Se no, che benpensanti sarebbero?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
avete presente le tre scimmiette? Ci sono molte cose che preferiamo non vedere, non sentire, di cui cerchiamo di non parlare. Forse non voi e io, che per il semplice fatto di essere uniti da questo sito siamo ufficialmente qualificati rompiscatole, se non peggio, dai benpensanti dei giornali, della politica e anche dai vertici dell'ebraismo italiano. Ma questi benpensanti sì, preferiscono fare come le tre scimmiette. Non vedono, per fare solo qualche esempio, che in Europa c'è già una guerra che rischia di coinvolgerci, non sentono i richiami alla guerra santa che percorrono le moschee di tutt' Europa, non dicono che gli immigranti che andiamo a cercarci per terra e per mare alimenteranno dappertutto le condizioni di insicurezza che già regnano nelle periferie di Anversa e di Liverpool e magari nei centri di Bruxelles e di Malmoe e di cento altre città europee.
Molte cose non dicono, ignorano con compunta faccia tosta.
Una delle ultime è la vicenda degli osservatori dell'Onu sul confine fra Israele e Siria. Ce n'è una cinquantina delle Isole Fiji prigionieri dei ribelli siriani che saranno processati per blasfemia (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/184778 ) e altrettanti filippini si sono salvati solo grazie a una vera e propria battaglia durata un giorno intero, anche se erano stati consigliati del comando dell'Onu a lasciare le armi ai ribelli e scappare (per poi smentire di aver dato l'ordine quando la vicenda è venuta fuori: http://www.jpost.com/Breaking-News/UN-denies-Golan-peacekeepers-ordered-to-hand-arms-to-Syria-rebels-374373 ). Che sia stato dato l'ordine o solo un consiglio non cambia troppo, resta il fatto che la missione Onu in Siria si è squagliata, come a suo tempo aveva fatto quella di Gaza, e ancor prima quella del Sinai, quando Nasser tentò di prendere Israele di sorpresa, coi risultati che sappiamo.
La stessa cosa del resto è successa in Bosnia a Srebrenica e dovunque le forze dell'Onu avrebbero dovuto svolgere il loro compito di garantire una situazione e fronteggiare gli aggressori. Del resto mai, proprio mai, le grandi potenze sono intervenute a difendere i caschi blu di fronte a forze aggressive e predominanti; e quindi al momento buono le forze internazionali sono scappate o hanno ceduto agli aggressori, magari facendoci un bel brindisi di champagne, come capitò al generale olandese dell'Onu che doveva difendere Srebrenica con il boia serbo Mladic prima di cedergli il terreno per la strage. Non chiediamoci per carità di patria che cosa combini la forza internazionale in Libano, dato che è sotto comando italiano.
Certo non ha impedito come doveva, il riarmo di Hezbollah. Perché è importante questa storia? Ma perché tutti quelli che menzionano la possibilità anzi la necessità di una pace di Israele con l'Autorità Palestinese sulla linea del cessate il fuoco del '67, di fronte all'ovvia considerazione che Tel Aviv e l'aeroporto internazionale Ben Gurion riceverebbero lo stesso trattamento che Sderot riceve da dieci anni (in media un razzo o un colpo di mortaio al giorno), e cui magari si fa presente che oggi secondo i sondaggi Hamas vincerebbe le elezioni coi tre quarti dei voti ( http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/184676#.VAYJiPl_tQd ) rispondono che il problema è presto risolto, coi satelliti, come voleva il piano del generale Allen fatto suo da Kerry come base per i negoziati, o magari pensando di essere più realisti, con una bella forza internazionale di interposizione.
I più furbi di tutti hanno pensato di usare a questo scopo le forze dell'Autorità Palestinese addestrate dagli Usa (che guarda un po' hanno addestrato anche quelle del governo iracheno che si sono comportate così bene contro il Califfato...)
Be', mettere Abbas a sorvegliare Hamas non sarebbe, come dicono alcuni, mandare la volpe a sorvegliare il pollaio, ma come immaginare che una lucertola facesse la domatrice a un branco di coccodrilli. Sarebbe mangiata, si terrebbe ben lontana, o nell'ipotesi più probabile proverebbe ad imitarli, offrirebbe i propri servigi per spolpare ben bene le vittime...
Dunque, è meglio non parlare delle belle fortune delle forze dell'Onu.
In cambio è opportuno stracciarsi le vesti per il fatto che il governo israeliano ha espropriato per pubblica utilità 1000 acri dentro il territorio del Gush Etzion, un blocco di insediamenti che era lì dagli anni Trenta e che anche nei piani di pace più filoarabi dovrebbe comunque restare territorio israeliano.
1000 acri, hanno protestato i benpensanti, compresi alcuni ebrei “progressisti”. Suona terribile, dev'essere un territorio immenso, qualcosa che cambia le sorti del conflitto.
Ma, scusate, sapete quante è grande un acro?. Be' sono 4046 metri quadri, in un campo di calcio normale ce ne stanno tre. E 1000 acri, dunque? Quattro chilometri quadrati. Un campo di due chilometri per due, poco più.
La superficie che viene espropriata per fare una trentina di chilometri di autostrada, coi suoi servizi. Rispetto alla superficie pretesa dall'Autorità Palestinese si tratta di un po' meno dello 0,03 per cento. Poco più dello 0,1 per cento della superficie del comune di Roma.
Che ne dite? E' giusto farne uno scandalo? Ma non importa. I benpensanti non vogliono sapere quando siano grandi gli acri più di quel che gli interessi dei caschi blu filippini. Gli basta dare addossso a Israele. Sempre e comunque.
Se no, che benpensanti sarebbero?
Ugo Volli