"Israele, il paese che molti amano odiare"
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Manifestazione contro Israele in cui viene bruciata una bandiera dello Stato ebraico
Le guerre sono sempre terribili, perché, falliti tutti gli altri mezzi per gestire un conflitto, si ricorre alla violenza per risolverlo. Si uccide o si è uccisi, si distruggono i mezzi di sussistenza del nemico per logorarlo ed egli fa così coi nostri. In un mondo appena un po' civile non ci sarebbe posto per la guerra, così come negli stati che funzionano non vi è posto per la violenza fra i cittadini. Purtroppo però nel mondo reale la guerra c'è, anche se limitata da qualche convenzione internazionale. Non tutti gli stati che fanno la guerra sono colpevoli. Se chi legge ripensa alle guerre recenti (l'Ucraina oggi, la ex Jugoslavia venti anni fa, la seconda guerra mondiale, il Vietnam, l'invasione del Kuwait da parte di Saddam) vedrà che in almeno qualche caso si troverà a dar ragione a uno degli antagonisti. Secondo che criterio una guerra può essere giusta o almeno accettabile? Non può il numero delle vittime o la “proporzionalità” delle armi. Altrimenti nella Seconda Guerra Mondiale dovremmo dare ragione alla Germania e al Giappone, che hanno avuto il massimo numero di vittime civili e dar torto agli Alleati e in particolare all'America, così più grande e quasi senza vittime civili. In linea di massima sono giuste le guerre difensive, quelle in cui uno stato difende la propria esistenza e la sicurezza dei propri cittadini. Questa premessa è necessaria per giudicare la guerra di Gaza. Israele ha subito e non voluto questa guerra, come tutte le altre guerre che ha dovuto affrontare nei 66 anni della sua esistenza. Dopo il rapimento dei tre ragazzi e la scoperta dei colpevoli, legati a Hamas, Israele si è limitata a arrestare i sospetti complici in Cisgiordania, non ha intrapreso nessuna azione da Gaza. Di qui Hamas ha iniziato un bombardamento crescente delle città israeliane, a partire da quelle vicine arrivando poi fino a Tel Aviv e Gerusalemme. E' vero che il sistema antimissile Iron Dome e i rifugi hanno evitato danni massicci alla popolazione civile, ma l'intenzione di Hamas era quella di provocare stragi, sparando indiscriminatamente sui centri urbani, non su obiettivi militari. E, del resto, il fatto che le guardie a difesa delle banche portino giubbotti antiproiettile autorizza per caso i rapinatori a sparare loro addosso? Israele ha atteso quasi una settimana prima di reagire massicciamente con l'aviazione e poi un'altra settimana prima di fare entrare le truppe. Hamas non ha mai raccolto la possibilità di chiudere la guerra. Durante l'intervento di terra Israele ha offerto cinque tregue, che sono state tutte fatte cadere da Hamas. Entrando nella striscia ha trovato una vera e propria fortezza sotterranea, con quaranta tunnel d'assalto che portavano vicino ai villaggi israeliani. Si è scoperto il piano di un assalto generalizzato a questi insediamenti civili che sarebbe dovuto scattare a metà settembre, con l'invasione di centinaia di terroristi per uccidere e rapire civili. Che avrebbe fatto l'Italia ai tempi della guerra fredda se avesse scoperto dei tunnel d'assalto militari capaci di portare le truppe dell'Est a Opicina, a Muggia, a Cividale? Finito il lavoro di mettere fuori uso i tunnel, Israele ha chiuso l'operazione e ha ritirato le sue truppe, accettando una tregua di tre giorni proposta dall'Egitto e dichiarandosi disposta a prolungarla senza condizioni. Hamas ha rifiutato di nuovo di prolungare la tregua e ha ripreso a bombardare villaggi e città israeliane, riaccendendo la guerra. Non è un caso. L'ideologia di Hamas chiama alla distruzione di Israele e alla conquista di tutto il suo territorio, senza la possibilità di accordi o compromessi, come c'è scritto nel suo statuto. E' un'ideologia che esalta esplicitamente la morte, chiamandola “martirio”, fino alla pratica degli attentati suicidi. Ha dichiarato un alto suo dirigente in un video che si trova facilmente su Internet: “ Noi amiamo la morte per Allah. Hamas ama la morte come gli israeliani amano la vita. Oggi gli israeliani, stanno combattendo i soldati divini che amano la morte per Allah e il Martirio, come voi amate la vita." Questo spiega il fatto sconvolgente che Hamas non difende la propria popolazione civile, come fa Israele, ma la usa come scudo umano per le proprie armi, esponendola alla sorte “felice” del martirio. Quando sistematicamente si sparano razzi, colpi di mortaio, fucilate da scuole, case affollate, asili, ospedali, come è stato abbondantemente documentato in questa guerra, è inevitabile che la reazione coinvolga dei civili. Le morti di donne, bambini e altri civili durante la guerra di Gaza è una cosa terribile, ma bisogna capire che sono state volute e perfino progettate da Hamas, mentre Israele ha fatto tutto quel che poteva per evitarle, ben consapevole fra l'altro che sarebbero state usate contro di lui. Israele ha sostenuto suo malgrado e vinto una guerra difensiva, condotta in maniera da offrire più volte una via d'uscita e da minimizzare le vittime civili. Ciò nonostante è stato violentemente demonizzato dall'opinione pubblica pacifista, che praticamente non si occupa delle vittime cento volte più numerose in Siria e Iraq, o in Libia o in Nigeria e Mali, dove gli islamisti sono all'attacco. Bisogna interrogarsi sulle motivazioni profonde di questo atteggiamento unilaterale, ideologico, sordo a tutti gli argomenti e le prove, che ha incriminato insieme Israele ed ebrei d'Europa. La ragione di questa “mancanza di proporzionalità” è una sola: antisemitismo. Israele è il paese che molti amano odiare, perché è il paese dove hanno costruito la loro patria gli ebrei che per duemila anni sono stati paria in Europa e nei paesi arabi, sottoposti ad angherie quotidiane e stragi frequenti. Anche se si presta talvolta un omaggio verbale alle vittime della Shoà, l'odio antisemita non è affatto morto. Solo che oggi si dirige con tutti i pretesti contro Israele, come a partire da settantacinque anni fa perseguitò a morte gli ebrei italiani ed europei.
Ugo Volli