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La Stampa Rassegna Stampa
05.08.2014 Proclamata tregua di 72 ore; attentato a Gerusalemme; ucciso capo dell' intelligence della Jihad islamica
Cronache e commenti di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 05 agosto 2014
Pagina: 8
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Hamas-Israele, sì alla tregua di 72 ore - Mansour, il capo degli 007 islamici che ha trasformato i tunnel in armi»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/08/2014, a pag. 8, gli articoli di Maurizio Molinari intitolati "Hamas-Israele, sì alla tregua di 72 ore " e "Mansour, il capo degli 007 islamici che ha trasformato i tunnel in armi".

Di seguito, gli articoli:



Sul luogo dell'attentato a Gerusalemme

LA STAMPA - Maurizio Molinari:  "Hamas-Israele, sì alla tregua di 72 ore "


Maurizio Molinari


L’Egitto annuncia l’accordo fra Hamas e Israele per una tregua di 72 ore nella Striscia di Gaza al termine di una giornata che vede Gerusalemme teatro di due attacchi e Gaza colpita da nuovi raid, nel quale è rimasta uccisa una bambina di 8 anni e decine di palestinesi sono rimasti feriti.
La mediazione di Al Sisi
I mediatori egiziani ottengono dalla delegazione inter-palestinese l’accettazione di una tregua di 72 ore in tutta la Striscia di Gaza a partire dalle 8 di questa mattina e il testo viene recapitato ad Israele, che nella notte comunica il proprio assenso. È il Cairo a fare l’annuncio formale, incassando un successo politico a lungo perseguito dal presidente Al Sisi. I dettagli dell’intesa non sono ancora noti ma è la prima volta, dopo 28 giorni di combattimenti, che le due parti convergono verso il cessate il fuoco. D’altra parte il capo di Stato Maggiore, Benny Gantz, ha annunciato il formale completamento della «distruzione dei tunnel di Hamas che raggiungevano Israele» consegnando al premier Netanyahu il risultato militare che l’operazione «Protective Edge» puntava ad ottenere. Israele ribadisce comunque che contingenti ridotti di truppe restano oltreconfine «perché abbiamo altre missioni».
L’attacco con il bulldozer
È un operaio palestinese di 29 anni, Mohammed Naif Jaabis, che esce dal cantiere di Gerusalemme dove lavora alla guida di un bulldozer con l’intento di uccidere. Percorre 50 metri, entra nel quartiere di ebrei ortodossi di Shmuel Hanavi e attacca i passanti. Usa il braccio meccanico del bulldozer per sollevare e rovesciare un autobus, investe un’auto. A fermarlo è un agente della polizia penitenziaria, di passaggio in quel momento, che gli spara almeno 5 colpi dentro la cabina. L’attacco causa la morte di un passante di 29 anni - un rabbino padre di sei figli - e il ferimento di cinque persone. Per Micky Rosenfeld, portavoce della polizia si tratta di «un atto di terrorismo» che nasce da «motivazioni personali» del palestinese residente a Jabel Mukaber, a Gerusalemme Est. Ma i famigliari negano tutto. «Muhammed non ha mai fatto politica, è morto in un incidente stradale» dice lo zio alle tv. Hamas comunque da Gaza recapita la propria «benedizione»: «È un’iniziativa locale benvenuta». Già tre volte in passato, dal 2008, dei palestinesi di Gerusalemme Est avevano usato dei trattori per atti terroristici.
Caccia al killer dell’Ateneo
Poco dopo l’attacco con il bulldozer, un motociclista fa fuoco su un soldato israeliano ad una fermata dell’autobus dell’ateneo di Mt Scopus. Il militare è ferito gravemente, ma il killer riesce a dileguarsi in direzione di Gerusalemme Est. La polizia parla di «secondo atto terroristico della giornata» ma non vede un collegamento fra i due eventi: «Si tratta di singoli che decidono di colpire». Anche se la tensione a Gerusalemme cresce: a dimostrarlo sono gli scontri fra dimostranti e polizia sulla Spianata delle Moschee. Allerta anche Tel Aviv, dove gli agenti chiudono alcune zone della città temendo la presenza di kamikaze.
Gli aiuti italiani per Gaza
È atteso per oggi all’aeroporto Ben Gurion il primo aereo con gli aiuti umanitari italiani per la Striscia: 30 tonnellate di tende, coperte, generatori, kit sanitari e igienici che verranno consegnati dal viceministro Pistelli all’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.

LA STAMPA - Maurizio Molinari: "Mansour, il capo degli 007 islamici che ha trasformato i tunnel in armi "

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Danyal Mansour


Con un raid aereo contro un edificio nel campo profughi di Jabalya l’esercito israeliano ha eliminato Danyal Mansour, uno dei comandanti più efficienti e spietati della Jihad islamica palestinese. Il più importante incarico di Mansour era la guida delle unità di intelligence della Jihad nel Nord di Gaza, ovvero l’area da dove partono la maggioranza degli attacchi contro Israele. Ciò significa che c’è la sua mente dietro la stretta cooperazione con Hamas nella realizzazione dei tunnel per infiltrarsi in profondità dentro Israele al fine di compiere attacchi, come anche di raccogliere informazioni per future operazioni.
Mansour ha avuto nelle ultime settimane anche l’incarico di coordinare i lanci di razzi a lungo raggio contro Israele da parte della Jihad islamica, proprio come aveva fatto durante il conflitto dell’autunno 2012 e i notevoli miglioramenti intervenuti da allora lasciano intendere l’efficienza che è riuscito a ottenere dalle proprie unità. Circondato da fedelissimi, abile nel risultare invisibile e spietato nella caccia alle spie, Mansour era anche altro: uno degli uomini di fiducia di Teheran a Gaza. Nella Striscia di Gaza, dove il governo è nelle mani di Hamas, la Jihad islamica palestinese è infatti l’interlocutore privilegiato dell’Iran e in particolare della «Forza Al Quds», incaricata di far arrivare armi e istruttori per colpire meglio Israele. Da giorni si rincorrono a Gerusalemme voci su una presenza di cellule iraniane a Gaza: si tratterebbe di uomini della «Forza Al Quds» che avrebbero aiutato Hamas e Jihad a perfezionare i lanci di razzi e mortai. Il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, ha scelto di non confermare nè smentire tali indiscrezioni, sottolineando però che «l’arsenale di Hamas ha una matrice iraniana». Ciò significa che Mansour era uno dei leader locali di cui gli iraniani si fidavano di più. Ma il fatto di essere stato eliminato nel bel mezzo del campo profughi di Jabalya in un appartamento che, secondo lo Shin Beth, «usava come casa» significa che qualcuno potrebbe averlo tradito, indicando ai droni il nascondiglio dove si rifugiava, in una delle zone più densamente popolate di Gaza. L’ipotesi del tradimento può spiegare anche perché i droni lo hanno «visto» mentre era fuori dai tunnel che proteggono i leader politici e militari di Gaza.

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