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La sindrome del terrorista dagli occhi azzurri 27/08/2014

Gentile Redazione, In Francia conosciamo bene la sindrome del terrorista dagli occhi azzurri, il terrorista politicamente corretto che realizza il sogno della casta al potere: dare la colpa all'estrema destra e assolvere gli arabi. A Toulouse, quando un tizio si è messo a sparare nella testa alle bambine ebree che uscivano dalla scuola, tutti hanno giurato che era biondo con gli occhi azzurri. Per una settimana in tutte le scuole si è blaterato che era colpa della politica razzista di Jean-Marie Le Pen e della sua rampolla Marine, poi l'assassino è stato arrestato e si chiamava Mohamed Merah. A Parigi un tizio si  è messo a sparare all'impazzata contro il personale di Liberation e i testimoni hanno giurato che era uno skinhead. Sospiro di sollievo di Hollande & C, durato fino all'arresto del tiratore pazzo che si chiamava Abdelhakim Dekhar. Ad Albi una tizia  è  entrata in una classe elementare e ha sgozzato la maestra davanti agli scolari, urlando che aveva maltrattato la sua marmocchia. I media hanno detto che era spagnola finchè  non l'hanno arrestata: si chiamava Rachida. A Bruxelles un tizio si  è messo a sparare contro i frequentatori del Museo Ebraico ammazzandone 4. Subito si  è ventilata l'ipotesi di un estremista di destra finchè l'assassino è stato arrestato in Francia: si chiamava Mehdi Nemmouche. Purtroppo per i benpensanti, il terrorista dagli occhi azzurri  è  soltanto un pio desiderio. Sembra incredibile ma la classe politica e i media non hanno ancora capito che il terrorismo  è  unicamente islamico. O forse fingono di non capire per evitare l'amalgama terrorismo-islam, dato che i musulmani sono la principale riserva elettorale dei socialisti e la principale arma antioccidentale degli orfani di Mosca. Sembra che anche Domenico Quirico nel suo splendido articolo sul boia di James Foley soffra un poco di questo riflesso pavloviano, visto che sembra credere all'ipotesi di uno sgozzatore bianco. Se avesse aspettato ancora un giorno, forse si sarebbe potuto risparmiare il discorso sul cuore nero dell'Europa. "John" si chiama Abdel Majid. Un cordiale saluto e un complimento per il vostro lavoro.


Dragor Alphandary

Sul rifiuto di prendere atto del legame tra terrorismo e idelogia islamista lei ha perfettamente ragione.
Ci sembra però che Quirico non abbia negato questo legame. 
Un terrorista europeo convertito all'islam, inoltre,  non è meno pericoloso di un immigrato islamico arruoloatosi nelle armate jihadiste e pronto a tornare nel paese di adozione per continuare la guerra agli infedeli. E' questo il "cuore di tenebra d'Europa" di cui scrive Quirico. Un giornalista coraggioso quanto competente.
Redazione IC


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