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Ugo Volli
Cartoline
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Che cosa significa guerra mondiale a rate 27/08/2014

Che cosa significa “guerra mondiale a rate"
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

 Ha detto bene il Papa qualche giorno fa, anche se non ne ha tratto le ovvie conseguenze: siamo immersi in una guerra mondiale a rate. Alla faccia di chi ha continuato a sbertucciare lo scontro di civiltà diagnosticato da Samuel Huntington in un articolo di vent'anni fa, come se fosse non uno scienziato politico, ma un pericoloso incendiario... potenza del pensiero desiderante...Tenete conto che la pace si fa sempre col consenso di tutte le parti in campo, dunque almeno in due; ma la guerra la può fare anche uno solo e l'altro la subisce, che lo sappia o meno. E' questo il nostro caso, evidentemente.
Ma chi la subisce, anche senza saperlo, è sempre parte in campo. Bene. C'è una guerra mondiale, ci siamo dentro, ma chi sono i nemici che si affrontano? Al momento c'è una parte che attacca e una che cerca, senza successo di calmare le acque, perché è anche la vittima. La parte che attacca si chiama Islam. Beninteso, non è unita, anzi si combatte al suo interno per il privilegio di comandare. Sunniti estremisti da una parte, sciiti dall'altra, in mezzo, con molte ambiguità e differenziazioni, i sunniti “moderati”, cioè quelli che non vogliono la guerra perché temono di avere molto da perdervi.
Dall'altra parte ci siamo noi, noi europei, noi occidentali, noi che facciamo parte di una società più o meno laica e tollerante. In prima fila, davanti a noi vi sono le minoranze non ortodossamente musulmane, non arabe nei paesi arabi: gli ebrei, innanzitutto, che hanno anche il torto di essere degli schiavi liberati dal colonialismo musulmano, come Spartaco lo era per i romani; i cristiani, nemici di sempre; ma anche i curdi, i turcomanni, gli yazidi, gli sciti fra i sunniti e viceversa, gli armeni, gli assiri cristiani che parlano (parlavano) aramaico; le borghesie troppo poco credenti, le donne, gli omosessuali.


Samuel P. Huntigton

Solo Israele e di recente in parte i curdi si sono organizzati per resistere a questa guerra. Andrebbero appoggiati anche da chi non ha simpatia per la loro cultura, semplicemente come bastioni della modernità e dei suoi valori.
Ma l'Europa non ha capito o non vuole capire. Perché l'Europa, e anche quel grosso pezzo d' America che appoggia Obama faccia così, è una questione complessa. Ma certamente non ha a che fare con quel che accade in Medio Oriente, ma con pulsioni profonde della società europea.
Non è tanto, come ha detto l'ebreo antisionista George Steiner, che essa sia Judenmude, stanca degli ebrei; o non solo questo. Essa è stanca di sé, spinta da una passione suicida a chiunque la contrasti.
Si è innamorata di Lenin e di Hitler, di Stalin e di Mussolini, di Khomeini e di Castro, di Mao e di Gheddafi, di Al Qaeda e di Arafat.
Chiunque minaccasse il suo modo di vivere, le sue libertà è stato ammirato e anzi idolatrato. Badate non solo dai ragazzini (anch'io quarantacinque anni fa ero maoista...), non solo dagli affaristi, ma dai maggiori politici e intellettuali. Leggere le frasi di Bertrand Russell su Lenin, di Heidegger sul nazismo, di Sartre sullo stalinismo, di Foucault sulla “rivoluzione iraniana”, di tutti i giornalisti europei in attività e di Obama sulla “primavera araba”, eccetera eccetera, è francamente imbarazzante.





Manifestazioni islamiste in Europa

Per fortuna c'è la geopolitica e l'America può sembrare isolata fra due oceani e l'Europa protetta dall'essere una penisola. E' un'illusione, perché il Mediterraneo fra la Libia e la Tunisia e l'Italia è largo non più di un paio di centinaia di chilometri, e l'Italia del Sud è già a tiro dei missili iraniani. Ma il punto è un altro. Ormai i terroristi ce li teniamo in casa ( http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/jihad-web-migliaia-giovani-occidentali-nati-cresciuti-londra-83379.htm ), anzi, li alleviamo con l'immigrazione. Se solo l'1 per cento dei centocinquantamila clandestini che la Marina italiana ci ha portato in casa, grazie a un progetto folle di aiuto in mare a chi tenta il reato di immigrazione clandestina, fosse affetto da velleità guerrigliere, avremmo oggi 1500 guerriglieri in più liberi di girare per l'Europa a fare guai.
Anche quelli regolarizzati, anche quelli di seconda generazione, ormai dotati di passaporto europeo, fanno il loro “servizio militare” in Siria o in Afghanistan e poi tornano in Europa pronti per stragi come quelle di Tolosa e di Bruxelles (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=55019 ). Il fronte della guerra mondiale corre solo provvisoriamente dalle parti dell'Eufrate, presto si attesterà sul Po e sul Reno. La guerra mondiale si combatterà anche qui, in mezzo a noi, e c'è già chi ne erige le base strategiche, con insediamenti concentrati in molte città (fra cui Bruxelles e la periferia di Parigi, Malmoe e Liverpool).
E c'è chi nell'estblishment europeo lavora per facilitare ai combattenti islamici l'insediamento, come quei geni di Bruxelles che hanno deciso di proibire agli stati di respingere i clandestini (non se ne parla tanto, ma è così) e quei personaggi della politica italiana, come Manconi, Lerner e la Boldrini che suggeriscono addirittura di andare a prelevare i candidati clandestini di là del mare, a casa loro, per portarli qui senza rischi (http://www.huffingtonpost.it/luigi-manconi/immigrazione-anticipare-intervento-evitare-cimitero-marino_b_5708523.html ) Una follia che se realizzata non solo eliminerebbe la nozione stessa di sovranità nazionale, ma costituirebbe un vero e proprio ponte aereo di trasporto truppe per il futuro jihaidismo europeo. Un problema è che in questa maniera, favorendo l'immigrazione indiscriminata, si forniscono simpatie e argomenti a ogni forma di estrema destra, col rischio già evidente di una guerra civile, che già si prospetta in diversi paesi europei, dove la scelta rischia di essere fra islamisti e neonazisti.

 Insomma, la guerra mondiale a puntate ci coinvolge, non è uno spettacolo lontano da guardare con gli occhi buonisti di chi può permettersi di dire “pace” senza che questo significhi “resa”.
Pensiamoci e agiamo, prima che sia troppo tardi.

Ugo Volli


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