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Uno scambio epistolare con 'Donna Moderna' 22/08/2014

Riportiamo lo scambio di mail tra una nostra lettrice,  una giornalista e la vicedirettrice di DONNA MODERNA:

INVIATA A  liliana.didonato@mondadori.it;triglia@mondadori.it; annalisa.monfreda@mondadori.it
il giorno 12 agosto

Per l'ennesima volta mi trovo davanti ad un articolo di Donna Moderna che mistifica la realtà riportando in maniera superficiale ed imprecisa parole e fatti.
L'articolo è apparso sul n 32 a pagina 35 e sposa in maniera quanto meno improbabile l'operazione antiterroristica di Israele verso Hamas con cose che non centrano nulla.
Gli sbarchi di profughi non hanno nulla a che fare con la situazione di Gaza, magari hanno a che fare con la situazione siriana, libica, irachena. Secondo l'articolista queste situazioni quale relazioni avrebbero con il conflitto di cui parla il titolo?
Non è forse vero che si tratta di conflitti interno al mondo arabo? Vogliamo far credere alla lettrice che questi conflitti nei quali i cristiani vengono crocifissi , le donne infibulate, i ai bambini gli vengono tagliate le teste e vengono usati come carne da macello, abbiano qualcosa a che fare con Israele?
Ricordo che Israele ha iniziato le operazioni in seguito al continuo lancio di missili da parte dei terroristi di hamas sulla popolazione civile israeliana, che sono stati scoperti tunnel, (costruiti nel corso degli anni con i soldi ricevuti da Gaza per edificare case, ospedali scuole) il cui scopo era quello di entrare in Israele durante le prossime festività per compiere una strage di civili inermi.
Ma di tutto questo ovviamente si è deciso di non dare conto.
Veniamo ora al passaggio sugli ebrei europei che evidentemente sono una massa di imbecilli che si divide in una parte composta da pacifisti  ed un'altra da integralisti. Certo, infatti sono stati gli ebrei ad assaltare le sinagoghe a fare manifestazioni nelle quali venivano bruciate le bandiere e veniva urlato “a morte gli ebrei”!
Ci si riferisce agli episodi di antisemitismo in maniera superficiale come se fossero stati l'esito di scontri tra ebrei ed arabi, in realtà si è trattato di episodi di aggressione nei confronti di cittadini europei di religione ebraica, si è trattato di assalti alle sinagoghe da parte di arabi in francia, si è trattato di atti di vandalismo compiuti su edifici di culto ebraici di tutta europa compresa l'italia!
Come dicevo in premessa non è la prima volta che il vostro giornale da conto delle notizie relative al medi-oriente in maniera superficiale ed approssimativa alimentando in questo modo esplicitamente l'antisemitismo.
Ciò che sta accadendo in medio-oriente è qualcosa di davvero drammatico, la violenza con la quale l'islam sta sterminando comunità cristiane che esistono da migliaia di anni è qualcosa di simile alle crociate medioevali. L'intento esplicito è la conversione o la morte.
Israele è l'unica democrazia in quell'area, l'unica nazione nella quale possono vivere ebrei, cristiani, mussulmani, atei e fedeli di qualunque religione. Israele è l'unica nazione nella quale le donne godono degli stessi diritti degli uomini, nella quale i gay possono vivere perché nel resto del medio-oriente vengono uccisi.
O offrite uno spazio adeguato e fate in modo di documentarvi sulla questione oppure vi prego fate a meno di parlare di queste cose continuate a parlare di cellulite, abiti, trucchi, creme e affini....
Sono ebrea e vivo sulla mia pelle quotidianamente le manifestazioni di odio, di antisemitismo, le aggressioni verbali e fisiche. Mi rendo conto che per duemila anni e più gli ebrei sono stati accusati di qualunque cosa e su di noi è stata riversata tutta la frustrazione e l'inettitudine umana ma proviamo a crescere e ad assumerci la responsabilità della nostra vita, delle politiche dei nostri governi, della crisi economica, della fame nel mondo e smettiamola di attribuire qualunque cosa agli ebrei!

