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Libero Rassegna Stampa
25.07.2014 L'Onu vuole dare a Israele le colpe di Hamas, l'Italia si astiene
Commento di Maria Giovanna Maglie

Testata: Libero
Data: 25 luglio 2014
Pagina: 13
Autore: Maria Giovanna Maglie
Titolo: «Onu e Stati canaglia contro Israele. I dubbi sulla strage della scuola»
Riprendiamo da LIBERO di oggi a pag. 13, l'articolo di Maria Giovanna Maglie dal titolo "Onu e Stati canaglia contro Israele. I dubbi sulla strage della scuola"


                      
Maria Giovanna Maglie           Navi Pillay




Perché l'Italia si è astenuta mentre l'ignobile commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, la razzista sudafricana Navi Pillay, quella che ha fatto la scalata di incarichi con Durban II e pure III, accusava Israele di crimini di guerra? In che mani è la politica estera italiana? Renzi, Mogherini, Pistelli e compagni hanno capito il livello di rischio, qualcuno li ha informati che un altro 11 Settembre è alle porte? Comprendono che l'operazione difensiva non può essere fermata finché Hamas non consegna i missili e libera i tunnel, perfino a costo di tomare nella striscia di Gaza che Ariel Sharon lasciò nel 2005 ai palestinesi? L'Italia che sapeva da che parte stare, nel 2009 a Durban, conferenza internazionale che aveva per unico scopo la condanna di Israele, non ci andò, lasciando a Francia, Germania, Inghilterra, la figuraccia di doversi alzare e lasciare la sala in cui Ahmadinejad, il tiranno ayatollah ospite d'onore, proclamava che l'Olocausto è una menzogna. Oggi quell'astensione ai proclami di una pazza che tra un mese per fortuna va a casa - ma al peggio non c'è fine quando si tratta di quel circo del terzomondismo che si chiama Nazioni Unite, e il rappresentante giordano appena nominato potrebbe riservare sorprese amare - pesa come un assenso. Con chi sta l'Italia? Hamas usa scuole, ospedali e abitazioni private come postazioni di lancio peri razzi diretti contro Israele, li inzeppa di armi di ogni genere, ci scava tunnel destinati a invadere Israele, soprattutto ci infila a forza civili in quantità, in testa bambini e donne, e aspetta che il bombardamento annunciato da Israele arrivi. E tanto triste, brutale, agghiacciante, quanto semplice da capire, non fosse che l'Occidente di spirito anti israeliano si è sempre nutrito fingendo che nulla abbia a che fare con l'antisemitismo che lo ispira e rinfocola. Ultimo episodio: le forze di sicurezza di Tsahal hanno bombardato una scuola delle Nazioni unite a Gaza adibita a rifugio dei profughi palestinesi. Non è neanche detto che il missile non sia di Hamas. Ma anche se a lanciarlo si dimostrasse che è stato l'esercito israeliano, chiamiamo le vittime in modo appropriato: "scudi umani" per intimorire Israele. Hamas combatte in aree urbane e ordina ai civili di non abbandonare le proprie case in questi giorni, ignorando gli avvisi delle forze israeliane, perché in questo modo trae vantaggio dall'aumento delle vittime innocenti e può sollevare una questione diplomatica sui metodi usati da Israele in guerra. Il progetto fila cosi liscio che pronto il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite annuncia l'apertura di un'inchiesta contro Israele per crimini di guerra, dimenticando di inserire tra gli accusati quelli che usano la gente come scudi umani, ovvero Hamas, e di fatto il governo dell'Autorità di Abu Mazen, che ne è alleato. Navi Pillay, sudafricana di origine tamil, nata proprio a Durban, ha chiuso la sua indegna carriera con questa bella trovata contro Israele, e con una denuncia parallela delle «orribili violazioni dei diritti umani che si commettono negli Stati Uniti»; si, proprio cosi, e a Obama, che di questi terzo-mondisti si sente il pupillo, starebbe anche bene, non fosse che gente così gestisce un carrozzone micidialmente costoso, distribuisce denaro, orienta pubblica opinione. Non fosse che, come dice Walker Meghnagi, il capo della comunità ebraica di Milano, «l'Europa è il maggior sostenitore economico di Hamas che, se solo avesse usato i propri denari per i palestinesi, invece di spenderli in tunnel e missili, avrebbe garantito loro una vita migliore». Ma se quei denari vengono dall'Europa, siamo noi colpevoli allo stesso modo. Torniamo alla Pillay. Dal 2008 a oggi la sua agenda si è distinta solo per la crociata contro gli Stati Uniti, famosa la sua polemica contro l'uccisione di Osama Bin Laden, e contro Israele, unico Paese su 192 accusato di razzismo. Quando a Ginevra dove si tenne Durban II, i delegati europei si alzarono e se ne andarono per protesta contro il discorso di Ahmadinejad, lei non solo rimase tranquillamente al suo posto, ma le riprese della giornata la mostrano mentre guarda con disgusto gli Stati democratici, la immortalano mentre ringrazia caldamente l'Organizzazione per la Conferenza Islamica, quindi anche Ahmadinejad. La Pillay ha commissionato la tristemente nota commissione d'inchiesta Goldstone. Risultato: Israele colpisce sistematicamente e intenzionalmente obiettivi civili, Hamas si è pubblicamente impegnata al rispetto dei diritti e delle legge umanitaria internazionali. Ha tentato di imporre i risultati della Goldstone al Consiglio di Sicurezza. Dopo una visita nel febbraio scorso in Israele, Gaza e West Bank, tiene una conferenza stampa di questo tono: A dimostrazione chiarissima della discriminazione istituzionale, non ho potuto incontrare un solo cittadino palestinese di Israele. Ma se numerosi arabi isrealiani fanno parte del Parlamento, della Corte Suprema, dei ranghi diplomatici,dawero la signora non è riuscita a incontrarne uno? Come mai invece non una parola di condanna la Pillay ha espresso sul fatto che il governo di Hamas a Gaza, il governo di Hamas alleato di Abu Mazen, prevede nella sua carta costituente l'annichilimento di Israele? Che questo personaggio per sei anni sia stato nel ruolo che abbiamo visto è scandaloso. Che alle richieste infami del personaggio contro Israele l'Italia abbia opposto una vile astensione lo è altrettanto.

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