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L'imperativo di portare tutti a casa 03/08/2014

Oltre alle giuste, condivisibili e comprensibilissime ragioni di umanità e solidarietà reciproca che fanno desiderare agli israeliani di riavere sano e salvo il militare Hadar Goldin, esistono ulteriori motivi di ordine sociale, religioso o altro?

Sono infatti sempre stato stupito della sproporzione assoluta del negoziato culminato con lo scambio del militare, rimasto prigioniero a Gaza per cinque anni, in cambio di - mi pare - un migliaio di prigionieri palestinesi.

Come mai Israele aveva a suo tempo accettato tali condizioni? Gradirei una spiegazione che mi faccia comprendere, sempre che esista qualcosa da comprendere.

Grazie. Alberto  Pazzagli

Israele si sente impegnato a fare tutto il possibile per riportare a casa un suo soldato. Non è questione di "proporzioni", ma di un imperativo assoluto.
Che lo scambio con i terroristi  rientri ancora tra le opzioni moralmente e strategicamente possibili può essere oggetto di dibattito, ma questo è un altro discorso.
Redazione IC


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