Le omissioni di Susan Dabbous: l'aggressione di Hamas e la strategia degli scudi umani così disinforma la cronista del quotidiano cattolico
Testata: Avvenire Data: 22 luglio 2014 Pagina: 7 Autore: Susan Dabbous Titolo: «Gaza guerra d'orrori. Colpito un'ospedale»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi 22/07/2014, a pag. 7, l'articolo di Susan Dabbous dal titolo "Gaza guerra d'orrori. Colpito un'ospedale". Già questa titolazione disinforma, in quanto a Gaza non è in corso una 'guerra d'orrori', ma lo scontro tra un aggressore che vuole il maggior numero possibile di vittime civili (Hamas) e Israele, che si difende e cerca di minimizzare il numero delle vittime. Nell'articolo, poi, la cronista di AVVENIRE descrive la campagna militare di Israele come "ideologica" e condotta dal governo sfruttando la condizione emotiva del paese. Ma non vi è in realtà nulla di ideologico o di strumentale nel contrastare un'aggressione che nessun paese al mondo tollererebbe. Sarà un caso che collabori al quotidiano dei vescovi ?
Di seguito, l'articolo
Susan Dabbous
La risposta ai 24 soldati israeliani morti nelle ultime 48 ore è una nuova chiamata di riservisti. E questa per il momento la strategia del premier Benjamin Netanyahu che cavalca l'onda emotiva del Paese. Mentre aTel Aviv e a Gerusalemme sono suonate ancora le sirene d'allarme per l'arrivo di nuovi missili da Gaza, in città erano tutti sconvolti perla perdita di giovani vite: 13 soldati israeliani (tra i quali due con cittadinanza americana) sono stati uccisi in un'imboscata domenica mattina, altri sette ieri, di cui quattro nel Negev. Le nuove vittime si aggiungono ai quattro morti durante i primi due giorni di "Margine protettivo". È particolarmente doloroso è stato il saluto a Bar Rahav, soldato morto in combattimento e membro della nazionale israeliana di pallanuoto. Il2lenne stava seguendo l'addestramento per diventare un ufficiale del genio militare israeliano: è stato colpito insieme al suo contingente da un missile sparato da un autocarro nella regione palestinese di RamatYishai. Sarà sangue non «versato invano» per il governo, quindi, quello dei soldati, tutti giovanissimi, perché si fa sempre più ideologica la guerra tra Israele e Gaza, dove i palestinesi ucci *** si sono arrivati a 560, oltre 3.000 i feriti. Seppure con evidenti differenze, per entrambi i lati, si tratta del conflitto più sanguinoso degli ultimi cinque anni. E nonostante il sangue a Gaza, non c'è segno di resa, la gente spera in un cessate il fuoco di poche ore per avere rifornimenti di cibo e medicine, perché le strutture sono al collasso e neanche gli ospedali sono ormai luoghi sicuri. È stata colpita da un razzo infatti anche una piccola struttura sanitaria situata nella zona centrale di Gaza City sul posto ci sono stati almeno 4 morti e 16 feriti. Il portavoce dei servizi d'urgenza palestinesi, Ashraf al-Qudra, ha precisato che è stato colpito il terzo piano dell'ospedale dei Martiri di alAgsa a Deiral-Balah. E anche ieri sono stati molti i bambini a perdere la vita, almeno quattro sono morti nel centro della città, mentre altri sette piccoli sarebbero rimasti uccisi ieri mattina in un raid aereo israeliano a Rafah, nel sud della Striscia. Le vittime appartenevano tutte alla stessa famiglia, e sono morte in casa. Terrib ile è stato anche il bilancio dei 10 morti e dei 40 feriti dopo il bombardamento di un grattacielo a Gaza City Metà dei deceduti sono donne e bambini. È una guerra sporca contro la povera gente lamentano ancora le Ong a Gaza, secondo Oxfam da quando è iniziata l'offensiva terrestre israeliana, giovedì scorso, «è rimasto ucciso un bambino ogni 90 minuti, circa un quarto delle vittime tra i civi ». Una vittima ogni cinque invece per Save the Children. Dopo l'impennata di attacchi di domenica, inoltre, le persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie case sono arrivate a 100mila, più di 85mila persone hanno trovato rifugio o assistenza nelle 44 scuole dell'Unrwa, agenzia Onu peri profughi palestinesi, mentre altre 28mila sono andate da parenti o in altre sistemazioni. La gente a Gaza è dawero spaventata dalla mancanza di acqua potabile e acqua a uso a uso igienico: 900mila secondo l'Onu. Tant'è che tra i locali, la popolarità di Hamas è cresciuta proprio dopo che trai punti per una tregua duratura il partito islamista ha inserito anche il diritto all'acqua insieme a quelli di natura politica. «Le richieste del nostro popolo sono chiare— ha ribadito ieri il leader di Hamas, Ismail Haniyeh — la fine dell'assedio, la rimozione del blocco e il rilascio dei prigionieri arrestati dall'esercito israeliano nei Territori Palestinesi». Prima della guerra Hamas era stata investita da una forte ondata d'impopolarità, oggi è l'unico di punto di riferimento nella Striscia nonostante vengano usati anche attentatori suicidi contro «il nemico». È accaduto ieri proprio a Sajaya, il quartiere colpito pesantemente domenica scorsa, secondo i media israeliani: una donna kamikaze ha cercato di lanciarsi contro le un posto di blocco a Est di Gaza City. La donna ha insospettito i militari che hanno sparato nella sua direzione attivando così il corpetto che aveva con sé. Un atto di sfida, dicono da un lato, un gesto di disperazione commentano dall'altro.
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