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Da leggere in classe 06/08/2014

 

Perché ogni volta che si intensifica il conflitto in Medio Oriente, ci sono manifestazioni antiebraiche in Europa?    
Perché i bravi pacifisti cattolici si indignano per i bambini di Gaza e non per i bambini di Mosul e di Aleppo e di Damasco?  Oggi si parla di crimini di guerra per Israele e non per Hamas con i suoi razzi lanciati sulle città e sugli aeroporti  o nascosti  nelle scuole?  non per la Siria con i suoi massacri di civili? non per l'Irak? non per la Cina che occupa  il Tibet e distrugge i suoi templi e la sua civiltà?
 Israele afferma il  suo diritto di esistere.

“ Eretz Israel (la Terra di Israele) fu il luogo di nascita del popolo ebraico. Qui si formò la sua identità spirituale, religiosa e politica. Qui in origine visse la propria indipendenza, creò valori culturali di portata nazionale e universale e diede al mondo l’eterno Libro dei Libri. Esiliato con la forza dalla propria terra il popolo le rimase fedele attraverso tutte le dispersioni e non cessò mai di pregare e di sperare di farvi ritorno e di ripristinarvi la propria libertà politica, [...].“

(Dichiarazione di Indipendenza dello Stato di Israele, 15 maggio 1948)

Di fatto, tuttavia, questo diritto non da tutti viene riconosciuto: i vicini arabi di Israele hanno più volte dichiarato la loro volontà di distruggerlo.

OLP: Carta Nazionale Palestinese (maggio 1968, aggiornamento ).

 Art.2: “La Palestina, nei suoi confini dell’ epoca mandataria britannica, costituisce una unità territoriale indivisibile.
Art. 21: “Il popolo arabo palestinese, esprimendosi attraverso la rivoluzione armata, rifiuta ogni soluzione che non  preveda la liberazione di tutta la Palestina e ogni proposta che miri alla liquidazione della questione palestinese. [...]

HAMAS: Statuto del Movimento di Resistenza Islamico (18 agosto 1988).

Art.11: “ il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un sacro deposito (waqf),terra islamica affidata alle generazioni dell’ islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa . [...].
Questa è la regola nella legge islamica (shari’a), e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani l’hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio. [...].”

Art.13: “Le iniziative di pace, le cosiddette soluzioni pacifiche, le conferenze internazionali per risolvere il problema palestinese contraddicono tutte le credenze del Movimento di Resistenza Islamico. [...]. Non c’è soluzione per il problema palestinese se non il jihad. Quanto alle iniziative e conferenze internazionali, sono perdite di tempo e giochi di bambini. [...]”.

Ci sono voluti quasi cinquant’anni perché il Vaticano riconoscesse lo Stato di Israele: la creazione dello Stato di Israele, infatti, contraddiceva la dottrina cristiana “di un popolo condannato all’eterno vagabondaggio fra le genti, a testimonianza della sua cecità e del suo rifiuto di Cristo.“ (S. Ferrari:”Vaticano e Israele”.
La demonizzazione degli Ebrei è stata così costante e capillare nei secoli che è diventata parte dell’inconscio dell’Occidente  e della sua cultura.
Non erano solo gli scritti “Adversus Judaeos“ a diffondere sentimenti antigiudaici, ma anche la liturgia, le omelie  (famose quelle particolarmente violente di Crisostomo), i catechismi con  domande e risposte imparate a memoria, le sacre rappresentazioni della Passione con versi, canti, invocazioni, improperi che suggestionavano i fedeli e accendevano di sdegno i loro animi contro gli Ebrei (i “perfidi giudei ”), considerarti gli unici diretti responsabili del deicidio. Anche le pitture e la sculture che abbellivano Chiese e Cattedrali parlavano lo stesso linguaggio antigiudaico.
“Non c’è futuro senza memoria. La storia stessa è memoria futuri“ (“Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah”).
 C'è, tuttavia, un rifiuto (incoraggiato) ad approfondire la lunga storia ebraica e la sua interazione con le civiltà ed i popoli che si sono succeduti e con cui gli Ebrei sono entrati in contatto.
Si preferisce non rimuovere le ceneri dell'oblio, un oblio particolare: non si ricordano più i motivi della lotta contro gli Ebrei, i mezzi e gli argomenti usati, i termini vituperativi, le accuse infamanti, ma di quella lotta è rimasto un senso di opposizione e di ostilità che riaffiora ad ogni occasione.
Nei confronti degli Ebrei abbiamo sviluppato una grande “ricchezza“ di vocabolario per definire un sentimento radicato di profonda avversione: anti-giudaismo, anti-sionismo, anti-ebraismo, anti-israelianesimo, ebreo-fobia, giudeo-fobia...
 Questo persistente atteggiamento antiebraico ha forti ricadute anche in campo politico. Il sentimento antigiudaico di solito si esprime con il silenzio, la rimozione o un linguaggio “ politically correct” o, appena se ne offre l'opportunità, cercando di "riscrivere" la storia (i fatti) evidenziando  alcuni elementi e situazioni e tacendone altri. La lunga avversione antiebraica, mai scomparsa, è come un fiume carsico che scorre sotterraneo e, appena c’è l’occasione propizia,riaffiora in superficie: il conflitto in Medio Oriente è l'occasione propizia.
La guerra in corso inizia quando tre ragazzi ebrei vengono rapiti e uccisi. Si combatte nella striscia di Gaza e si combatte anche nell’opinione pubblica, nella politica, nel giornalismo: le ONG, politicizzate, sono  dichiaratamente schierate sulle posizioni di Hamas; molti servizi giornalistici e televisivi danno un’informazione distorta e deliberatamente omissiva in modo da suscitare rabbia e odio per vincere la battaglia mediatica contro Israele. “L’antisemitismo, scrive  V. Feltri sul Giornale, gioca un ruolo fondamentale (in Europa e in Italia) nella demolizione sistematica della reputazione israeliana. Un esempio emblematico: se si tratta di celebrare la Shoah, ci sentiamo tutti fratelli degli Ebrei e deprechiamo i nazisti e i fascisti che li sterminarono; ma non appena esplode un colpo di fucile lungo i confini dello Stato Ebraico, il sentimento di solidarietà nei loro confronti si trasforma subito in antipatia se non in autentico razzismo.” 
Dove sono tutti gli oratori  che esprimono la loro vicinanza agli Ebrei nel Giorno della Memoria ? “Mai più, gridano, non deve succedere mai più!"  Che cosa non deve succedere mai più? che le Sinagoghe siano assalite? che le vetrine dei negozi ebrei siano infrante?  che vi siano stragi nelle scuole e nei musei ebraici?.
Una volta Mons.Capucci  sfilava a Roma  in cortei di protesta filo-palestinesi vestito da kamikaze, ora i dimostranti, ovviamente filopalestinesi,  manifestano con razzi di carta in mano e inalberano striscioni con la scritta “un buon Ebreo è un Ebreo morto”, ma alla fine, ora come allora, i cortei finiscono con l'assalto alle Sinagoghe e il  lancio di bombe Molotov.
Perché, se in Medio Oriente c'è un conflitto, in Europa vengono assalite le Sinagoghe e non le Moschee?

C. Berardi

La sua lettera andrebbe letta in classe e discussa. Espone fatti, non solo opinioni. Lo suggeriamo a chi fra i nostri lettori è insegnante.
IC redazione


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