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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
11.09.2014 Un articolo su Gaza senza nemmeno citare Hamas
Cronaca faziosa dell'Osservatore Romano

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 11 settembre 2014
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Ricostruzione difficile a Gaza»

Riprendiamo dall'OSSERVATORE ROMANO di oggi, 11/09/2014, a pag. 3, con il titolo l'articolo  "Ricostruzione difficile a Gaza", in cui Hamas, l'organizzazione terroristica che la opprime da otto anni, non viene mai citata. In compenso, però, viene citato il numero delle vittime comunicato da Hamas (la maggioranza delle vittime sarebbe composta da civili ) - senza dire che si tratta di una fonte di Hamas, ovviamente. Nell'articolo si parla delle distruzioni a Gaza, senza fare cenno al motivo dell'intervento di Israele, bombardata quotidianamente da anni e da altrettanto tempo vittima di infiltrazioni terroristiche. Non viene neppure detto che gli ingenti aiuti che il mondo occidentale e le organizzazioni internazionali destinano a Gaza vengono gestiti in modo familistico-mafioso da Hamas, che ha il solo obiettivo della distruzione di Israele e dunque utilizza ogni risorsa a disposizione per tale scopo.


Una delle sedi dell'Unrwa a Gaza

Oltre 63.000 palestinesi nella Striscia di Gaza continuano a vivere in edifici scolastici: le loro case sono state distrutte durante l'ultimo conflitto tra Israele e Hamas. Lo riferisce l'ufficio delle Nazioni Unite che si occupa del coordinamento degli affari umanitari nella Striscia, sottolineando come questa situazione blocchi l'inizio dei lavori per il nuovo anno scolastico. Secondo l'Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, nel conflitto tra Israele e Hamas almeno 500 bambini sono stati uccisi e 3.374 sono rimasti feriti. Stando ai dati trasmessi dalle autorità di Gaza, 26 scuole sono state completamente distrutte e almeno 207 — di cui 72 sotto la direzione dell'agenzia Onu Unrwa — hanno subito gravi danni materiali. «I bambini hanno subito terribili perdite a causa del conflitto» ha spiegato Pernille Ironside, responsabile dell'ufficio Unicef a Gaza. «È di vitale importanza — ha aggiunto — riportare questi bambini a scuola il prima possibile, così che il loro processo di recupero possa iniziare in un ambiente più familiare». L'Unicef e i suoi partner «giocheranno un ruolo importante nella ricostruzione delle scuole e nelle altre infrastrutture per l'istruzione a Gaza — ha continuato Ironside — ed è per questo che abbiamo bisogno di donatori per andare avanti con i fondi necessari». Per la ricostruzione nella Striscia di Gaza l'Onu e l'Autorità palestinese hanno lanciato di recente un appello ai donatori internazionali. L'obiettivo è trovare 551 milioni di dollari di aiuti per la popolazione allo stremo. La prossima conferenza dei donatori si svolgerà il 12 ottobre al Cairo. L'appello giunge due settimane dopo la fine delle ostilità tra Israele e Hamas, durata cinquanta giorni e costata la vita a 2.100 persone, in maggioranza civili. «La portata dei danni e della devastazione è senza precedenti» ha detto James Rawley, coordinatore dell'Onu per i Territori palestinesi. «La crisi è lungi dall'essere risolta» e servono aiuti per garantire cibo, accesso ad acqua potabile, assistenza sanitaria e strutture scolastiche. «Sfidiamo il mondo a essere ambizioso e a provare ad aiutarci a realizzare questa ricostruzione per un futuro migliore a Gaza» ha detto Mohammed Mustafa, uno dei vertici dell'Olp (organizzazione per la liberazione della Palestina).

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ornet@ossrom.va

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