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MI RISPONDE SARA SCHEGGIA IL 12/8/2014

Gentile Ariel Shmona Edith Besozzi,
intanto la ringrazio per la sua email sul pezzo apparso sul numero 32, le segnalazioni dei lettori sono sempre utili per noi. Provo a rispondere alle sue perplessità. Molti degli articoli sul Medio Oriente dell'ultimo periodo, infatti, portano la mia firma.
Per spiegare ai cittadini quello che succede in Italia e nel mondo ci affidiamo a chi è più esperto di noi: ricercatori, professori universitari, persone che per lavoro studiano queste situazioni. Parallelamente, ci sforziamo di essere equilibrati, senza far trapelare alcun giudizio sulle vicende: parlano i fatti. Questo vale per ogni tema che trattiamo.
Come mi ha spiegato qualche settimana fa Riccardo Redaelli, che insegna Geopolitica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e collabora col nostro Ministero degli Affari Esteri, quel che succede in Palestina e in Israele influenza tutto il mondo arabo. I musulmani di tutto il mondo tendono a identificarsi col popolo palestinese e a sposare la loro causa. Lo stesso fanno con Israele anche gli ebrei d'Europa e degli Usa, anche se non vivono lì. Questa “esportazione” del conflitto, in particolare nei paesi arabi, può provocare instabilità politica. E l'instabilità non è amica delle relazioni con gli altri Paesi.
Le faccio un esempio. L'Italia per il gas dipende per quasi il 25% da Libia e Algeria. Lo può leggere lei stessa sul bilancio 2013 di Eni a questo link http://www.eni.com/it_IT/attachments/documentazione/bilanci-rapporti/rapporti-2013/fact-book-2013.pdf e su una mappa sempre di Eni qui disponibilehttp://www.eni.com/world-oil-gas-review-2013/gas/Gas--Natural-Gas-Balance-Italy-Chart+12-2.shtml
E' vero, il nostro fornitore principale è la Russia. Ma il gasdotto russo passa dall'Ucraina, Paese con cui il Cremlino è ai ferri corti. E ricordiamoci che Mosca ha appena bloccato l'importazione di prodotti agroalimentari europei, proprio per rivalsa sulle sanzioni decise alla luce della crisi con l'Ucraina.
Tutti gli esperti concordano: finché non si calma “la madre di tutti i conflitti”, cioè quello fra israeliani e palestinesi, non ci sarà pace nel mondo arabo. Se ci pensa, ci sono posti nel mondo con guerre o disastri con molti più morti. Eppure quella guerra, in una terra che è santa tre volte (per cristiani, ebrei e musulmani) attira da sempre l'interesse di tutto il mondo. Un motivo ci sarà: da lì dipende molta della politica estera dei Paesi più potenti del mondo.
Inoltre, mi spreme sottolineare che identificare tutto l'Islam, come lei scrive, con i terroristi che “vogliono sterminare comunità cristiane” è un errore. Oggi, ad esempio, una tra le massime autorità religiose in Egitto, ha condannato questi gruppi: lo può leggere sul sito dell'Ansahttp://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2014/08/12/iraq-gran-mufti-egitto-contro-isis-viola-principi-islam_8737838f-7e45-4e51-89e3-ab6c9393e7f8.html
Allo stesso modo, gli ebrei non sono Israele. E dire che gli ebrei sono responsabili delle colpe, vere o presunte (su questo indagherà l'Onu, per accertare se ci sono stati crimini di guerra), di Israele è altrettanto sbagliato. Per questo sono convinta anch'io che l'antisemitismo sia una minaccia grave. Probabilmente saremo stati frettolosi e sintetici nel trattare il tema, ma le assicuro che non c'è alcuna volontà di “accendere” reazioni antisemite, come ci scrive: un'accusa che non possiamo che respingere. Noi ci limitiamo a fare il nostro lavoro, che è quello di riportare i fatti. E i numeri delle tante vittime che questo conflitto ha provocato e continua a provocare. Su questo, ci affidiamo a organismi super partes come l'Onu.
Tutto questo per dirle, cara Ariel, che il mondo è sempre più complesso di quello che ci appare, anche se crediamo di conoscerlo. Raccontare le guerre non è mai semplice: è una sfida continua, una corsa ad ostacoli. Continueremo a farlo, nel nostro piccolo. E lo sforzo sarà sempre quello di scegliere fonti affidabili, competenti e imparziali. Così, ognuno di noi, sarà libero di farsi la sua idea.

