Riprendiamo da LIBERO di oggi 28/08/2014, a pag. 9, con il titolo "Il jihad minaccia il Golan. Israele mobilita l'esercito ", l'articolo di Michael Sfaradi.
A conferma delle informazioni riportate dall'articolo di Sfaradi, riportiamo anche dal CORRIERE della SERA, a pag. 12, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Israele e il fronte del Golan. I qaedisti prendono i valichi ".
Decisamente fuori luogo la cartina del Golan riprodotta da LIBERO, che scrive, "Alture del Golan occupate da Israele". Facciamo presente che il Golan è stato annesso dopo la Guerra dei Sei Giorni allo Stato Ebraico, quindi ne è parte integrante. Per fortuna, visto quanto sta accadendo al confine con la Siria, come racconta bene Michael Sfaradi.
Di seguito, gli articoli:
Mappa della minaccia jihadista sul Golan
LIBERO - Michael Sfaradi: " Il jihad minaccia il Golan. Israele mobilita l'esercito "
Michael Sfaradi
GERUSALEMME La cronaca da Israele si è spostata dal sud al nord e mentre fino a lunedì, giorno in cui è entrato in vigore il "cessate il fuoco" fra Hamas e lo Stato Ebraico l'attenzione del mondo era concentrata sulla Striscia di Gaza, a meno di 24 ore di distanza è quello che succede sul Golan che riempie i notiziari. Considerando l'importanza strategica delle Alture il solo pensiero di un allargamento del fronte nella guerra civile siriana che coinvolga l'esercito israeliano sulla linea del "cessate il fuoco" fra Siria e Israele del 1973 fa gelare il sangue nelle vene. Il pericolo però è reale perché da ieri mattina è in corso una cruenta battaglia sul Golan siriano fra truppe governative di Assad e i ribelli (Jabhat Al Nusra in maggioranza con forti infiltrazioni Isis). La tensione è salita in mattinata quando dei colpi di arma da fuoco provenienti dalla Siria, hanno ferito un ufficiale dell'IDF che è stato trasportato in elicottero e in gravi condizioni all'ospedale Rambam di Haifa. La risposta israeliana non si è fatta attendere e dopo circa un'ora diverse salve di artiglieria sono state indirizzate verso le posizioni dell'esercito siriano dalle quali erano partiti i colpi che hanno ferito l'ufficiale. In mattinata il valico di confine a Quneitra fra Israele e Siria è caduto in mano ai ribelli e il fatto ha convinto lo Stato Maggiore del nord Israele a mettere tutte le basi nel raggio di 25 chilometri dalla linea di confine con la Siria in condizione di massima allerta e le altre in preallarme mentre i permessi e licenze dei militari di stanza nel nord venivano annullati. Tutto questo mentre il confine del Golan veniva rinforzato con truppe e mezzi corazzati. Le autorità militari considerano le alture l'unica difesa naturale di Israele e quando si creano situazioni di allarme in questa zona non lasciano mai nulla al caso. Fin dalle prime ore di ieri infatti, e fino a nuove disposizioni, c'è il divieto ai civili di avvicinarsi alle linee di confine, divieto che vale anche per gli agricoltori che hanno dei campi al ridosso. Funzionari della difesa hanno confermato in serata che i ribelli hanno preso il sopravvento sul lato siriano della frontiera e che hanno preso possesso di altri valichi. «Le forze IDF hanno l'ordine tassativo di rimanere in attesa degli eventi e di rispondere solo a eventuali aggressioni». Questo dispaccio dello Stato Maggiore dell'IDF diramato nel primo pomeriggio lasciava chiaramente intendere che non c'era nessun interesse da parte dello Stato Ebraico a un'escalation militare, ma non è evidentemente bastato perché in serata altri 4 colpi di mortaio provenienti dalla Siria hanno colpito uno dei kibbutz di frontiera ferendo gravemente un uomo di 52 anni. Se da una parte è importante tenere presente che il confine tra Siria e Israele ha una zona cuscinetto che ha sempre prevenuto grandi attriti fra le parti, dall'altra rimane che quanto sta avvenendo, visti gli attori principali, ha tutta l'aria di essere il preludio alla tempesta perfetta. Da una parte c'è l'esercito siriano agli ordini di un presidente che sta per essere incriminato sia per uso di armi chimiche contro la sua stessa popolazione, sette sono i casi accertati per uso di cloro, sia per i bombardamenti a tappeto con il sistema dei barili pieni di esplosivo lanciati dagli aerei e dagli elicotteri sulle città cadute in mano ai ribelli. Dall'altra ci sono le varie sigle islamiche che si sono macchiate di ogni tipo di crimine sia nei confronti della popolazione civile sia, e soprattutto, nei confronti dei militari caduti prigionieri. Le fotografie degli scempi avvenuti durante la guerra civile hanno fatto il giro del mondo. Proprio oggi è stato reso noto dalla Commissione d'inchiesta sui diritti umani in Siria un rapporto che è una vera lista dell'orrore dove non mancano le armi chimiche e le decapitazioni di massa, con accuse nei confronti dei ribelli di aver arruolato tra le loro file ragazzi giovanissimi, in alcuni casi veri e propri bambini.
CORRIERE della SERA - Davide Frattini: " Israele e il fronte del Golan. I qaedisti prendono i valichi"
Davide Frattini
I fanti della Brigata Golani sono ritornati tra gli altopiani che danno ii nome alta loro brigata. Sono stati in prima linea nei cinquanta giorni di guerra contro Hamas, sostituiti sulle montagne al confine con la Siria dai riservisti. Che in queste settimane hanno visto il conflitto dall'altra parte avvicinarsi, rimbalzare in Israele (tre feriti ieri, due di loro civili, per colpi finiti fuori traiettoria), fino alla comparsa delle bandiere ribelli sul valico di Quneitra. Per ora — ripetono i capi rivoltosi — lo Stato ebraico e il Golan (tolto ai siriani nel 1967 e annesso 14 anni dopo) non rappresentano un obiettivo. Anche perché l'esercito ha sempre risposto ai proiettili caduti e ai pochi attacchi intenzionali bersagliando le posizioni del regime di Bashar Assad, considerato responsabile di qualunque cosa succeda nel territorio. L'attenzione dell'intelligence e dello Stato Maggiore si concentra però sul quel «per ora». Tra i miliziani che hanno conquistato il punto di passaggio sulla frontiera lunga 70 chilometri ci sono quelli di Al Nusra, estremisti vicini ad Al Qaeda. «I terroristi dello Stato Islamico - commenta un ufficiale al quotidiano Haaretz - sono invece ancora lontani, ne abbiamo identificati pochi muoversi attorno al confine. Possiamo percepire la loro influenza in tutta l'area, che si sta tingendo di nero». Tappato il fronte sud con la tregua stabilita due giorni fa, Israele torna a preoccuparsi di quello a nord.
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