A proposito dell’attuale situazione in Medio Oriente, il problema risale a circa cento anni fa. Il 2 novembre 1917 – in pieno primo conflitto mondiale (da pochi giorni il nostro fronte aveva subito la rotta di Caporetto e da pochi mesi era iniziata la rivoluzione russa, da cui conseguiva il ritiro delle truppe dello Zar da tutti i fronti su cui erano impegnate) – il ministro degli esteri lord Arthur Balfour consegnava al Barone Rothschild la dichiarazione che va sotto il suo nome, in cui prometteva l’iniziazione in Palestina di un focolare ebraico. Ma, quasi contemporaneamente, un altro militare inglese, l’allora tenente colonnello Thomas David Lawrence, operante allora in Arabia Saudita, cominciava a fomentare la rivolta araba contro il dominio ottomano (che fino alla fine dello stesso primo conflitto mondiale aveva il dominio su quei territori). E qui lo stesso territorio, promesso da un ministro inglese agli ebrei e da un altro inglese, militare, agli arabi, ancora oggi è argomento e fonte del contendere. Una conseguenza della solita inveterata politica inglese del doppio peso e della doppia misura. Shalom Mario Salvatore Manca di Villahermosa
Non daremmo però troppe colpe alla Gran Bretagna, né a Lawrence. La spartizione doveva però avvenire su un territorio più vasto, comprendente la Transgiordania, cioé l'attuale regno hashemita. Chaim Weizman e Feisal Hussein qualche anno dopo raggiunsero un accordo tra nazionalismo arabo ed ebraico, che venne fatto naufragare dall'oltranzismo jihadista già negli anni 20 del Novecento, con l'assassinio da parte araba dello stesso Feisal Hussein che si era accordato con gli ebrei. Redazione IC