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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Stampa Rassegna Stampa
02.08.2014 Hamas rompe la tregua. Rapito un soldato israeliano, Hadar Goldin
Cronache e commenti di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 02 agosto 2014
Pagina: 2
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Hamas rompe la tregua e rapisce un soldato - Bombe su Rafah per rovinare i piani dei sequestratori»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/08/2014, a pag. 2, gli articoli di Maurizio Molinari intitolati " Hamas rompe la tregua e rapisce un soldato" e " Bombe su Rafah per rovinare i piani dei sequestratori "



Hadar Goldin


LA STAMPA
- Maurizio Molinari: "Hamas rompe la tregua e rapisce un soldato"



Maurizio Molinari

Hamas sfrutta la tregua umanitaria a Gaza per rapire un soldato israeliano e il premier Benjamin Netanyahu reagisce preannunciando «ogni passo necessario per sconfiggere il terrorismo». La tregua proclamata da Usa e Onu entra in vigore alle 8 del mattino, ora di Gaza, e 90 minuti dopo scatta la trappola di Hamas per una pattuglia di Givati. Avviene a Rafah, nell'estremo Sud della Striscia, quando almeno due kamikaze si fanno saltare in aria uccidendo altrettanti soldati e attimi dopo un secondo commando di Hamas cattura il sottotenente Hadar Goldin, 23 anni, portandolo via attraverso lo stesso tunnel servito per l'attacco. A rivendicare il sequestro è Moussa Abu Marzuk, membro del comitato politico di Hamas appartenente ad un'importante famiglia proprio del Sud della Striscia, precisando però che «la cattura è avvenuta alle 7,10 del mattino» ovvero prima dell'inizio della tregua. Israele smonta la tesi di Hamas con immagini, satellitari e non, che condivide con Usa e Onu. La prima reazione arriva dal portavoce della Casa Bianca che parla di «atto barbarico», poi è il Segretario di Stato John Kerry che condanna la «vergognosa violazione» e chiama i colleghi di Qatar e Turchia - i Paesi più vicini a Hamas - per chiedere «l'immediata liberazione del soldato». Quindi è il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon a dirsi «scioccato e deluso» per la «violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas». L'ultimo a parlare è il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, accusando Hamas di «essere responsabile di aver rotto la tregua», chiedendo a chiare lettere la «liberazione del soldato di Israele» e riaffermando «il diritto dello Stato ebraico a difendersi dal terrorismo». Obama firma fra l'altro la concessione di 225 milioni di dollari di aiuti militari straordinari per sostenere lo sforzo dell'Iron Dome. Le prime conseguenze arrivano dall'Egitto dove i mediatori cairoti annullano il previsto incontro fra le fazioni palestinesi - Anp, Jihad islamica e Hamas -perché l'ipotesi di «rafforzare la tregua umanitaria» è stata polverizzata. E sul fronte militare Israele prende l'iniziativa con incessanti bombardamenti su Rafah per impedire ai rapitori di prendere il largo. Ecco perché i tank si avvicinano. I comandi militari ordinano l'evacuazione dell'ospedale di Rafah lasciando intendere che il sottotenente catturato potrebbe esservi imprigionato. Il bilancio parziale degli attacchi israeliani è di 62 palestinesi morti a Rafah ma anche sul lato egiziano della città le forze della sicurezza sono all'opera. Il generale Andel Fattah Al-Sisi vuole evitare che Hamas possa usare il Sinai per il sequestro. Intanto a Kfar Saba, la città del sottotenente Goldin, è il padre del rapito a parlare: «La nostra famiglia sostiene le truppe, sappiamo che non lasceranno nulla di intentato per farlo tornare a casa». Goldin era molto noto nel quartiere perché, prima di arruolarsi, era un veterano del movimento giovanile «Benè Akiva», sionista-religioso, e i ragazzi più giovani di cui si occupava lo ricordano come una persona «generosa, patriottica e coraggiosa».

LA STAMPA: Maurizio Molinari:  " Bombe su Rafah per rovinare i piani dei sequestratori "

Fra i video più cliccati in Israele c'è quello di una nonna sefardita che reagisce alla visita a sorpresa del nipote sotto le armi ricoprendolo di benedizioni sullo «scampato pericolo». La popolarità del filmato è la cartina al tornasole del diffuso timore delle famiglie di vedere un parente stretto catturato dal nemico. Da qui la discussione pubblica su «ore dorate», l'«ordine di Annibale» e il «Muro di Difesa» ovvero le opzioni di Tzahal davanti alla cattura del sottotenente Hadar Goldin da parte di Hamas. L'intento è evitare la ripetizione del sequestro di Gilad Shalit, che nel 2006 venne catturato da Hamas oltre confine e fu poi tenuto prigioniero a Gaza per oltre 5 anni fino alla liberazione in cambio di 1027 detenuti palestinesi, innescando polemiche e lacerazioni emotive che ancora segnano Israele. «Per non ritrovarci in questa situazione - spiega Lior Lotan, ex capo del Dipartimento di Tzahal per prigionieri di guerra - bisogna sfruttare le "ore dorate" tentando di scompaginare i piani del rapimento». Poiché il rapimento è avvenuto a Rafah, che confina con l'Egitto, ciò significa impedire ad Hamas di spostare Goldin nel Sinai o altrove grazie ai tunnel. Potrebbe essere questo il motivo per cui i comandi hanno ordinato un massiccio bombardamento attorno al luogo della cattura. Ma Anshel Pfeffer, analista di Haaretz, ritiene che i raid possano celare una diversa opzione ovvero l'«ordine di Annibale» che scelse il suicidio pur di non farsi catturare da Roma. Nell'addestramento che ricevono, i soldati israeliani sanno che devono fare di tutto per non cadere prigionieri e Pfeffer lascia intendere che il tappeto di bombe sugli autori del rapimento possa celare l'«ordine di Annibale». Avi Dichter, che è stato capo dello Shin Bet - il servizio di sicurezza interna - ritiene invece per salvare Goldin bisogna «ripetere a Gaza» l'operazione «Muro di Difesa» che il premier Ariel Sharon guidò nel 2002 nella Cisgiodania di Arafat riuscendo a demolirne il potere politico-militare e, quindi, fermando la Seconda Intifada. Ripercorrere questa strada comporta occupare integralmente la Striscia e smantellare dal di dentro il sistema di Hamas, con uno sforzo prolungato nel tempo. I portavoce di Tzahal tentano di frenare tale discussione, ripetendo che «in un'operazione militare possono esserci soldati feriti, morti o catturati» e dunque il caso di Goldin non deve far cambiare i piani. Resta il fatto che Hamas è riuscita nell'impresa che si proponeva e ora l'esercito studia i dettagli del rapimento per scongiurarne altri: le prove raccolte portano a dire che l'attacco kamikaze contro una pattuglia di Givati sia stato realizzato da un cellula-gemella di quella che ha messo a segno il sequestro, negli attimi immediatamente seguenti l'esplosione, riuscendo a portare via il soldato - vivo o morto - grazie ad un tunnel.

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