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A Gaza ci sono solo civili: il punto di vista di Hamas e... del Tg 3 15/08/2014
Una lettera inviata al TG 3:

Stasera giovedì 14 agosto 2014, nel servizio su Simone Camilli del TG3 di prima serata (quello delle 19) il corrispondente di Rai3 Pier Damiani D'Agata ha concluso il servizio con queste parole ."...questa guerra che dall'8 luglio ha già ucciso 2000 persone. 1900 erano civili palestinesi" Sui numeri di vittime civili a Gaza sono in corso discussioni, anche su autorevoli media che in un primo tempo avevano sottoscritto i numeri forniti da fonti palestinesi senza verifiche (vedi BBC. New York Times....) Ma nessun giornalista era arrivato al punto di dire che tutte le vittime a Gaza fossero civili. Quest'affermazione raggiunge una sciatteria che non mi aspetterei dal professionista di un sistema pubblico (per il quale pago da sempre regolarmente il canone). O forse il giornalista non è semplicemente superficiale e sciatto, ma condivide - e sarebbe ancora più grave - queste affermazioni del conduttore della TV di Hamas Al Aqsa del 10 agosto 2014 : "Sappiamo che il pubblico palestinese è un pubblico civile. Anche le forze di sicurezza, la polizia stradale e la protezione civile sono tutte forze civili. Anche i combattenti della jihad [guerra santa] sul campo di battaglia sono in realtà civili palestinesi che adempiono al loro dovere religioso e nazionale. Questo è il motivo per cui [non possiamo fare] distinguo e dire "una macchina civile", "un obiettivo civile" e così via, dal momento che non abbiamo un esercito regolare e nessun vero obiettivo militare, come cerca di sostenere l'occupazione nella sua propaganda".
Vi ringrazio per l'attenzione, resto in attesa di una cortese risposta da parte vostra e - spero - di una rettifica con le scuse agli ascoltatori da parte del corrispondente del TG3 Grazie e buona serata

Donatella Misler

Grazie di aver inviato la sua lettera al TG 3. Sciatteria o condivisione del 'punto di vista' e degli obbiettivi di Hamas ? Quando si superano certi limiti, risulta difficile credere che la disinformazione sia soltanto l'effetto di un lavoro giornalistico superficiale. A intervenire deve essere, quanto meno, il pregiudizio, innaffiato da una forte dose di odio contro Israele. Come dice Alan Derschowitz, chi è anti-sionista è anti-semita, perché negare lo Stato degli ebrei non è criticarne un governo, ma la distruzione dello stesso Stato.

IC redazione

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