ho letto attentamente l’articolo di Roberto Toscano apparso su La Stampa di domenica 27 luglio 2014 e vorrei formulare alcune considerazioni, sia sul contenuto dell’articolo, sia sul conflitto armato in corso a Gaza. Che le critiche all’operato dello Stato di Israele, a Gaza come in altre situazioni, non possano essere liquidate accusando chi le formula di essere antisemita, è ovviamente condivisibile in pieno. Se non c’è antisemitismo, e spesso non c’è, vi è comunque un profondo e radicato atteggiamento di ostilità verso Israele, che molto spesso sconfina, a mio parere, nel pregiudizio. Altra questione, forse secondaria, ma solo forse, è se l’indubbia crescita dell’antisemitismo non dipenda anche dal modo con il quale Israele viene spesso rappresentato sui mezzi di informazione, e la vignetta, per niente satirica, di Gianni Chiostri apparsa su La Stampa del 13/07/2014 non è certo neutrale. L’ articolo di Toscano del 27/07 qualifica come indiscriminati i bombardamenti effettuati da Israele su Gaza. Un bombardamento indiscriminato è un bombardamento fatto senza distinzione e discernimento circa l’obiettivo delle bombe o dei missili e, istintivamente penso a quelli in corso in Siria (170.000 morti) o quelli avvenuti in Cecenia. Mi chiedo: se i bombardamenti fossero indiscriminati i morti civili non sarebbero drammaticamente molti ma molti di più (fermo restando che già un solo morto innocente suscita sgomento)? In base a quale considerazione si afferma che sono in corso bombardamenti indiscriminati? Preavvertire che un edifico sarà prossimamente “centrato” da un missile (ritenuto obiettivo militare non in quanto edificio, ma in quanto edificio utilizzato per coprire attività militari) conferma, a mio parere, che non si è di fronte a bombardamenti indiscriminati. Inoltre, quale esercito bombarderebbe in modo indiscriminato un territorio, sapendo che proprie truppe sono sul terreno e quindi potrebbe essere colpite dal “fuoco amico”. Un conflitto armato combattuto in un area densamente abitata, con l’utilizzo degli edifici civili, della popolazione civile, quale scudi utilizzati da una parte contro l’altra, provoca certamente la perdita di vite umane, non direttamente coinvolte nel conflitto. Ed è quello che sta purtroppo avvenendo. A chi si difende, ed Israele si sta difendendo, deve essere chiesto di porre la massima attenzione per evitare vittime innocenti, ma non si può chiedere di subire incessanti attacchi senza reagire. Mi chiedo come avrebbe agito un qualunque altro Stato, europeo e non. Gaza è da anni controllata da milizie profondamente armate, che hanno investito denaro copiosamente pervenuto dall’estero per realizzare una rete militare, anche sotterranea, con la finalità dichiarata e spesso attuato di attaccare Israele. Del resto lo statuto di Hamas lo afferma chiaramente: Israele deve essere distrutto e tutto il male del mondo è causato, in primis, dagli ebrei. Le decine di soldati israeliani morti, i quali di rado sono ricordati, testimonia della durezza dello scontro militare in corso. Peraltro temo che Israele sia solo il primo obiettivo da distruggere, poi ne verrebbero altri. In un altro articolo apparso in precedenza, sempre a proposito del conflitto in corso, Toscano ha imputato a Israele, mutuandolo dal codice penale italiano, un eccesso nell’esercizio della legittima difesa. Quale è la soglia oltre la quale la legittima difesa diventa eccessiva? Quale è il n° di missili sparati verso le città israeliane (con obiettivi indiscriminati), sull’aeroporto internazionale, al di sotto del quale la reazione israeliana sconfina nell’ eccesso? O, all’opposto: quale limite si deve porre Israele per non eccedere nella legittima difesa, oltre a quello di prestare la massima attenzione a non causare la morte di persone non direttamente coinvolte nel conflitto? Tutti vanno rispettati, in particolare i bambini, ma educarli alla violenza, educarli ad odiare i cristiani, gli ebrei, i musulmani di altro orientamento, vestirli da terroristi e farli sfilare osannanti al martirio, non è rispettarli. Ed è ciò che sistematicamente è avvenuto nelle scuole di