Non sapevo nè so chi fosse il sig. Simone Camilli. Ed ecco la mia considerazione/domanda su cui chiedo a qualcuno più illuminato e preparato di me, se possibile, di darmi un abbozzo di risposta inequivocabile. Il Camilli era giornalista in attività dal 2008, ha documentato, pare con grande capacità , coraggio e preparazione, la sorte della popolazione di Gaza & dintorni... Visto che vantava amici anche fra la popolazione dello Stato d'Israele (spero non solo fra i "pericolosi" pacifisti, evidentemente votati a vivere con il paraocchi), si è mai preoccupato, il Camilli, di documentare, in tutti questi anni, le condizioni di vita dei cittadini israeliani di - sparo a caso... - Sderot, Dimona, Ashkelon, Beer'sheva, Tel Aviv, Gerusalemme, u.s.w., mentre venivano abbondantemente e ripetutamente presi come obiettivo dalla democratica "banda" di Hamas e dalle sue frange più estremiste a colpi di razzi Kassam e di attentati i più disparati ed efferati?
Cordiali saluti Franco Cervoni - Napoli
Non conosciamo servizi di Camilli dedicati a far conoscere le realtà da lei ricordate, ma non possiamo neanche escludere che esistano. La sua è una domanda che potrebbe essere fatta a proposito di molti giornalisti impegnati in Medio Oriente e che riceverebbe nella maggior parte dei casi una risposta negativa. E' in generale il sistema dei media a non essere molto interessato a ciò che il terrorismo fa agli israeliani. Inoltre, i nemici di Israele sembrano vendere molto bene le loro storie, tanto che Camilli, per esempio, aveva rinunciato a recarsi a Erbil, dove avrebbe potuto documentare i crimini dell'Isis, per restare a Gaza. Aggiungiamo una notazione: le uniche fonti disponibili su cui si basano le ricostruzioni della morte di Camilli provengono da Gaza e sono perciò direttamente o indirettamente riconducibili ad Hamas. In ogni caso con lui sono morte altre 5 o sei persone - a detta di Hamas- tutti stavano guatdando a distanza ravvicinata il disinnesco dell'ordigno. Ma si può ??? Redazione IC