Un saluto

Sara Scheggia

MI RISPONDE Monica Triglia (triglia@mondadori.it)   IL GIORNO 13/08/2014

Gentile signora, ho letto la sua mail e l'ho affidata alla sezione attualità, che la pubblicherà nella rubrica delle lettere accompagnata ovviamente da una risposta.
I temi che solleva sarebbero interessanti se non fossero accompagnati da un tono davvero inappropriato. Noi tutti in redazione, anche se come lei sottolinea ci occupiamo anche di cellulite, trucchi e affini, da sempre siamo attenti e sensibili alle posizioni di ciascuno, compresa la sua. Lo facciamo con serietà e buona fede. Mi diranno dalla sezione attualità se ci sono stati errori e- nel caso ci fossero stati- le chiedo scusa in anticipo. Ma non scuso l'arroganza con cui ha scritto questa mail, che nulla ha a che vedere con un confronto civile, alla base di rapporti corretti.
Cordiali saluti
Monica

Monica Triglia
vicedirettore
Donna Moderna
tel. 0275422575
triglia@mondadori.it

RISPONDO A MIA VOLTA IL 13/8/2014

Mi sembra interessante notare come ci sia un differente standard nella valutazione di quello che proponete rispetto alle critiche che vi arrivano. Spesso i toni pacati, utilizzati per dire in maniera impropria o per accusare situazioni e cose tra loro inaccostabili possono essere molto più pericolosi dei toni accesi utilizzati per fare presente tale la pericolosità.
Sono molti mesi, da abbonata, che vedo nel vostro settimanale l'informazione data relativamente ad Israele ed al popolo ebraico in generale assumere caratteristiche che trovo molto preoccupanti.
Se avrà tempo e voglia di leggermi fino in fondo percorrerò questo tempo....
Nel numero di alcuni mesi fa a p 32 riportate una delle foto più vergognose del viaggio di Bergoglio (lui che prega di fronte alla barriera difensiva israeliana) in quella che tutti si ostinano a chiamare “terra santa” e, non contenti di accodarvi a chi continua a dare informazioni distorte sulla situazione d'Israele, attraverso questa immagine così insultante, nel breve commento alla foto fate una cosa davvero tremenda per il mio popolo, mettete a paragone la barriera difensiva (eretta dallo Stato d'Israele per impedire ai terroristi di continuare a fare attentati; vi invito ad informarvi sul numero di “muri” eretti nel mondo per scopi assai meno vitali rispetto ai quali nessuno s'indigna e nessun pontefice si mette a pregare) al Kotel o Muro Occidentale o come erroneamente e con poco rispetto viene chiamato dai cristiani Muro del pianto. Il Kotel è l'unica parte ancora esistente (dopo che diverse aggressiori, a partire dal'impero romano, hanno messo in atto per cancellare la presenza del popolo ebraico) dell'antico Tempio, il secondo perché il primo era stato raso al suolo. Esiste una sostanziale differenza tra pregare presso il muro di un tempio e presso la parte in muratura di una barriera che serve per difendere cittadini inermi da chi ha come sport nazionale farsi saltare per aria per uccidere il maggior numero di israeliani possibili (volontà ampiamente espressa in molti documenti e filmati da parte sia di Hamas che di Fata), non vi pare?!
Successivamente avete scritto (numero 30 pag 37) che l'operazione antiterrorismo d'Israele è stata fatta in risposta al rapimento dei tre ragazzi, cosa non vera perchè l'operazione è stata fatta perchè Israele era (ed è) da anni bersaglio dei missili sparati da Gaza, missili che hanno fatto relativamente pochi morti e danni perchè Israele usa le proprie risorse per difendere la propria popolazione.
