Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/08/2014, a pag.12, con il titolo "Gaza: giustiziate decine di 'spie' ", la cronaca di Maurizio Molinari. Segnaliamo l'ossessione della redazione esteri della Stampa, che non lascia passare articolo senza infilarci il numero dei morti palestinesi paragonati a quelli israeliani. Come se non fosse chiaro anche ai ciechi e agli orbi il signicato vero di quei numeri. Hamas ne fa ammazzare più che può, perchè si traduce in ottima propaganda - Stampa docet - mentre Israele inventa gli Iron Dome per salvare più vite possibili. Lo capiranno, prima o poi, anche alla Stampa, o aspetteranno 10 anni, tanto hanno impiegato ad accorgersi che l'Islam vuole conquistare il mondo ? Si veda il pezzo di Sabbadin in altra pagina di IC.
Ecco il pezzo di Maurizio Molinari:
Maurizio Molinari Lo sport più praticato da Hamas
Diciotto esecuzioni di presunte spie, oltre 90 razzi lanciati contro i centri israeliani e un bambino di 4 anni ucciso in un kibbutz nel Negev: Hamas reagisce con rabbia all'eliminazione di tre comandanti militari delle Brigate Qassam avvenuta 24 ore prima, nell'evidente tentativo di mantenere un rigido controllo dentro la Striscia, dove scontento e defezioni iniziano ad affiorare. Le esecuzioni avvengono in rapida successione, sin dalle prime ore del mattino. Tre salme vengono gettate dentro il perimetro dell'ateneo islamico di Gaza, altre sette persone vengono passate per le armi sulla piazza centrale della città e le ultime otto sono eliminate da un plotone in piena regola. Le immagini di pistole alla nuca, plotoni di esecuzione e individui giustiziati sollevano le proteste del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ma Hamas ribatte, attraverso un proprio sito Internet, che «in ogni caso vi è stato un processo con relativa sentenza scritta» e dunque si tratta di «processi legali». «In prossime eventuali occasioni però ci comporteremo diversamente e le punizioni verranno adottate immediatamente dai comandi sul campo» preannuncia Ha-mas, lasciando trapelare le dimensioni di un'imponente «caccia alla spia» che tradisce l'irritazione per la «soffiata» che ha garantito all'intelligence israeliana di neutralizzare i tre comandanti militari di Rafah pochi minuti dopo che erano entrati in segreto nella stessa palazzina della Striscia. Senza contare la possibilità che sotto le macerie del precedente raid a Sheick Radwan, Gaza, potrebbe esservi anche la salma del comandante militare Mohammeed Deif, di cui non si hanno più notizie dopo il massiccio intervento dell'esercito di Stanford. E' vero che anche nel 2008 e 2012 i conflitti di Hamas con gli israeliani furono seguiti dalla «caccia alla spia» ma in quest'occasione Hamas appare furente: si spiega così il lancio di oltre 90 razzi, per il terzo giorno consecutivo, accompagnati da mortai contro i più vicini centri abitati. Sono attacchi che in questa occasione feriscono Israele perché ad Ashdod investono una sinagoga - provocando almeno tre feriti - e nel kibbutz di Shaar Ha-Negev, quasi a ridosso del confine, uccidono un bambino di 4 anni che diventa così la quarta vittima civile israeliana di un conflitto che ha visto lo Stato Ebraico perdere già 64 soldati a fronte dei 2000 palestinesi uccisi che, secondo fonti del ministero della Sanità di Gaza, sarebbero in gran parte civili. «Hamas pagherà alto il prezzo di questo grave attacco terroristico» promette il premier Benjamin Netanyahu parlando con il sindaco del kibbutz segnato dalla perdita del bambino. Intanto al Cairo Khaled Mashaal, capo di Hamas all'estero, si è incontrato per la seconda volta con il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen per discutere l'ipotesi del passaggio dei poteri militari da Hamas all'Anp nella Striscia, fortemente suggerito dai Paesi europei e dallo stesso Egitto. A New York Francia, Gran Bretagna e Germania hanno fatto circolare al Palazzo di Vetro dell'Onu la bozza di una risoluzione sul cessate il fuoco nella Striscia che prevede proprio il disimpegno delle forze di Abu Mazen al posto delle unità di Hamas lungo confini e passaggi di frontiera. I tre Paesi Ue propongono inoltre di riattivare la missione europea per Gaza - congelata dal 2007 - estendendone i compiti di sicurezza fino a trasformare le truppe considerate da molti alla stregua di famiglia.
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