Una mostra dedicata a Fritz Bauer, il procuratore tedesco che aiutò Israele a catturare Eichmann recensione di Giulio Busi
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 20 luglio 2014 Pagina: 27 Autore: Giulio Busi Titolo: «L'uomo che snidò Eichmann»
Riportiamo dal SOLE 24 ORE di oggi, 20/07/2014, a pag. 20 dell'inserto culturale DOMENICA, l'articolo di Giulio Busi dal titolo "L'uomo che snidò Eichmann ", recensione della mostra «Fritz Bauer, procuratore capo. Criminali nazisti a processo», in corso a Francoforte sul Meno, Museo Ebraico, fino al 7 settembre. (Catalogo Campus Verlag)
Giulio Busi
Fritz Bauer
Il telegramma segretissimo, indirizzato al responsabile del Mossad in Germania, non lasciava dubbi: «Vai immediatamente da Tolstoj e digli che Dybbuk è stato catturato e portato in Israele. Devi dargli questo messaggio tra le 14.00 e le 14.30, ora locale». Era il 23 maggio 1960, e "Tolstoj" venne informato puntualmente, mezz'ora prima che David Ben Gurion desse la notizia al mondo. Adolf Eichmann "Dybbuk", in codice), era stato rapito dai servizi segreti israeliani in Argentina e portato, prigioniero, nello Stato ebraico. 'Tolstoj", il personaggio così importante da essere avvisato prima di tutti, è ora protagonista di una importante mostra al Museo Ebraico di Francoforte sul Meno. Dietro lo pseudonimo letterario si celava Fritz Bauer, il procuratore capo dell'Assia, l'uomo che aveva segnalato il nascondiglio di Eichmann in Sudamerica e aveva messo in moto i servizi israeliani. Nato nel 1903, in una famiglia ebraica benestante di Stoccarda, Bauer era diventato, a soli 27 anni, il più giovane giudice della Repubblica di Weimar. Vicino ai socialdemocratici, con un forte senso della giustizia sociale, e per di più ebreo: un nemico naturale dei nazisti che, alla presa del potere, lo deportarono subito in un campo di prigionia. Nel 1936 Bauer riuscì a espatriare in Danimarca e da qui, all'arrivo delle truppe tedesche, si rifugiò in Svezia. Alla fine della guerra, Fritz Bauer scelse di tornare in Germania e di riprendere la sua attività nella magistratura. Mentre molti volevano dimenticare in fretta- «lasciamo che il passato resti passato», aveva affermato programmaticamente Adenauer già nel 1949 - Bauer s'impegnò per portare a giudizio i criminali nazisti. Suo il merito dei grandi processi su Auschwitz condotti a Francoforte negli anni Sessanta, che ruppero l'omertà postbellica. Ben consapevole delle resistenze e delle complicità che ostacolavano la giustizia tedesca, nel caso Eichmann Bauer ritenne opportuno rivolgersi direttamente agli israeliani. Un gesto controcorrente, uno dei molti di un giurista che ha contribuito a cambiare la storia tedesca.
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