Nello stesso numero definite il governo israeliano xenofobo e di destra ( provate ad informarvi sulla multiculturalità israeliana, unico paese della zona nel quale tutti possono praticare la propria religione e vengono riconosciute le unioni omosessuali, per esempio), vi sfugge immagino che l'attuale governo è di una coalizione di centro-destra.
Nel numero 29 pag 25 dite che i tre ragazzi sono stati uccisi "forse" da estremisti palestinesi, magari dire che sono terroristi e non parlare d'Israele come di una terra contesa sarebbe più appropriato.
Nel numero 31 pag 5 il direttore parla della guerra e casualmente cita i ragazzi uccisi sulla spiaggia di Gaza, certo romantica visione che cattura consenso, molto più dei bambini che in Israele da nove anni sono costretti a correre nei rifugi antimissile e soffrono di stress postraumatico, scelte editoriali, in linea con tutte le altre.
Nel numero 28 a pag 23 parlate della magia di Gaza, certo dite che lì ci sono i cattivi che vogliono distruggere Israele ma c'è anche la magia del musicista.... della magia dei cardiochirurghi israeliani che operano i neonati di Gaza mentre i loro figli sono sotto l'attacco da parte dei genitori di questi bambini, di questo non si deve parlare immagino.
Nell'ultimo numero, il 33, a pag 33 non dite che le scuole e gli ospedali dell'Onu contenevano missili di Hamas, dite che Israele ha bombardato scuole ed ospedali... l'effetto è molto differente, non vi pare?
D'altro canto non ho trovato traccia del fatto che il 24 maggio è stato compiuto un attentato nei pressi del museo ebraico di Bruxelles nel quale hanno perso la vita  4 persone. Che in Francia nei giorni successivi alcuni ragazzi ebrei sono stati aggrediti e picchiati. Il 24 maggio a Bruxelles è stato compiuto un attentato nei pressi del Museo Ebraico, nel quale hanno perso la vita 4 persone, il giorno dopo a Parigi sono stati aggrediti e picchiati due ragazzi solo per il fatto di essere evidentemente ebrei. Nei giorni successivi è stato catturato l'autore dell'attentato. Vi invito a vedere i video della sicurezza del museo, evidente la preparazione, l'intenzione e la freddezza con cui l'attentatore toglie la vita a delle persone innocenti. Non mi dilungo sulla matrice dell'attentato perché basta leggere qualche articolo per avere le informazioni necessarie, vi invito comunque ad approfondire.
A Miami sabato scorso è stato ucciso un rabbino.
Le sinagoghe di tutto il mondo vengono imbrattate da scritte antisemite.
Nelle manifestazioni vengono aggrediti gli ebrei, le bandiere d'Israele vengono bruciate.
A Roma sono comparse le liste dei negozi degli ebrei...
Tutto questo cosa vi fa venire in mente?
Mi dice che sono arrogante, va bene, meglio arrogante e viva che umile e morta!
Edith Besozzi

Il suo scambio epistolare, soprattutto con la vicedirettrice di Donna Moderna, sembra confermare una volta di più che i giornalisti italiani non accettano critiche.
Non importa, bisogna continuare a farle, anche se ci si sente dare degli arroganti. Come lei dice: "meglio arrogante e viva che umile e morta!"
Redazione IC


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