Buongiorno,
a proposito della nota della redazione di "IC" relativa all'articolo di Gian Guido Vecchi pubblicato sul "Corriere della Sera" del 19/08/2014 dal titolo Il Papa: "Se necessario sono pronto ad andare in Iraq" (newsletter di "IC"), nel quale si riportano alcune dichiarazioni di papa Francesco,
riguardo al passaggio – nella nota – in cui si dice: « Ci chiediamo quale contributo diano dichiarazioni [del papa] che, mentre criticano ciò che viene fatto, non sugeriscono in alcun modo che cosa si dovrebbe fare in alternativa », vorrei dire quanto segue:
Ho sentito, in un servizio giornalistico TV, l'intervento di papa Francesco quando ha detto che l'aggressione ingiusta va fermata, sottolineando il verbo "fermare", ecc. ecc. (non riporto il virgolettato in quanto comunque si tratterebbe di un frammento, e la questione posta dalla nota della redazione di "IC" va approfondita e svolta nelle apposite sedi e con apposita logica), e il richiamo all'ONU.
Bene, "alla redazione di 'IC'" dico che quello ascoltato dalle dichiarazioni di Bergoglio, che è giunto a tirare in ballo l'ONU, è il contributo, operativo, che è stato dato. È per cui errato chiedersi "quale contributo diano [quelle] dichiarazioni". Il contributo c'è, ed è quello. Poi, se da Bergoglio si vuole di più occorre divenire cristiani e camminare con lui... Cioè, voglio dire, che il contributo in quelle dichiarazioni c'è. Che poi non basti o che non ce ne facciamo niente va benissimo, sono d'accordo nel primo caso e potrei esserlo – approfondendo – nel secondo. Va bene. Ma la redazione di "IC" ha torto a chiedre (chiedendoselo) "quale contributo diano dichiarazioni...", come se il contributo non ci fosse.
Ciò detto, ho segnalato, a mio nome, la nota su citata della redazione di "IC" – riprendendola su una email – all'indirizzo lettere@corriere.it indicato sulla pagina di informazionecorretta.com che riporta la nota della redazione e l'articolo di Gian Guido Vecchi, chiedendo anche che la mail fosse inoltrata, da parte mia, anche a quest'ultimo.
Grazie per l'attenzione.
Distinti saluti.
Irreligiosamente,
Pasquale Petrocelli
Ma la domanda è: visto che l'Onu ha ampiamente dimostrato la sua impotenza in questo caso come in altri casi di crisi internazionali e di crimini contro l'umanità, che senso ha chiederne l'intervento ?
Condannando o comunque non approvando l'intervento americano, che per quanto insufficiente è finora l'unico ad andare al di là delle parole ?
Non le sembrano domande legittime ?
Grazie dell'attenzione e dell'invio al Corriere.
Redazione IC