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Una lezione al prof Vattimo 06/08/2014

In allegato, copia della lettera che sto inviando a "La Stampa". Un cordiale Shalom a tutto lo staff di Informazione Corretta e congratulazioni per il vostro più che mai prezioso, generoso, splendido lavoro in favore della verità e della giustizia.
Franco De Benedetti, Roma

…E così, l’Esimio-Eccellentissimo-Chiarissimo Professor Vattimo non aderisce all’invito dell’avvocato Dershowitz di recarsi a Gaza temendo di essere arrestato da Israele in base a non meglio precisate ed incomprensibili (?) leggi anti-Hamas condivise con gli USA.
Non dubito che Gianni Vattimo sia considerato persona non grata dagli israeliani (come dar loro torto?) e che probabilmente verrebbe fermato (non arrestato) al suo arrivo all’aeroporto Ben Gurion per essere poi immediatamente rimesso sul primo volo in partenza per l’Italia.
Se però il nostro illustre filosofo veramente vuole andare a Gaza può comunque farlo tranquillamente transitando per l’Egitto ed attraversando la frontiera con la Striscia di Gaza controllata dalla Dogana egiziana. Al suo arrivo a Gaza avrà modo di constatare qual è il trattamento riservato da Hamas a chi fa pubblica ed aperta professione della propria condizione di omosessuale e di attivista pro-gay.
Il nostro soi-disant Illustre Filosofo prosegue poi nel dichiarare che Israele ha violato tutte le delibere dell’ONU e di altri organismi internazionali dai quali dipendeva la sua stessa esistenza come Stato.
Ora, con la dovuta premessa che l’esistenza dello Stato di Israele non dipende certo da delibere di organismi internazionali, bensì:
• Dalla straordinaria coesione morale e nazionale della sua popolazione;
• Dalla perdurante eccellente performance della sua economia, povera di risorse ma ricca di capacità creative imprenditoriali;
• Dall’altissimo livello delle sue università e dei suoi centri di ricerca;
• Da una sapiente conduzione politica, che ha saputo allocare intelligentemente le risorse investendo anche e soprattutto in ricerca e sviluppo, consentendo al Paese di superare brillantemente gravi problemi come quello dell’acqua, che affliggono tutta l’area circostante e che altrove sembrano irrisolvibili;
• Dalla vasta rete di relazioni diplomatiche ed economiche instaurate con numerosissimi Paesi;
• Infine, ma non certo in ordine di importanza, dalle formidabili capacità militari delle sue forze armate, se il prof. Vattimo intendeva riferirsi a una sorta di “legittimazione” internazionale, non gli sarà certo sfuggito che Israele accettò il piano di spartizione delle Nazioni Unite (sciaguratamente rifiutato dagli arabi del territorio mandatario) , con il quale ci si proponeva, già dal 1947/48, la creazione di due Stati, l’uno ebraico e l’altro arabo-palestinese.
La soluzione definitiva a due Stati è stata in seguito respinta altre due volte, durante i Governi di Ehud Barak e di Ehud Olmert, a riprova che i Palestinesi “non perdono mai l’occasione di perdere un’occasione”.
Sono invece d’accordo con Vattimo sulla inutilità di un “sigillo” internazionale che certifichi che Hamas è un movimento terrorista: che lo sia, è già sotto gli occhi di chi occhi ha per vedere e buona fede da spendere nella semplice attività di informarsi.
Non oso pensare che l’Insigne Cattedratico, il Serio Studioso, trascuri di basare i suoi giudizi sulla realtà dei fatti, quindi - per solo amor di polemica intellettuale - gli citerò qualche piccolo esempio di “guerra partigiana”, come la definisce lui:
1. il massacro di Pesach nel marzo del 2002, in cui 30 persone furono uccise a Netanya in una sala per banchetti;
2. il massacro sull'autobus numero 20 di Gerusalemme nel novembre dello stesso anno 2002 (11 morti);
3. il massacro sull'autobus numero 2 di Gerusalemme nell'agosto del 2003 (23 morti);
4. l'attacco alla città di Beersheba nell'agosto del 2004, (15 morti).
Sono solo una piccola parte delle operazioni rivendicate da Hamas. La totalità delle vittime erano civili. E secondo il professore, questi assassini sarebbero partigiani.
E il professore è uomo d’onore. Strano, non mi risulta che i nostri partigiani abbiano mai fatto saltare in aria una birreria di Amburgo o una balera di Monaco o un filobus a Dresda.
