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Libero Rassegna Stampa
02.08.2014 Vattimo incita all'odio, nessuno indaga ?
Commento di Maria Giovanna Maglie

Testata: Libero
Data: 02 agosto 2014
Pagina: 1
Autore: Maria Giovanna Maglie
Titolo: «Vattimo sparge odio razziale, ma nessuno lo indaga»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/08/2014, a pagg. 1-11, l'articolo di Maria Giovanna Maglie dal titolo " Vattimo sparge odio razziale, ma nessuno lo indaga"

          
Maria Giovanna Maglie
 
      

Gianni Vattimo


Carlo Tavecchio ha detto una frasaccia infelice qualunque in un lungo discorso a braccio sul futuro del calcio, e apriti cielo e lampi e fulmini, si sta rivoltando il mondo dell'antirazzismo di professione, titoli e spazio più grandi e sdegnati del disastro della Libia. Tavecchio è un robusto mestierante che sa trattare i calciatori e quel mondo rozzo, mica un professore emerito di filosofia, uno pieno di lauree honoris causa, uno che ha fatto dieci anni fa, non un secolo fa, il parlamentare europeo del partito democratico, che allora ci aggiungeva "di sinistra", ma tant'è. Ecco, il professor Gianni Vattimo, o quel che resta fastidiosamente di lui, può permettersi svariate apologie di reato, stragi non banane, paragoni tra ebrei e nazisti, anzi può sostenere che gli ebrei sono più nazisti di Hitler; può prodursi nella dichiarazione surreale sui partigiani italiani, si, proprio quelli che anche oggi si sentono la spina dorsale d'Italia e i giovanotti democratici alla moda che si iscrivono all'Anpi, dal professore comparati per scopi e nobiltà ai terroristi di Hamas, e tutti zitti, anzi tappeto rosso su La Stampa, lo stesso giornale che freme di sdegno, più che antirazzista fiat juventino, per il suddetto Tavecchio. Dico di più, non si sveglia oggi né accadrà domani, scommetto, un qualunque magistrato di quelli che di solito l'azione penale è obbligatoria, per ravvisare le apologie di reato, che nell'intemerata di Vattimo a "La Zanzara", programma radio cult, ma anche nella risposta gentilmente concessagli da La Stampa a un intervento nobile di Alan Dershowitz, suppongo in nome del pluralismo, abbondano. Potrebbe essere la solita inutile polemica sull'abbondanza tragica e storica di antisemitismo della sinistra intellettuale e sedicente tale, antisemitismo mascherato da dolore profondo per i bambini palestinesi, che poi è profondo sempre e soltanto per quei bambini in quell'area geografica, basta spostarsi di qualche chilometro e frega più niente. Ma non è solo questo, non è solo il delirio delle Penelope Cruz, dei Bardem, degli Almodovar, delle Rijanna,e via diveggiando, tutti tipini da far soggiornare ospiti delle regole di etichetta di Hamas; non è quel ridicolo «sto al 55 per cento con Israele ma...» dei Mughini d'Italia. Non è neanche, anche se sta alla base di tanto scandalo, la debolezza e la mediocrità dei governanti attuali del mondo, gente senza vertebre, se non mi è consentito dire palle, dagli Obama ai Cameron, dalle Merkel ai Renzi, per tacere degli Hollande. C'erano una volta Thatcher, Reagan, Kohl, Mitterrand, Andreotti, Craxi, e qualcuno dovrà prima o poi provare a spiegare come siamo caduti in tanta pochezza, fino alla Mogherini che per parlar di Gaza si telefona col ministro degli Esteri, sic, iraniano, ovvero il Paese che finanzia Hamas. Ma il punto nella condizione internazionale tragica di oggi in Medio Oriente è che l'ossessione dei media sui morti di Gaza, non accompagnata dalla spiegazione sulla responsabilità prevalente di Hamas, incita all'odio verso Israele, attizza il fuoco dell'antisemitismo. Se questa malafede è accompagnata alla pubblicazione senza alcuna presa di distanza, come ha fatto la Stampa, dei deliri criminali di Gianni Vattimo, la colpa è senza scusanti, il peccato irredimibile. Diciamoci la verità, la lettera di Alan Dershowitz, principe del foro americano, scrittore e saggista brillante, non avrebbe avuto bisogno di nessuna risposta, meglio, a Vattimo andava negato il diritto a rispondere. Quando ha fatto il suo sproloquio a "La Zanzara", Cruciani e Parenzo lo hanno massacrato, non ascoltato in silenzio. Che c'era da lasciar rispondere a Dershowitz, quando denuncia agli italiani che un filosofo addirittura definito il più importante d'Italia, di recente ha dichiarato che vorrebbe «sparare a quei bastardi sionisti» definendoli «un po' peggio dei nazisti»; che stava progettando di lanciare «una raccolta fondi per acquistare razzi per Hamas» così che quel gruppo anti-ebraico «possa uccidere ancora più sionisti», intendendo gli ebrei israeliani; che ha poi esortato volontari europei a unirsi ad Hamas e «combattere al suo fianco come partigiani». Dershowitz ricorda che: è un crimine, secondo la legge americana e di diverse Nazioni europee, garantire sostegno materiale a gruppi designati come terroristici, e Hamas è uno di questi. Vattimo ha commesso questo crimine, eppure può continuare a sputare il suo odio in Italia dove resta un personaggio ammirato. L'odio di Vattimo per lo Stato-nazione del popolo ebraico risale a molti anni addietro, persino a quando per due volte Israele ha offerto ai palestinesi un proprio stato. Vattimo è contrario alla soluzione dei due Stati e chiede invece la fine di Israele che ritiene come un "castigo" per la memoria dell'Olocausto. Se Vattimo è davvero il più famoso filosofo italiano, mi dolgo, conclude Dershowitz, per lo stato attuale della filosofia in una nazione che ha contribuito così tanto in quel campo nei millenni. Quanto a lui, l'avvocato lo sfida ad andare a vivere da omosessuale che rivendica i propri diritti a Gaza o in Iran. Non aveva diritto di risposta Gianni Vattimo, invece l'ha avuta e ha spudoratamente confermato tutto.

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