Gaza, nel silenzio, o quasi, degli osservatori internazionali. Le vittime palestinesi del conflitto: formulo alcune domande: i palestinesi uccisi a Gaza, con l’accusa di essere collaboratori di Israele, rientrano nel conteggio delle vittime fatte da Israele? Le fonti palestinesi sono attendibili? Tutte le vittime denunciate sono effettivamente civili, cioè persone non armate? Il blocco israeliano? Strano blocco, anche durante i conflitti armati, questo come in quelli precedenti, passano i rifornimenti di generi di prima necessità/medicinali, carburante, ……. e poi il blocco è una forma di legittima difesa, o anche questa è eccessiva? Nell’articolo del 27 luglio Toscano ha parlato della decennale questione dei due Stati, di cui uno c’è e l’altro non ancora. Quando si parla della necessità di avere due Stati, sistematicamente si tralascia, a me pare, di ricordare che se il secondo Stato non c’è, ciò è dovuto al rifiuto delle autorità Arabe di accettare lo Stato di Israele. Peraltro Israele non nasce a seguito della Shoa, come molti pensano (anche il Presidente Obama nel famoso discorso egiziano ha avallato questa tesi), semmai nonostante la Shoa. Quante guerre di aggressione Israele ha dovuto subire e combattere (e ogni guerra provoca morti, civili e non) 1948, 1967 (dal 1948 al 1967 come si viveva a Gerusalemme Est, a Gaza, in Cisgiordania/Giudea -Samaria?), 1973, e quante volte la pace è sfumata (2000), perché la pace con Israele non si deve fare! Ancor prima della nascita di Israele, la proposta di suddivisione dell’area in due Stati formulata ai tempi del mandato britannico è stata rifiutata dalle autorità Arabe. I palestinesi sono stati e sono vittime dell’estremismo arabo, che ha sacrificato la nascita del loro Stato in nome della lotta senza quartiere agli ebrei. Non credo che sia un caso che il gran Mufti di Gerusalemme fece combattere le proprie truppe nei Balcani con le insegne delle SS (e nelle manifestazioni del 25 aprile c’è chi insulta coloro che sfilano sotto le insegne della legione ebraica, in nome del popolo palestinese). Gli insediamenti rendono impossibile la nascita di due Stati, si afferma, ma un insediamento può essere smantellato, e ciò è già avvenuto nel Sinai e a Gaza e dovrà avvenire anche in Giudea e Samaria, in non pochi casi. Forse ciò che impedisce di trovare una soluzione al problema del confine fra i due Stati è il clima di odio che copiosamente è stato diffuso nell’area. I terroristi sono terroristi, senza distinzioni e le vittime dei terroristi sono vittime, senza distinzioni. Il ragazzo palestinese Mohammed Abu Khdeir barbaramente assassinato nei giorni scorsi è considerato dallo Stato israeliano vittima dei terroristi israeliani, che saranno condannati, come in passato altri terroristi israeliani lo sono stati (all’ergastolo e sono ancora giustamente in prigione). All’opposto, gli assassini scarcerati, quale pegno che Israele ha dovuto pagare per la ripresa dei colloqui di pace, sono considerati persone per bene, da portare ad esempio. E quante volte anche i nostri media hanno presentato questi terroristi, condannati in quanto tali da un giudice terzo, come prigionieri (di chi?), se non come prigionieri politici. La politica ufficiale dell’ANP è …...nel prossimo Stato Palestinese non ci saranno ebrei (è antisemitismo?). Concludo ricordando che il Marocco occupa l’ex colonia spagnola, la Turchia un pezzo di Cipro (e molti vorrebbero che entrasse a far parte dell’ UE), la Siria la fa da padrona in Libano, per interposta persona, la Russia si è annessa un pezzo di Ucraina ………., ma la questione centrale della politica internazionale è Israele, che occupa territori palestinesi (occupati o contesi?) e, soprattutto, ……….massacra, discrimina, e applica una politica di apartheid se non genocida. A proposito dell’importanza delle parole e del loro peso. Ringrazio per l’attenzione.
Cordialità
Maurizio Borgonovo
Grazie di aver inviato alla STAMPA la sua lettera, che tocca con precisione tutti i punti per i quali l'analisi di Roberto Toscano muoveva da presupposti assolutamente falsi circa l'attuale guerra tra Israele e Hamas. Redazione IC