi dell’Isis, il nome dell’esercito terrorista che è riuscito persino a impaurire quell’addormentato di Obama grazie ai massacri di cristiani, oltre che di musulmani, compiuti senza alcuna intenzione di nasconderli, lo dicono apertamente, nessun piede non islamico deve camminare sulle terre dell’islam. Di israeliani non sono ancora riusciti a farne fuori nessuno, ma il merito non è loro, è di Israele che saprebbe difendersi, non certo a colpi di comunicati o invocazioni alla pace. Nel loro mirino c’è Israele, ci sono gli ebrei, anche se la manodopera di cui si servono per raggiungere il loro obiettivo spazia un po’ ovunque, convertiti europei all’islam, musulmani che non aspettano altro che il martirio, imam che invitano ad uccidere gli ebrei, come è successo in Veneto, estremisti della destra neo-nazi che invitano, per ora è ancora solo un invito, a non comprare nei negozi degli ebrei, come è successo a Roma, ma l’obiettivo è una nuova notte dei cristalli. “Kauf nicht bei Juden”, chi avrebbe mai immaginato che l’orrenda scritta sarebbe riapparsa di nuovo ? Eppure è successo, sta succedendo. Mentre gli organi stampa più prestigiosi, come Le Monde, scrivono che “la tregua Israelo-palestinese regge malgrado le violazioni da entrambe le parti”, riportando le richieste di Hamas ma non le motivazioni di Israele che le rifiuta, i morti sono stati 2000 fra i palestinesi, facendoli apparire tutti come civili, e solo 67, tra i quali 64 soldati, fra gli israeliani, ecco la dimostrazione della mancanza di proporzionalità che dovrebbe condurre Israele sul banco del tribunale internazionale, e poi il fotografo italiano ucciso dallo scoppio di un missile israeliano, senza dire che lo stavano disinnescando senza prendere nessuna precauzione, tutte queste perle di disinformazione le ho prese da Le Monde del 15 agosto a pag.3, ma le abbiamo lette tali e quali su molte testate italiane. Perché allora stupirsi se Israele, dico Israele, non i falchi, che pure ci saranno, ma la maggioranze dei cittadini che si avvicina quasi al 90% d’accordo su come il governo ha gestito Tsuk Eitan ? Perché è così che funziona una democrazia, ma ai nostri esperti del giorno dopo questo non basta, Israele deve avere torto comunque. Guai se li chiamiamo anti-semiti, si offendono, querelano, respingono al mittente l’accusa, mentre dovrebbero solo prenderne atto e gettare finalmente la maschera. Gli ebrei vi sono sempre stati sui cosiddetti, e adesso potete scriverlo convinti di farla franca. Certo, qualche ebreo vi può anche piacere, quelli che sanno stare al loro posto, quelli fiduciosi che l’Europa e l’America non permetteranno più bla, bla bla.. quelli vanno bene, criticano Israele mentre è in guerra, suscitando persino i rimproveri di A.B.Yehoshua e Amos Oz, ma non ci fanno caso, il repertorio dei pacifisti israeliani, come in tutte le democrazie che si rispettano, è lì pronto per essere sfogliato, di altri nomi se ne trovano sempre. Intanto cominciamo noi a non concedergli più nessun alibi. Se non stai con Israele e il suo diritto a difendersi sei un anti-semita. Basta con gli sconti, la stagione è finita, torna il prezzo pieno.

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