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La Stampa Rassegna Stampa
07.09.2014 Foley-Museo ebraico di Bruxelles: stesso assassino
Cronaca di Paolo Levi

Testata: La Stampa
Data: 07 settembre 2014
Pagina: 13
Autore: Paolo Levi
Titolo: «Era uno dei carcerieri di Foley il francese che ha fatto strage al museo ebraico di Bruxelles»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/09/2014, a pag.13, con il titolo "Era uno dei carcerieri di Foley il francese che ha fatto strage al museo ebraico di Bruxelles", la cronaca di Paolo Levi.


nel riquadro Mehdi Nemmouche

Il mondo è piccolo, anche quando si tratta di terroristi della jihad. Dopo mesi di silenzio, un ex ostaggio francese in Siria, il giornalista Nicolas Hénin, ha rivelato che Mehdi Nemmouche, il fondamentalista islamico responsabile della strage almuseo ebraico diBruxelles sarebbe stato uno dei carcerieri degli ostaggi occidentali sequestrati dai miliziani dello Stato Islamico (Isis). Altri tre giornalisti francesi sequestrati assieme a Henin e liberati in aprile - Didier François,EdouardElias ePierreTorres - lo hanno riconosciuto con diversi gradi di certezza. E, a quanto scrive «LeMonde», vi sono elementi per ritenere che Nemmouche, cittadino francese di origini algerine, sia stato anche fra i carcerieri di James Foley, il giornalista Usa decapitato il 20 agosto. L’informazione doveva rimanere segreta.Ma dopo alcune indiscrezioni di stampa, «Le Point», il settimanale per cui scrive Hénin, ha deciso di pubblicare l’«agghiacciante» testimonianza del suo cronista. «Quando Nemmouche non cantava, torturava - ha raccontato, ripercorrendo imesi della sua prigionia, fra luglio e dicembre 2013, in un ex ospedale di Aleppo trasformato in carcere dagli integralisti dell’Isis - era membro di un piccolo gruppo di francesi il cui arrivo terrorizzava la cinquantina di prigionieri siriani detenuti nelle celle vicine. Ogni sera, nella sala dove ero stato interrogato piovevanobotte.La torturadurava tutta lanotte, fino allapreghiera dell’alba. Alle urla dei prigionieri, rispondevano a volte deimugolii in francese». Hénin stesso ricorda di essere stato picchiato da Nemmouche, che conosceva dietro allo pseudonimo di «Abu Omar» e che ribattezzò «Abu Omar il picchiatore». Sulle colonne di «Le Point», il reporter descrive il suo carceriere come un uomo «egocentrico e affabulatore », «sbandato e perverso »,per cui «la jihadera solo un pretesto per soddisfare una sete malatadinotorietà».DaParigi, il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha confermato che gli007 francesi avevanogià «trasmesso alla giustizia alcuni elementi lasciando pensare che (Nemmouche, ndr) poteva essere uno dei carcerieri dei nostri ostaggi». Il ministro non ha fornito altri dettagli: «Ora spetta alla giustizia fare il suo lavoro», si è limitato a dire. Nemmouche è stato arrestato inFrancia ed estradato inBelgio, nascondeva una pistola, centinaia di cartucce e micce e un kalashnikov avvolto in un lenzuolo bianco con la sigla dell’Isis. Il 12 settembre la giustizia belga si pronuncerà sul prolungamento o meno della custodia preventiva. Nemmouche è un paradigma della «bolla» jihadista che si insinua in Europa: sarebbero circa 2-3.000 i giovani europei, in gran parte vicini agli slogan diAlQaeda, andati a combattere al fianco degli integralisti islamici in Siria, tra cui circa 600-700 francesi.

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