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Come si muove la jihad globale 11/09/2014

Gentile Redazione,

 il brillante articolo di Ugo Volli "Il dittatore moderato che non vuole uno Stato" è divertente e senza dubbio molto illustrativo della situazione in Palestina ma secondo me  fa della Palestina un caso particolare. In realtà lo stesso discorso si può estendere al resto del mondo. Dappertutto i musulmani vogliono scacciare il padrone di casa e non esitano a picchiare i propri marmocchi quando non cercano di farlo fuori.
Prendiamo un paese nel quale la presenza islamica è recente, la Danimarca. Arrivati in massa a partire dagli anni 90, gli islamici stanno già urlando che la Danimarca è "der Islam", terra promessa da Allah ai musulmani. Sfilano con cartelli inneggianti alla sharia, bruciano le macchine e i chioschi di frankfurter, importunano le donne per la strada quando non le violentano per marcare il territorio. La stessa situazione si può notare in tutti i paesi dove gli islamici sono in numero consistente, dal Maghreb alle Filippine. Così nei rapporti con i musulmani il mondo intero è un immenso Israele. Peccato che non se ne renda conto.
Un cordiale saluto.

Dragor Alphandary

Israele, rispetto al mondo occidentale, è più esposta alla violenza del terrorismo islamico per almeno due motivi. Innanzitutto per un ovvio criterio geografico: Israele è circondata da Stati islamici, mentre in Europa i musulmani sono (per ora...) una comunità che dresta molta preoccupazione, ma non costituiscono la maggioranza della popolazione. Inoltre perché Israele è l'unico, piccolo Stato ebraico, e nel mondo musulmano l'antisemitismo è diffuso in modo impressionante e omogeneo. Questo non significa che l'offensiva islamista non abbia anche l'obiettivo di rovesciare completamente il sistema di valori occidentale, che tra l'altro Israele condivide.

IC redazione


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