Di qui, il perentorio invito di Vattimo al Prof. Dershowitz ad abbandonare l’argomento “Hamas organizzazione terrorista”, definizione secondo lui appartenente al solo lessico della cosiddetta propaganda israeliana, giacché la sua trascorsa esperienza di Europarlamentare è sicura fonte di non meglio precisate pressioni americane (che chissà perché, sarebbero arrivate al Parlamento Europeo) per far chiamare con l’appropriatissimo appellativo di terrorista un gruppo che compie e rivendica sfrontatamente attentati terroristici, che ha scritto nel suo statuto che intende rimpiazzare lo Stato d’Israele con una Repubblica Islamica, e che intende inseguire e uccidere tutti gli ebrei (gli ebrei tutti, non solo quelli di Israele) tranne quelli che si rifugeranno dietro un certo mitico albero.
Sono certo che il Professor Vattimo conosce lo Statuto di Hamas, n'est-ce pas? Si tratta di un documento a disposizione di tutti, è su internet. Tuttavia, il nostro filosofo ritiene (è un suo diritto: tutte le opinioni, anche le più aberranti, hanno piena legittimità) che Hamas sia un valido interlocutore per Israele, la quale non avrebbe alcun fondato motivo per non sedersi ad un tavolo di trattative avendo di fronte un killer determinato ad ottenere nulla di meno che la sua stessa mera sopravvivenza come Nazione.
E questo perché Hamas comanda a Gaza in virtù di un’elezione democratica. Timidamente mi permetto di segnalare che anche Hitler e Mussolini ottennero la maggioranza relativa in elezioni sino ad allora democratiche. Altrettanto timidamente segnalo che Israele non ha misconosciuto il risultato di quelle elezioni:
• ne ha preso atto;
• ha deplorato la scellerata opzione dei cittadini di Gaza, evidentemente autolesionista e criminale;
• ha osservato con raccapriccio il modo con cui Hamas ha completato e consolidato la sua vittoria elettorale: i rivali di Al Fatah buttati dai grattacieli di Gaza, gli oppositori politici immediatamente tacciati di “collaborazionismo” con il “nemico sionista” e giustiziati sommariamente, i loro cadaveri scempiati legati alle motociclette dei miliziani e trascinati per Gaza City fra le urla belluine di trionfo della folla osannante;
• ha infine valutato che Hamas è una banda di tagliagole, con una spiccata riprovevole predilezione per le gole dei bambini ebrei, ed ha deciso che con loro non si può trattare.
Ma tant’è. Per Gianni Vattimo si tratta di partigiani, che - con mezzi assai rudimentali - lottano contro lo strapotere di uno dei più potenti eserciti del mondo. I mezzi assai rudimentali sono i gli oltre 20.000 razzi con cui si è terrorizzata per anni la popolazione civile di Sderot, di Ashqelon, di Ashdod, di Beersheba, ed ora anche quella di Tel Aviv, di Holon, di Herzliya, di Netanya, di Gerusalemme e persino di Haifa.
Oltre il 35% di questi ordigni sarebbe andato a bersaglio se non fosse stato intercettato dal mai abbastanza benedetto sistema contraereo Iron Dome, con le prevedibili conseguenti stragi, il cui mancato verificarsi è di tutta evidenza per il Preclaro Prof. Vattimo motivo di cruccio e doglianza.
Bontà sua, ora precisa che desidera “più morti israeliani” riferendosi ai soldati di Israele e non ai civili, ma omette di spiegarci come ciò sia possibile, dato che la quasi totalità del potenziale bellico di Hamas è riversato su obiettivi civili. Sarebbe inoltre istruttivo per lui farsi chiarire le idee sul concetto che i suoi protetti hanno dei cittadini israeliani: nessuno è considerato un innocente civile, nemmeno i bambini neonati, perché crescono e finiscono per essere chiamati al servizio di leva.
Infine, l’unghiata del filosofo. In cauda venenum. L’esercito dello Stato Ebraico si fregia ingiustamente del carattere di “ebraico”. Abbiamo un intellettuale non ebreo, la cui competenza in materia di ebraismo mi sembra assai discutibile, che finalmente ci svela, alla luce della sua scienza, ciò che è veramente ebraico e lo distingue e lo distanzia da ciò che - sempre secondo lui – non lo è. Ci tengo a tranquillizzare il Professore: certo, esistono sparute minuscole minoranze di ultraortodossi e di “Ebrei di Corte” che si comprano onori, incarichi politici, prebende, cattedre universitarie lautamente retribuite, attaccando in ogni occasione Israele e la sua legittima esistenza. Io personalmente non ne conosco nessuno ma so che ci sono e che sono famosi proprio per questo. Ma la stragrande maggioranza degli Ebrei della Diaspora sa perfettamente di poter contare su sicuro rifugio in Israele e possente difesa nel suo esercito qualora Vattimo & compagnia di destra e di sinistra prendessero il potere. E non chiamo Vattimo antisemita perché difende Gaza, bensì perché nega ad un'unica Nazione, il popolo ebraico riunito in Israele, il diritto all’autodifesa. Quanto alla Shoah, nessuno la vuole evocare a sproposito. Semplicemente vorremmo evitarne un’altra. Abbiamo già dato.

Franco De Benedetti


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