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La Stampa Rassegna Stampa
05.09.2014 La barbarie dell'Isis viola il Corano: il messaggio della famiglia del reporter ucciso al Califfo
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 05 settembre 2014
Pagina: 9
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Sfida al Califfo sull'Islam: 'Con la tua barbarie hai violato il Corano'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/09/2014, a pag. 9, con il titolo "Sfida al Califfo sull'Islam: 'Con la tua barbarie hai violato il Corano' ", l'articolo di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari


Il video della decapitazione di Sotloff

La famiglia Sotloff sfida il «Califfo Ibrahim» a giustificare il legame fra il Corano e le brutalità del terrorismo, puntando a far emergere l’opposizione all’Isis espressa da più leader musulmani nelle ultime settimane.
«Abu Bakr Al Baghdadi, ti sfido a dimostrare che il Corano legittima la barbarie»: è l’arabista Barak Barfi a dare voce al dolore dei parenti di Steven Sotloff - il reporter americano decapitato da Isis - leggendo davanti alla casa di famiglia a Miami un testo rivolto al leader di Isis. Barfi è un amico dei Sotloff, un ricercatore sull’Islam della «New American Foundation» e parla in arabo per farsi ascoltare dal capo dello Stato Islamico. «Sotloff era un’anima gentile ed ho un messaggio per Abu Bakr: hai detto che Ramadan è il mese della misericordia ma dov’è la tua misericordia? Ad Allah non piacciono gli aggressori» esordisce Barfi, affermando di voler «dibattere con Abu Bakr» sull’interpretazione del Corano: «Sono a favore di insegnamenti dolci, non ho spade in mano e aspetto la tua risposta».
L’intento è di spingere Al Baghdadi a giustificare l’esecuzione di un reporter «che era incapace di voltare le spalle alla sofferenza nel mondo, voleva dare voce a coloro che non l’hanno e non amava la guerra». «Steven ha sacrificato la vita per far conoscere le storie del dottore libico impegnato a curare i bambini martoriati dalla guerra e dell’idraulico siriano che rischia la vita per procurarsi medicinali - ha concluso Barfi - cercava il bene nascosto nel mondo e, se non lo trovava, tentava di crearlo».
L’accusa al leader di Isis è di stravolgere il messaggio del Profeta Maometto e del Corano piegandoli al perseguimento delle brutalità. Il linguaggio dell’accademico arabo-americano con Al Baghdadi è più aspro rispetto a quello adoperato da Shirley Sotloff, madre del reporter, che gli si era rivolta chiamandolo «Califfo» e appellandosi alla sua «clemenza», ma a ben vedere anche lei aveva sfidato Al Baghdadi sull’interpretazione dell’Islam, richiamandosi alla «protezione dei popoli del Libro» accordata da Maometto a cristiani ed ebrei.
I maggiori network tv in lingua araba, da Al Arabya ad Al Jazeera, hanno dato ampio risalto al messaggio dei Sotloff perché esalta il contrasto fra opposte interpretazioni dell’Islam che distingue più interventi di leader musulmani contro Isis. Iyad Ameen Madani, segretario dell’Organizzazione della Conferenza Islamica (Oci), ha parlato di «crimini intollerabili in contrasto con l’Islam», Mehmet Gormez, massima autorità musulmana in Turchia, ha definito Abu Bark «un califfo illegittimo» e la Società islamica del Nord America (Isna) ha denunciato la «distruzione dei luoghi di preghiera delle minoranze da parte di Isis» come una «violazione criminosa degli insegnamenti del Corano». Il Consiglio sulle relazioni America-Islam (Cair) ha aggiunto: «Le azioni di Isis sono non-islamiche, moralmente ripugnanti ed ogni imam deve condannarle». Argomenti simili sono stati espressi da due dei maggiori imam della Gran Bretagna, Sayed Ali Rizvi capo di «Majlis Ulama-e-Shia» e Maulana Shahid Raza della moschea centrale di Leicaster. «Noi musulmani siamo uniti contro il terrorismo, le atrocità, le sofferenze e l’Isis» sono state le parole di Ali Rivzi mentre l’imam di Leicester ha «rigettato il Califfato perché guida dei terroristi».
Resta da vedere se tali leader musulmani seguiranno Barfi nel premere pubblicamente sul «Califfo Ibrahim» affinché esca allo scoperto per giustificare le decapitazioni.

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